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fauna d'arte

Mappare Luca Vitone, un viaggio di immagini e suoni. Intervista con l'artista

Francesco Stocchi e Gabriele Sassone

Il primo episodio della nostra ricognizione intergenerazionale sugli artisti attivi in Italia. Un’opportunità unica per farci guidare nei loro studi, conoscere dalla loro voce le opere e i modi di lavorare e per capire i loro sguardi sull’attualità. Buon viaggio

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"Fauna d’arte". Il titolo si ispira a una sezione di Weekend Postmoderno (1990), il romanzo critico con cui Pier Vittorio Tondelli ha documentato un decennio di cultura e società italiana. A differenza del giornalismo e della saggistica di settore, grazie a “Fauna d’arte” Tondelli proponeva uno sguardo sull’arte contemporanea accessibile e aperto, interessato a raccontare non solo le opere ma anche le persone, il loro modo di vivere dentro l’arte. 

Oggi questo approccio ci permette ancora di parlare degli artisti, ma in futuro anche delle altre figure professionali come critici e curatori, galleristi, collezionisti, ecc. con lo scopo di restituire la complessità di un sistema attraverso frammenti di realtà individuali.  


   

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Nome: Luca Vitone

Luogo e data di nascita: Genova

Galleria di riferimenti ed eventuali contatti social:

Galerie Rolando Anselmi; Roma, Berlino

Galerie Nagel Draxler; Colonia, Berlino, Monaco

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Galerie Michel Rein; Parigi, Bruxelles

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Lo studio d'artista

  

Le immagini di questa gallery sono state scattate da Luca Vitone all'interno del suo studio.


L'intervista

 

In che modo hai iniziato a fare l’artista?

Aver visto delle opere di Joseph Cornell nella sua unica mostra personale pubblica italiana nell’estate 1981 a Firenze, mi ha fatto pensare che mi sarebbe piaciuto dedicarmi all’arte producendo pensieri simili e ho iniziato a fare oggetti ispirandomi a lui.

  

Com’è organizzata la tua giornata di lavoro?

Senza pensare alle urgenze frequenti e i numerosi giorni trascorsi fuori sede per vari motivi quasi sempre legati al lavoro, diciamo che inizio in studio alle 10 e chiudo alle 18. In quelle ore si lavora ai progetti, alle opere, all’archivio e soprattutto si trascorre molto tempo alla tastiera a rispondere o scrivere mail.

  

Che cos’è per te lo studio d’artista?

Il luogo in cui si producono le opere o comunque si organizza la loro produzione. Il posto in cui si raccoglie il materiale che arricchisce l’archivio e dove si custodiscono pubblicazioni e oggetti inerenti alla ricerca, dove si scrive e si ragiona sul fare. Il luogo in cui vengono immagazzinate le opere e si ricevono gli ospiti.

 

Quale ruolo ha l’arte nel mondo di oggi?

L’arte come tutte le espressioni della cultura assume varie forme e riceve diverse interpretazioni. Ogni epoca ha avuto le sue arti di riferimento, oggi non si può dire che quella visiva sia la più seguita, ciò non toglie che anch’essa contribuisce a creare quel sogno di cui l’essere umano ha bisogno per sopravvivere.

  

Perché le mappe e il viaggio sono così importanti per te?

Perché mi ha sempre incuriosito conoscere altri luoghi e altri pensieri. E poi la mappa è la convenzione grafica decisa per leggere il territorio e il paesaggio in cui agiamo e le convenzioni contribuiscono a definire il nostro immaginario secondo l’educazione e le ideologie che ci hanno formato. Attraversare questi territori fa capire quanto siano importanti queste conoscenze per alcuni e ininfluenti per altri.

 

A quali artisti ti ispiri?

Di Cornell ho già detto. Per il resto ci sono stati autori che, per vari motivi, hanno contribuito con il loro pensiero alla mia formazione, indirizzando involontariamente la mia ricerca. Essendo un autodidatta non ho avuto letteralmente un maestro, non ho mai fatto l’assistente, con pro e contro, ma ho guardato a tanti autori. Chi mi ha sedotto per un gesto, chi per il proprio pensiero. Alcuni per i temi coinvolti, altri per la scelta dei materiali, ma in generale mi hanno interessato per i dispositivi usati per formare un linguaggio.

