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Ribellarsi al caos con un sacco nero dell'immondizia

La seconda legge della termodinamica a settembre

Annalena Benini

In corridoio c’è ancora una valigia, abbandonata ma mezza piena, a far da sentinella all’estate e a ricordarmi che sono stata in vacanza e forse non era il caso

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In corridoio c’è ancora una valigia, abbandonata ma mezza piena, a far da sentinella all’estate e a ricordarmi che sono stata in vacanza e forse non era il caso. 

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In corridoio c’è ancora una valigia, abbandonata ma mezza piena, a far da sentinella all’estate e a ricordarmi che sono stata in vacanza e forse non era il caso. 

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Mi sono alzata domenica mattina di scatto, con il pensiero di questa valigia, tra l’altro assolutamente mia, e ho iniziato a svegliare tutti gli abitanti della casa dicendo che comunque era ora di finirla. Finirla con che cosa, mamma?, ha chiesto dopo molti minuti mia figlia dal letto da cui la stavo strappando a un’ora indecente per la domenica mattina, visto che non era ancora arrivato il pomeriggio. 

 

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Finirla con  l’estate, con le vacanze, con questo generale senso di irresponsabilità, finirla con queste scarpe della montagna in mezzo alla stanza, in cui sono appena inciampata. Il cane aveva già messo le orecchie indietro, e anche se a detta di molti non è il cane più intelligente del mondo, ha una sensibilità che in questo rovinoso settembre apprezzo molto: capisce sempre quando sta per arrivare la tempesta e va a mettersi sotto il tavolo. Gli altri, diciamo gli umani, invece di mettersi sotto il tavolo insieme al cane, ripetono le uniche due o tre parole che evidentemente conoscono: sì, un attimo. 
Un attimo, riferito alle cose da fare, alle scarpe infangate dalla montagna, ai compiti delle vacanze che da lì a poche ore  mostreranno l’amara verità di non essere stati quasi mai sfiorati e si trasformeranno in un thriller psicologico in più puntate con il cane sempre sotto il tavolo, un attimo per il lavandino otturato, un attimo anche per la maniglia della porta di casa che mi è rimasta in mano, e adesso temo che dovrò restare sempre qui dentro, imprigionata qui dentro. 


“A me è maggio che mi rovina, e anche settembre”, è un verso di Patrizia Cavalli in “Vita meravigliosa”. A me è questo settembre che mi rovina, così irruente e così incerto. Mi fa paura rendermi conto che mi seduce  l’idea di infilarmi dentro la valigia in corridoio, così continuo a sbraitare qua e là e a riempire un sacco nero della spazzatura con  le cose rotte o incomprensibili che trovo in giro, tra cui una pelle di pecora, mezza  maschera di ferro e una grossa testa di cavallo di plastica azzurra. So, a livello esperienziale, che già quando il sacco condominiale è pieno a metà, io inizio a sentirmi meglio, e a ritrovare la nitidezza dei contorni delle cose, e  a considerare bellissima la luce di settembre. Nel momento, poi, in cui scendo le scale per adagiare il sacco della spazzatura, a quel punto pienissimo, nel cassonetto già straripante sotto casa e dico addio alle teste di cavallo, sento scendere lungo la schiena un senso di benessere e di nuove possibilità. 

 

Il fatto che nella classe di mia figlia non ci saranno i banchi fino a dicembre non mi turba neanche quasi più. 
Il fatto che mio figlio abbia chiuso la porta in faccia a una bambina venuta a chiedergli di giocare insieme, fingendo che io non gli permettessi di invitare nessuno per paura del coronavirus mentre era una menzogna totale e ignobile perché non voleva “altre femmine” in casa, non mi sconvolge più di tanto. Mi vendicherò, ma adesso sono calma.
                       

E’ questo settembre che mi rovina, ma anche la seconda legge della termodinamica, che ho ignorato fino a ieri, quando ho letto un libro intitolato “I pesci non esistono” (qui pubblicato da Add Editore), di Lulu Miller (creatrice e conduttrice di Invisibilia, un podcast amatissimo in America di divulgazione scientifica). “Caos è l’unica sicurezza di questo mondo. Il padrone che tutti domina. Mio padre, scienziato – scrive Lulu Miller – mi insegnò presto che dalla seconda legge della termodinamica non si scappa: l’entropia può solo aumentare, nessuno potrà ridurla, non esiste un modo per farlo”. 
Un essere umano accorto accetta questa verità. Lulu Miller no, e nemmeno io. Affronto questo settembre  con un sacco nero dell’immondizia in una mano, e profondamente convinta che le teste di cavallo azzurre bisogna guardarle bene in faccia, prima di gettarle via.   

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