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Stupore mediatico e falso possesso di sè

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Non stupisce che nel 2011, un uomo a 79 anni, sia pure apparentemente sano fisicamente, ma depresso, abbia voglia di farla finita. Ne' che, oggigiorno, in Svizzera si trovi anche una clinica che - a pagamento - accetti di aiutarlo. Cio' che stupisce davvero, e anzi sgomenta e' che il principale organo di stampa italiano riporti tale notizia freddamente, senza manco usare, che so, l'aggettivo "tragico". "Fine inaspettata" dice la redazione online del Corriere. "Suicidio assistito in Svizzera per Lucio Magri, il fondatore de «Il Manifesto»". Inaspettato destino per tutti tranne che per il protagonista. Una umanita' sprofondata di sua propria mano: se il mezzo e' il messaggio, il Corriere in questa occasione incarna alla perfezione il nichilismo dell'uomo postmoderno relativista, amorale e oramai in preda a quel demone che e' l'apparenza del "possesso di se'".
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