 

A che cosa stai lavorando?

A delle nuove opere che vedranno la luce nella prossima stagione, alcune in mostre già decise e altre che non so ancora dove saranno ospitate. Di queste nuove produzioni non mi va di parlarne perché non le ho ancora viste terminate. Posso solo dire che sto lavorando a dei nuovi monocromi, una nuova scultura olfattiva e un progetto di viaggio che si vorrebbe definire in un ogetto complesso come è stato Romanistan.


      

Le immagini

  

La planimetria in scala 1:1 del luogo in cui si espone realizzata con fotocopie. Non si vive più in un luogo reale ma nella sua duplicazione.

 

Galleria Pinta

1988

Xerocopie della planimetria della galleria in scala 1:1 600 x 381 cm

Courtesy l’artista; Galerie Nagel Draxler, Berlin- Köln-München; Galerie Michel Rein, Paris Bruxelles; Galleria Rolando Anselmi, Roma-Berlin

Veduta della mostra Galleria Pinta presso Galleria Pinta, Genova, 1988


  

La rappresentazione cartografica di un territorio reale senza toponimi la rende irriconoscibile. Un luogo vale un altro. L’elemento culturale definisce l’interpretazione del paesaggio.

 

Carta Atopica

1988-1992

Carta geografica 68,5 x 99,5 cm

Collezione Agi, Verona

(ph. Roberto Marossi)

    

Intorno a una tavola imbandita si riunisce la memoria collettiva.

 

Pratica del luogo. Arezzo

1992-1993

Cibi, bevande, brochures in distribuzione

Dimensioni ambientali Veduta della mostra presso Galleria Marsilio Margiacchi, Arezzo, 1993

   

1989-1993 Della cultura musicale e dei suoi cantori rimane solo un nastro registrato.

  

Sonorizzare il luogo. Europa

1993

15 elementi Plexiglas, fotocopie, registratori AIWA TP37, cassette TDK DC90, alimentatori, casse acustiche

Dimensioni ambientali

Courtesy l’artista; Galerie Nagel Draxler, Berlin-Köln-München; Galerie Michel Rein, ParisBruxelles; Galleria Rolando Anselmi, Roma-Berlin Veduta della mostra Io, Luca Vitone presso PAC, Milano, 2017

(ph: Nico Covre_Vulcano)

  

La cultura delle minoranze etniche continua a vivere in un luogo imprecisato.

  

Der unbestimmte Ort

1994

Dimensioni ambientali

Veduta dell’inaugurazione della mostra presso Galleria Nagel, Köln, 1994

Courtesy dell’artista; Galerie Nagel Draxler, Berlin-Köln-München

(ph: Andrea Stappert)  

     

Uno sguardo a volo di uccello di Milano, città degli stranieri.

 

Wide City

1998

Modello in legno, carte geografiche, vernice ad acqua, 180 stampe fotografiche a colori montate su alluminio, mappe turistiche di Milano, pubblicazioni varie in distribuzione gratuita, tavolo con moduli per l’iscrizione all’itinerario dei centri culturali stranieri presenti a Milano

Modella Torre Velasca: 140 x 60 x 37 cm

Stampe fotografiche: 10 x 15 cm ognuna

Veduta della mostra presso Open Space, Milano,

1998 Collezione Museo del Novecento, Milano

(ph: Giulio Buono)

    

Una bandiera nera con la ruota rossa idealizza un pensiero senza confini.

  

Eppur si muove

2006

Bandiera in nylon 900 x 600 cm

Collezione Garrera, Roma

Veduta dell’opera presso Casino Luxemburg, Luxemburg, 2006

(ph: Christian Mosar / Casino Luxemburg - Forum d’Art Contemporain)

  

La rappresentazione del potere messo in scena dal materiale che lo identifica: la polvere, materiale eterno per definizione.

