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Il dg Trivelli, inizia il ritorno al futuro della Sanità?

Maurizio Crippa

Il sostituto di Luigi Cajazzo è uno stimato dirigente formatosi con profitto negli anni della “famigerata” Sanità di Formigoni

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Hanno detto “scaricabarile”, “ribaltone nella Sanità”, oppure “prima ammissione di colpa” (di Fontana e Gallera), perché solo la polemica politica dell’immediato conta. Ma la scelta della Regione di cambiare in direttore generale della Sanità ha un significato che va un po’ più in là. La rimozione (ut promoveatur, ovviamente) di Luigi Cajazzo, ex poliziotto della Mobile di Lecco in carica dal maggio 2018, ha certamente anche il cattivo sapore di un arrocco politico. Anche se Cajazzo, che forse ha persino rimediato a qualche svista di Gallera, è nel ciclone per la non chiusura dell’ospedale di Alzano. Ma non è indagato di nulla, va ricordato, a dispetto dei giustizialisti. E sulla mancata zona rossa si è già espressa la procura di Bergamo. Quello che è più interessante notare è il profilo di chi è stato chiamato a sostituirlo: Marco Trivelli, stimato dirigente della Sanità lombarda formatosi con profitto negli anni della “famigerata” Sanità di Formigoni e del dg Lucchina. Ora direttore degli Spedali civili di Brescia, ha ricoperto lo stesso ruolo a Niguarda. Insomma un manager, esperto del settore e stimato dagli operatori sanitari, che lo hanno suggerito a Fontana. Solo sei mesi fa, una nomina così avrebbe fatto strillare i soliti noti contro “il ritorno di Formigoni”. Oggi nessuno ha avuto l’impudenza di farlo. Ma ci vuole ancora un passetto: cominciare a ragionare sul fatto che sulla Sanità lombarda si sono fatte tante polemiche politiche fuori posto, senza guardare competenze e risultati.

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