Dopo le europee è cambiata la scena sul gran teatro della politica, non
tanto per il risultato imprevisto quanto per un fatto accaduto che forse
solo il Foglio ha sottolineato adeguatamente. Nella struttura del teatro
greco poi occidentale gli attori sono i protagonisti delle tavole del
palcoscenico, gli istrioni, persino i guitti; in platea e sui palchi gli
spettatori, più o meno passivi, che concedono o negano il consenso. E così
anche in questa tornata elettorale i giornali oltre che a illudersi di
crearlo hanno ritenuto di prevedere una larga vittoria dei pentastellati. Il
Cav. ha sempre fatto largo uso dei sondaggi, il duo Grillo-Casaleggio li
hanno raffinati attraverso l'utilizzo strumentale di internet. Gli altri
hanno utilizzato il rottame dei vecchi strumenti della politica a partire da
promesse fumose e non mantenibili. Però è successo quello che racconta un
geniale proverbio cinese: "Il mondo è un immenso teatro, nel quale gli
spettatori recitano, e gli attori assistono allo spettacolo". I votanti
hanno fatto il loro lavoro, seppur con pochi paganti al botteghino, da veri
protagonisti della scena muovendosi in modo imprevedibile per coloro che
avrebbero voluto condizionare la loro libertà di scelta; mentre i marpioni
della politica sono stati a guardare a bocca aperta e coloro che ritenevano
di vincere hanno assistito da spettatori al loro scorno.