 

Da sinistra: Räume (Bundesgerichtshof, Karlsruhe)

2014

acquerello di polvere su carta in cornice di ciliegio 311 x 210 cm

Courtesy dell’artista, Galerie Nagel Draxler, Berlin-Köln-München

 

Räume (Deutsche Bundesbank, Frankfurt/Main)

2014

acquerello di polvere su carta in cornice di ciliegio 311 x 210 cm

Courtesy dell’artista, Galerie Nagel Draxler, Berlin-Köln-München

  

Räume (Deutscher Bundestag, Berlin)

2014

acquerello di polvere su carta in cornice di ciliegio 311 x 210 cm

Collection Haus N., Kiel, Germania / Atene, Grecia

  

Räume (Pergamonmuseum, Berlin)

2014

acquerello di polvere su carta in cornice di ciliegio 311 x 210 cm

Collection Speck, Köln

Veduta della mostra Imperium presso n.b.k. Neuer Berliner Kunstverein, Berlin, 2014 (ph: Jens Ziehe)

    

Il paesaggio si autoritrae tramite il tempo, cronologico e atmosferico.   

 

Da sinistra: Io, Villa Adriana (Veduta dalle Cento Camerelle) A1

2018-2021

agenti atmosferici su tela 310 x 203 x 5 cm

Courtesy l’artista; Galleria Rolando Anselmi, Roma-Berlin

 

Io, Villa Adriana (Paesaggio visto dalle Piccole Terme) F1

2018-2021

agenti atmosferici su tela 300 x 203 x 5 cm

Collezione MAXXI, Roma

 

Io, Villa Adriana (Veduta del Canopo da due finestre) G1

2018-2021

agenti atmosferici su tela 324 x 203 x 5 cm

Collezione Villae, Tivoli (Roma)

 

Io, Villa Adriana (Veduta del piano vicino al Ninfeo) B1

2018-2021

agenti atmosferici su tela 304 x 203 x 5 cm

Courtesy l’artista; Galleria Rolando Anselmi, Roma-Berlin

 

Io, Villa Adriana (Paesaggio nei pressi del Teatro Greco) K1

2018-2021 agenti atmosferici su tela 306 x 203 x 5 cm

Collezione privata, Roma

 

Al centro della sala: Coccodrillo-Fontana II sex. d.C.

Marmo cipollino 166 x 72 x 137 cm

Tivoli, Area Archeologica di Villa Adriana, Mouseia

 

Veduta della mostra Io, Vila Adriana presso Maxxi, Roma, 2021 (ph: Giorgio Benni)

     

Un oggetto nello spazio è definito una scultura. L’odore come oggetto è una scultura trasparente ma enorme e ingovernabile più di qualsiasi altro oggetto.  

 

Per l’eternità

2013 Scultura acromatica monolfattiva su tre note (nota di testa: rabarbaro svizzero essenza; nota di cuore: assoluta di rabarbaro belga; nota di fondo: rabarbaro Francia essenza), acqua, alol, due macchine erogatrici

Dimensioni ambientali

Collection Eric Guichard, London Veduta dell’opera presso Vice Versa, 55. Esposizione Internazionale d’Arte, Padiglione Italia, Biennale di Venezia, 2013.

(ph: Roberto Marossi)

   

Immagini e suoni per raccontare un viaggio migratorio testimoniato nella storia non dai protagonisti ma da sguardi altrui, inevitabilmente condizionati dalla cultura di appartenenza.   

   
Da sinistra: Romanistan (cartoline) 1/2

2019

11 pezzi cartoline, franncobolli, inchiostro

Courtesy l’artista; Galerie Nagel Draxler, Berlin- Köln-München; Galerie Michel Rein, Paris-Bruxelles; Galleria Rolando Anselmi, Roma-Berlin

  

Romanistan #2

2019

materasso gonfiabile in bronzo, tenda da campeggio in bronzo, base in acciaio, sabbia 80 x 120 x 30 cm.

Courtesy l’artista; Galerie Nagel Draxler, Berlin- Köln-München; Galerie Michel Rein, Paris-Bruxelles; Galleria Rolando Anselmi, Roma-Berlin

  

Eppur si muove (Planisfero)

2018

Trittico Vernice spray verde e blu su mappa, ruota giocattolo 143 x 99 x 5,5 cm. ognuno

Collezione Fondazione Zimei, Pescara (ph: OKNOstudio)

  

Veduta della mostra Romanistan presso il Museo Pecci, Prato, 2019.

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