Piazza Arcobalena a Milano, a Nolo, nel giorno dell'inaugurazione, nel 2019 (Wikimedia commons)

GranMilano

Vita da noler

Cristina Giudici

North of Loreto, che era a km zero anche prima (DDR a parte) e si diverte ancora

"Cosa è cambiato? Ci siamo trasferiti dai locali alle piazze” sintetizza Ildo Damiano: giornalista, fashion stylist, influencer noto su Instagram con il nickname “dieciminutidiapplausi” per descrivere come hanno reagito i noler, i residenti di NoLo (North of Loreto) all’infinita sequela delle restrizioni sanitarie. Un quartiere trendy & friendly diviso in due dal confine di viale Monza. Una vanitosa al punto da definirsi con una chat “Beverly”, quella con i locali glam e lgbt friendly, gli edifici liberty, il mercato comunale Crespi con una minuscola sede del Polisocial, il programma di responsabilità sociale accademica del Politecnico. E quella più scrausa per quanto vivace nella parte orientale che attraverso via dei Transiti si affaccia su via Padova: i noler glam la chiamano, ironicamente, la DDR. In piazza Morbegno, la Galleria del Nolocosmo, che la giornata sia in fascia arancione o rossa, agli abitanti non sembra importare granché. Si siedono sulle panchine, davanti a Bici&Radici, dove si bevono caffè da asporto e si alimenta la consapevolezza eco-sostenibile.

 

Ildo Damiano ripete con entusiasmo che presto NoLo avrà anche la sua porta di accesso in piazzale Loreto, al Palazzo di Fuoco. E tutti dicono che alla fine dei lavori sarà come essere a Times Square, senza timore di esagerare un cicinìn. Ileana Indolfi, presidente di radio Nolo saluta vicini e amici, fa gli auguri di compleanno a tizio e caio, spiega che NoLo è il simbolo ante litteram della Milano 15 minutes o meglio a Km 0. Da quando nel 2016 la periferia a Nord di Loreto, è diventato appunto il brandizzato NoLO. “Per noi è stato più semplice convivere con la pandemia”, spiega, “durante il lockdown non ci siamo mai sentiti soli. Con il distanziamento sociale, la nostra vicinanza si è rafforzata”. E anche se diversi locali hanno abbassato temporaneamente la serranda, i residenti hanno trovato il modo di conservare la vivacità che si respira qui. Il cinema Beltrade è finito sul sofà con le dirette social e le proiezioni in streaming. Tutti elencano la sfilza di iniziative sociali e culturali in inglese, manco fossero davvero a Soho e non in quella che era una zona degradata e non aveva neanche un nome. Certo, il laboratorio del Politecnico che si chiama Off Campus si è trasferito sui social e in questi mesi ci si trovava lì davanti per la Spesa sospesa per le famiglie in difficoltà. “È accaduto che chi un mese prima donava cibo poi tornava il mese successivo, per chiedere un aiuto”, racconta ancora la presidente di Radio Nolo, arrivata da Bari 20 anni fa.

 

Indipendentemente dalla narrazione della NoLo bene, quella delle piazze aperte dove fino a domenica scorsa si giocava a ping pong, fa un certo effetto vedere quanto il quartiere sia davvero multietnico perché per le strade ci sono gruppi di giovani “misti” di diverse origini, mentre in altre zone di Milano con la stessa numerosa presenza di stranieri ci si aggrega ancora con quelli che si considerano i propri simili. E anche se la radio del quartiere ha interrotto Il GiorNoLo Radio, perché ora non c’è molto da informare, vanno sempre forte programmi come I Terronisti o Le mamme bastarde. E quando si poteva, in una pausa dello smart working che è radioattivo, ormai lo sanno tutti, si scendeva al NoLoSo per le merende alcoliche. Perché a NoLO si continua a scendere per strada con la mascherina sul volto. Nella Beverly del quartiere un barista che non pare demoralizzato dall’ennesima restrizione sanitaria esclama: “NoLo è una bomba”.

 

 

E così si sta per strada a dire tutto o niente nella piazza pedonale che i residenti chiamano Arcobalena perché a forma di Balena o in quella della Cotoletta perché è a forma di Cotoletta, si prendono spritz d’asporto come se ci fosse un domani: perché domani ci sarà ancora allerta rossa e le serrande dei locali tanto amati resteranno abbassate, ma ci sono i noler, e a loro basta per ingannare l’attesa con spirito scanzonato. E se il kebab più famoso di via Padova ha chiuso, il Vinaccio ha aperto il suo terzo punto vendita in via Soperga proprio durante la seconda ondata e sulla vetrina ha messo il suo motto #iorestoinquartiere. Morale: a NoLO la domanda sulla Milano dei quartieri a Km 0 sembra quasi fuori luogo perché nella parte Beverly del quartiere non c’è stato alcun bisogno di voltare le spalle al centro di Milano. I noler si sentono già al centro di un cosmo perfetto e magari in bicicletta sulla Martesana ci vanno. Ma nella DDR no perché quella lì alla fine è periferia.

 

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