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Più mobilità nel futuro della A2A di Mazzoncini-Patuano

Mariarosaria Marchesano

Tra pochi giorni saranno ufficializzati i nuovi vertici della multiutility lombarda. Cresce l’aspettativa del mercato in una fase complessa in cui la ripartenza della Lombardia potrebbe essere ritardata dal livello dei contagi

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Milano. Tra qualche giorno i nuovi vertici di A2A, il presidente Marco Patuano e l’amministratore delegato Renato Mazzoncini, la cui nomina sarà ufficializzata nell’assemblea del 13 maggio, incontreranno in via informale i consiglieri d’amministrazione della multiutility lombarda per illustrare la loro strategia. E l’attesa cresce anche sul mercato, dove si attende di sapere se e fino a che punto sarà confermata l’impostazione di Luca Valerio Camerano che in due mandati (per questo la sua carica non è rinnovabile) ha fatto di A2A un operatore di livello nazionale attraverso una incessante politica di acquisizioni che si è spinta fino alla difficile conquista del Veneto.

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Milano. Tra qualche giorno i nuovi vertici di A2A, il presidente Marco Patuano e l’amministratore delegato Renato Mazzoncini, la cui nomina sarà ufficializzata nell’assemblea del 13 maggio, incontreranno in via informale i consiglieri d’amministrazione della multiutility lombarda per illustrare la loro strategia. E l’attesa cresce anche sul mercato, dove si attende di sapere se e fino a che punto sarà confermata l’impostazione di Luca Valerio Camerano che in due mandati (per questo la sua carica non è rinnovabile) ha fatto di A2A un operatore di livello nazionale attraverso una incessante politica di acquisizioni che si è spinta fino alla difficile conquista del Veneto.

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Mazzonicini, che è stato amministratore delegato delle Ferrovie dello stato dal 2015 al 2018, fino a quando è caduto “vittima” dello spoil system del governo giallo-verde, sembra intenzionato a sostenere il piano strategico 2020-2024 della società, compresi 4,5 miliardi di euro di investimenti, l’obiettivo di 500 MW di capacità installata rinnovabile e il 10 per cento della quota di mercato al dettaglio dopo la liberalizzazione. Inoltre, il nuovo ad potrebbe anche voler accelerare gli investimenti verdi dell’azienda e continuare a lavorare sugli attuali progetti di consolidamento che includono la partnership con AEB in Lombardia e l’operazione con Agsm-Aim in Veneto. Queste intenzioni sono emerse da un’audizione in teleconferenza che Mazzoncini ha tenuto con la Commissione partecipate del Comune di Milano, i cui contenuti sono stati anticipati dal Quotidiano di Brescia. Il messaggio del nuovo ad agli azionisti di riferimento (Comuni di Milano e di Brescia) è stato, dunque, di rassicurante continuità con un passato fatto di utili e distribuzione di dividendi.

  

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Ma che il piano di A2A fosse stato messo da Camerano sui binari giusti, vale a dire green e risiko delle utility, non è una novità, considerati i risultati di bilancio della società e la lenta ma costante crescita del titolo in Borsa nei sette anni in cui ha gestito la società (il suo nome ora si fa per il vertice dell’utility romana Acea). Quindi, domandarsi in che modo Mazzoncini e Patuano pensano di caratterizzare la loro gestione è lecito, considerando che esiste un’aspettativa del mercato in una fase complessa in cui la ripartenza della Lombardia potrebbe essere ritardata dal livello dei contagi. Ma forse è proprio questa la chiave per immaginare il futuro di A2A che sarà gestita da due manager che hanno maturato esperienze ai vertici di grandi aziende di trasporti (Mazzoncini) e di telecomunicazioni (Patuano è stato amministratore delegato di Telecom da cui si è dimesso nel 2016).

 

Nella visione del comune di Milano, è già da tempo maturata l’idea che sia arrivato il momento di spingere verso una maggiore integrazione tra i servizi offerti a livello metropolitano tra mobilità, energia e innovazione. Strategia che potrebbe subire un’accelerazione se si pensa alla necessità di organizzare per il futuro gli spostamenti su fasce orarie e tracciamenti delle persone. L’occasione è a portata di mano: nel 2021 scade la concessione per il servizio del Trasporto pubblico (due milioni di persone, senza calcolare le merci, destinate a muoversi ogni giorno da e per il capoluogo lombardo) e la gara per l’affidamento sarà indetta già entro quest’estate. Non è un mistero che Regione Lombardia e Palazzo Marino siano in competizione con due idee molto diverse della gestione della mobilità. Da una parte c’è il Consorzio Next, sostenuto dal sindaco Beppe Sala, che vede come capofila Atm e un gruppo di aziende di peso in cui spicca proprio A2A, e che punta sull’integrazione dei servizi in un’ottica di smart city. Dall’altra parte c’è Trenord, controllata dalla Regione, che punta a diventare protagonista della mobilità, associando il sistema autostradale con Pedemontana, Tangenziali esterne e Milano Serravalle. Sala vuole vincere e forse per questo ha pensato di rafforzare nelle partecipate le competenze manageriali nei trasporti. Alla presidenza di Atm è stata appena nominata Gioia Ghezzi – una laurea in fisica teorica e un lungo periodo in McKinsey. Ghezzi è stata presidente delle Ferrovie dello Stato nello stesso periodo in cui Mazzoncini è stato amministratore delegato. Una coincidenza?

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