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Il nuovo anno della realtà contro gli anni vecchi del pensiero magico

Annalena Benini

Questo 2020 senza più le renne al secondo piano. Ma con un passerotto che vedo solo io

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Sono rimasta sola a casa, dovrei lavorare e invece mi rigiro tra le mani questo anno nuovo di zecca, rotondo come la palla che abbiamo regalato al cane a Natale.

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Sono rimasta sola a casa, dovrei lavorare e invece mi rigiro tra le mani questo anno nuovo di zecca, rotondo come la palla che abbiamo regalato al cane a Natale.

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Lo guardo, sono già passati due giorni, sarà tutto diverso adesso nel 2020? Ho preso la tachipirina, come quasi ogni primo gennaio, ma tormentandomi perché forse era meglio un Oki, allora ho preso prima l’Oki e dopo qualche ora la tachipirina, come sempre, perché l’Oki a me non fa niente ma non mi rassegno, poi sono tornata a letto dicendo a tutti che all’inizio bisogna stare immobili, non fare niente, per dare modo all’anno nuovo di fluire dentro le vene: e invece faccio i buoni e anche i cattivi propositi, e mi rigiro l’anno tra le mani. Ma in realtà questo 2020 che ho in mano è soltanto la palla nuova del cane. Che infatti mi guarda pieno di speranza e di punti interrogativi, e ogni tanto agita la coda. Fix non voglio giocare, voglio stare immobile, devo pensare all’anno nuovo, in cui a un certo punto, tra molti mesi che scivoleranno via in un secondo, io avrò quarantacinque anni e tu sette. Tu continuerai a giocare a palla, io continuerò ad aspettarmi il meno possibile, per essere ferita il meno possibile, ma in segreto mi aspetterò moltissimo e soffrirò moltissimo facendo finta di no. Ma mio figlio non finge mai e ha già detto che questo Natale è stato un po’ meno bello degli altri, e io ci sono rimasta molto male, e gli chiedevo ma perché, ma che cosa dici, ma non è vero. Hai avuto perfino lo sgabello a forma di bufalo, che per non farti capire che quel pacco era il bufalo ti abbiamo detto che era un forno a microonde per la zia, e tu dicevi che schifo di regalo, e io dicevo: eh, ma le serve proprio, ce lo ha chiesto, sai la zia ama molto gli elettrodomestici.

 

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E insomma ci siamo impegnati tutti molto, per il bufalo e per tutto il resto, e allora perché è stato meno bello, se abbiamo anche ballato Billie Eilish con la nonna, e abbiamo fatto tutti quei video? Giulio prima mi ha detto di non fare la madre tragica, poi ci ha pensato un po’: ero contento, ma non c’era più la magia. Non c’era più Babbo Natale.

 

Non c’era più questo mondo sospeso in cui le renne aspettano fuori dalla finestra al secondo piano, e tutti giurano che forse le hanno viste per un attimo ma non sono sicuri però di certo hanno sentito i campanelli. Non si può credere a Babbo Natale a dieci anni, in prima media, però era bellissimo crederci. Non si può aspettare un uomo grasso che scende da un camino stretto che noi non abbiamo neanche, però era bellissimo aspettarlo lo stesso. Non c’è più la magia, c’è solo questa realtà, e mio figlio adesso fa pure l’elenco dei feriti di Capodanno, e anche dei morti per cause diverse, e mia figlia si strugge per il passerotto che non si fa più vedere sul davanzale della cucina, nonostante tutte le briciole di pane e di pandoro e nonostante la casetta che lei gli ha preparato, piena di semi per uccellini. Dice: forse è morto per il freddo, forse l’hanno ucciso. Prima veniva sempre, e l’abbiamo anche fotografato, adesso le briciole si accumulano. Io non mi posso inventare nessuna storia, non posso dire che l’ho visto passare se non è vero, non posso dire che sarà con Babbo Natale, non posso più mentire. Questo 2020 che mi rigiro tra le mani, mentre il cane spera che glielo lanci, è già l’anno della realtà. Più difficile, forse, ma è l’anno in cui bisogna rispondere a tutte le domande senza usare la magia, senza usare l’infanzia come scusa per non dire la verità. L’anno in cui ci parliamo alla stessa altezza. E se andiamo a New York e cade l’aereo? Non posso più rispondere che gli aerei d’estate non cadono mai, ad esempio. E se il passerotto è morto? Non posso più dire che è assolutamente impossibile che un passerotto muoia d’inverno a Roma. Mi rigiro questo anno nuovo, in cucina, e vedo il passerotto sul davanzale. E’ vivo! Becchetta un po’, io mi muovo pianissimo per fargli una foto, ma lui vola via. E’ abbastanza grasso, come Babbo Natale. Aspetto che tornino tutti a casa e urlo: l’ho visto! Era grasso! Mi accorgo che nessuno mi crede. Ma ve lo giuro, è venuto a mangiare! Mia figlia dice: non è che hai mischiato l’Oki con la Tachipirina? Comunque grazie mamma, buon anno.

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