Uno scontro per il potere tra due correnti, all'interno della procura di
Milano: Magistratura Democratica vs Magistratura Indipendente. Il potere
consiste nel controllo del Comitato direttivo centrale dell’ANM, che è la
sede privilegiata in cui si forma il "comune sentire" dei magistrati e in
cui si maneggia per la distribuzione dei membri togati del CSM. La sede
dell’autogoverno. Ma c’è di più, nel 1993 nel pieno di Mani pulite, è
stato conferito alle associazioni dei magistrati il compito di elaborare e
approvare il"codice etico". L’ANM vi ha provveduto il 7 maggio 1994. Data
neutra? Si volle definire la forma/sostanza, dei comportamenti etici dei
magistrati/viri. Istruttivo scorrerli: Art. 6 – Nei contatti con la stampa
e con gli altri mezzi di comunicazione di massa, il magistrato non sollecita
la pubblicità di notizie attinenti alla propria attività di ufficio, deve
tutelare l’onore e la reputazione dei cittadini, evita la costituzione o
l’utilizzazione di canali informativi personali riservati o privilegiati.
Art.8 - Evita qualsiasi coinvolgimento in centri di potere, partitici o
affaristici che possano condizionare l’esercizio delle sue funzioni o
comunque appannarne l’immagine. Art.9 - Nell'esercizio delle funzioni
opera per rendere effettivo il valore dell’imparzialità impegnandosi a
superare i pregiudizi culturali che possono incidere sulla comprensione e
valutazione dei fatti e sull'interpretazione e applicazione delle norme.
Art. 13 – Il pubblico ministero si comporta con imparzialità nello
svolgimento del suo ruolo. Indirizza la sua indagine alla ricerca della
verità acquisendo anche gli elementi di prova a favore dell’indagato e
non tace al giudice l’esistenza di fatti a vantaggio dell’indagato o
dell’imputato. Orsù, dove sarebbero Travaglio e discepoli se l’Art. 6
fosse stato l’imperativo etico delle procure? Anche l'8, il 9 e il 13 sono
rimasti oggetti misteriosi. Quando si dice del problema morale.