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Il lato oscuro della Fiera: allestitori in agonia e niente ristori

Daniele Bonecchi

E' l'altra faccia della medaglia: “Il rischio per noi è quello di sparire dal mercato, l’unica scelta possibile è vaccinare, vaccinare, vaccinare!", ci dice Sandro Stipa, presidente di Assoallestimenti

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Sembra di sentire il grido d’insurrezione di “Quinto Potere”, il film per molti versi profetico di Sidney Lumet: “Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!”. Perché l’altra faccia del pianeta fiera, la dark side, il lato oscuro, è questo: “Il rischio per noi è quello di sparire dal mercato, l’unica scelta possibile è vaccinare, vaccinare, vaccinare!”. L’altra parte della medaglia. Sono le parole di Sandro Stipa, presidente di Asal (Assoallestimenti), associazione di FederlegnoArredo, al Foglio, per raccontare il dramma di una intera categoria, quella degli allestitori di fiere ed eventi, paralizzati, con tutti i grandi eventi causa Covid, dal febbraio del 2020. “Allo stato attuale, nella migliore delle ipotesi, prevediamo l’inizio della ripresa delle nostre attività non prima di settembre ma sarà un inizio parziale perché a settembre ottobre penso non ci sarà la possibilità di muoversi liberamente a livello internazionale, da parte dei buyer”.

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Sembra di sentire il grido d’insurrezione di “Quinto Potere”, il film per molti versi profetico di Sidney Lumet: “Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!”. Perché l’altra faccia del pianeta fiera, la dark side, il lato oscuro, è questo: “Il rischio per noi è quello di sparire dal mercato, l’unica scelta possibile è vaccinare, vaccinare, vaccinare!”. L’altra parte della medaglia. Sono le parole di Sandro Stipa, presidente di Asal (Assoallestimenti), associazione di FederlegnoArredo, al Foglio, per raccontare il dramma di una intera categoria, quella degli allestitori di fiere ed eventi, paralizzati, con tutti i grandi eventi causa Covid, dal febbraio del 2020. “Allo stato attuale, nella migliore delle ipotesi, prevediamo l’inizio della ripresa delle nostre attività non prima di settembre ma sarà un inizio parziale perché a settembre ottobre penso non ci sarà la possibilità di muoversi liberamente a livello internazionale, da parte dei buyer”.

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Amara prospettiva per un settore che impiega 120 mila lavoratori a livello nazionale, più di 300 imprese in Lombardia. Oltre alla pandemia gli allestitori hanno preso un sonoro ceffone dalle istituzioni, perché, oltre alla palude dei codici Ateco, gli aventi diritto ai cosiddetti ristori è risultata essere solo il 14 per cento delle aziende del settore. E così mentre le Fiere (contati male) hanno ottenuto 350 milioni di ristori, gli allestitori ne hanno visti solo 8. “Per quanto ci riguarda – spiega ancora Stipa – abbiamo avuto pochissimo, solo l’uno per cento è stato erogato, mentre è stato deliberato il 3 per cento del nostro fatturato, ovviamente quello perso nel 2020. Del tutto insufficiente per garantire un minimo di sopravvivenza alle imprese, aziende ferme da un anno e che saranno paralizzate per almeno altri sei mesi”.

 

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Il collasso è vicino, ma cosa servirebbe agli allestitori per resistere? “Cassa integrazione Covid almeno fino alla fine di agosto, per tutte le imprese, sia artigianali che industriali. Perché così possiamo evitare ai dipendenti il dramma di non avere alcun emolumento, però se non si ristorano le imprese, quantomeno sui costi fissi, la maggior parte potrebbero chiudere. Manca la forza economico-finanziaria per sopravvivere a un lockdown lungo un anno e mezzo. Bisogna ricordare che noi dai primi di marzo del 2020, al di là di una brevissima pausa a settembre, abbiamo visto bloccare fiere ed eventi. La nostra attività poi deve essere programmata con 8 mesi di anticipo, quindi non abbiamo certezze nemmeno per l’autunno, perché le imprese che dovrebbero partecipare alle Fiere sono ancora incerte sul da farsi”. Fra gli imprenditori del settore c’è l’impressione diffusa di essere stati abbandonati, anche mettendo a confronto una realtà grande come Milano con altre più piccole come Verona o Bologna e Rimini (che si sono appena aggregate) in una visione di sostegno territoriale.

 

   

“C’è una iniziativa importante del governo con Sace-Simest per sostenere, col 50 per cento a fondo perduto e un altro 50 a tasso agevolatissimo, le imprese che partecipano alle Fiere internazionali in Europa, e agisce sulla domanda. Per noi è fondamentale far partire la domanda. Ma la scelta migliore resta vaccinare, vaccinare, vaccinare. Senza immunità di gregge noi non partiremo”, conclude il presidente di Asal. Loro, gli allestitori, sono l’anima misconosciuta delle Fiere e dei grandi eventi: come non ricordare le geometrie del Padiglione Italia a Expo Milano 2015 o gli stand immaginifici alla Bit, la Fiera del Turismo. Per non rinunciare a tutto questo servono due cose: vaccini (come chiede anche la categoria) e l’avvio della stagione fieristica. Perché non si vive di solo web.

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