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GranMilano

Da zona rossa al Pianeta Rosso. Il Lombardia Aerospace Cluster

Daniele Bonecchi

È nato per sostenere ricerca e sviluppo di un settore strategico dell’economia nazionale. Raggruppa 220 imprese e dà lavoro a 16 mila addetti, fatturando circa 6 miliardi di euro

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È ufficiale: su Marte c’è l’acqua. O meglio, ci sarà. Grazie al lavoro e alla ricerca delle imprese aerospaziali italiane (e lombarde). “Stiamo sviluppando, col Politecnico di Milano e Ohb Italia (We.Create.Space), un reattore che permetterà di estrarre l’acqua e quindi poi l’ossigeno, dalla regolite (l’insieme di sedimenti, ndr), che troviamo sul suolo lunare e su Marte”, spiega al Foglio Angelo Vallerani, presidente del Lombardia Aerospace Cluster. “Sono attività ancillari che servono a preparare le basi che verranno dislocate sulla Luna e poi su Marte. Fanno parte dell’Isru (In situ resource utilization), il progetto che permette, utilizzando ciò che si trova sul pianeta che si va a visitare, le condizioni che poi garantiscono una presenza umana. La regolite processata ha caratteristiche chimiche per cui può essere lavorata con stampanti 3D, per costruire dei mattoni che possono servire per gli insediamenti abitativi, necessari per contrastare le forti radiazioni”.

 

Dunque non solo missioni spaziali ma tutto ciò che serve per colonizzare i pianeti più “vicini”. Sul veicolo spaziale della Nasa Perseverance, sceso su Marte, alcune componenti sono italiane, o meglio lombarde. Infatti sono state realizzate dal gruppo Leonardo, nella fabbrica di Nerviano i due bracci robotici del rover. Sono destinati a scavare e raccogliere dei campioni di suolo che, inseriti in appositi contenitori, saranno depositati in luoghi strategici sul suolo del Pianeta Rosso. Nel 2026 sarà lanciata la seconda missione. Il Sample Retrieval Lander della Nasa atterrerà su Marte insieme al Sample Fetch Rover dell’Esa e al Mars Ascent Vehicle (MAV) per recuperare i contenitori lasciati da Perseverance e prepararli a essere lanciati nell’orbita marziana per il recupero. Il tutto dovrebbe concludersi nel 2031. In futuro i bracci robotici serviranno ad alimentare il reattore alimentato dalla regolite per creare le condizioni necessarie alla permanenza dell’uomo su Marte.

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Il Lombardia Aerospace Cluster è nato per sostenere ricerca e sviluppo di un settore strategico dell’economia nazionale. Voluto dalle imprese del territorio, supportato da Regione Lombardia, conta 220 imprese e dà lavoro a 16 mila addetti, fatturando circa 6 miliardi di euro, 1 miliardo l’anno di export. Nel primo semestre 2020 l’export aerospaziale lombardo è diminuito del 22,5 per cento sull’anno precedente (- 450 milioni euro) causa pandemia. Il settore aerospaziale in Lombardia vanta competenze e tecnologie sia nel comparto elicotteristico, sia aeronautico, sia dello spazio. Nel raggio di pochi chilometri si concentrano grandi, piccole e medie imprese altamente specializzate: dall’avionica ai materiali, dagli equipaggiamenti alla componentistica e fino ai servizi.

 

 

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Anche grazie alla continua collaborazione con università e centri di ricerca.  Integrazione è la parola chiave che ha guidato le scelte – guidate dall’assessore all’Innovazione Fabrizio Sala – di Regione Lombardia nell’ambito dell’aerospazio. Fin dal primo momento la Lombardia ha deciso di aderire al Piano Strategico Space Economy Nazionale, che mira a promuovere l’integrazione dei programmi spaziali nazionali e le politiche di sviluppo e coesione nazionali e regionali. Stanziando 3,3 milioni di euro. Il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani viene da Leonardo, parla la stessa lingua dell’innovazione lombarda sull’aerospazio. Non sarà difficile intendersi. 

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