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GranMilano

Gabriele Fava, l’uomo dei conti

Mariarosaria Marchesano

Il giuslavorista milanese ci spiega il nuovo Osservatorio sulle risorse pubbliche

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Il giuslavorista milanese Gabriele Fava è stato nominato presidente del nuovo Osservatorio sulle risorse pubbliche della Corte dei Conti. L’organismo è nato a settembre 2020 dopo un’approfondita riflessione, spiega Fava al Foglio, di tutto il Consiglio di presidenza di cui fa parte come membro laico dal 2019. “Con l’arrivo della pandemia e la crescita del debito pubblico ci siamo domandati se non fosse arrivato il momento di avviare un monitoraggio trasversale e capillare su come vengono spesi i soldi dei contribuenti – racconta – È giusto verificare il livello di produttività della spesa pubblica e se la sua gestione è impostata secondo le migliori prassi, sia a livello centrale sia a livello locale. La nostra sarà un’attività di ricerca scientifica che impegnerà professionisti e magistrati di grande competenza sulla base di un organico che stiamo definendo e in collaborazione con organizzazioni nazionali ed europee”.

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Il giuslavorista milanese Gabriele Fava è stato nominato presidente del nuovo Osservatorio sulle risorse pubbliche della Corte dei Conti. L’organismo è nato a settembre 2020 dopo un’approfondita riflessione, spiega Fava al Foglio, di tutto il Consiglio di presidenza di cui fa parte come membro laico dal 2019. “Con l’arrivo della pandemia e la crescita del debito pubblico ci siamo domandati se non fosse arrivato il momento di avviare un monitoraggio trasversale e capillare su come vengono spesi i soldi dei contribuenti – racconta – È giusto verificare il livello di produttività della spesa pubblica e se la sua gestione è impostata secondo le migliori prassi, sia a livello centrale sia a livello locale. La nostra sarà un’attività di ricerca scientifica che impegnerà professionisti e magistrati di grande competenza sulla base di un organico che stiamo definendo e in collaborazione con organizzazioni nazionali ed europee”.

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Insomma, l’Osservatorio farà le pulci a tutta la spesa di risorse statali, compresa quella che passa dalle mani del Commissario straordinario per la pandemia da Covid-19, i cui atti sono sottratti al controllo della Corte dei Conti tranne che per danno erariale o colpa grave. Ma l’obiettivo principale sarà il Recovery plan. “Come sottolineato dal presidente della Repubblica, i fondi di Next Generation Eu sono un’opportunità unica e irripetibile e non va sprecata – prosegue Fava. L’Osservatorio verificherà se queste risorse verranno allocate in ragione del fabbisogno e dell’emergenza che la pandemia ha generato e sarà possibile confrontare l'esperienza italiana con quella che stanno vivendo altri paesi europei”. Finora l’unico centro di osservazione sui conti pubblici dell’Italia è stato quello istituito presso l’Università Cattolica di Milano, diretto dall’economista Carlo Cottarelli, che negli anni è diventato un punto di riferimento nel dibattito pubblico. “Il nostro Osservatorio è il primo organismo pubblico con questa funzione ed è nato in seno a un organo di rango costituzionale come la Corte dei Conti che ne definisce gli indirizzi generali e programmatici”, prosegue Fava.

 

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Proprio Cottarelli ha posto varie volte il tema della responsabilità in capo a chi fa spreco di risorse pubbliche, che resta un nodo irrisolto. In un tweet di qualche giorno fa l’ex commissario alla Spending review ha osservato che in Veneto i famosi banchi con le rotelle sono stati ritirati perché fanno venire il mal di schiena agli studenti. E commentava: “Ok. Ritiriamoli. E poi? È possibile che mai nessuno sia responsabile per gli errori fatti nella spesa pubblica?”. Insomma, il punto è che per indurre chi ha in mano i cordoni della borsa a comportamenti virtuosi potrebbe non bastare la rilevazione e l’analisi di dati seppure quest’attività venga svolta con il massimo impegno, precisione e neutralità politica. “La ricerca e la comunicazione puntuale e periodica di come vengono spese le risorse nei vari ambiti ambiti sarebbe l’inizio di un processo di trasparenza che in questo momento manca in Italia – ribatte il giuslavorista – E poi l’Osservatorio non ha alcuna possibilità di sostituirsi alla funzione di controllo degli atti del governo e delle sue diramazioni in materia di contabilità pubblica svolta. Ma svolgerà indirettamente una funzione di supporto all’attività della Corte dei Conti e le sue rilevazioni e conclusioni possono diventare un punto di riferimento nel dibattito pubblico sulla gestione della spesa statale. In definitiva, l’obiettivo è portare avanti le migliori prassi nel nostro paese che sempre di più sarà sotto il monitoraggio dell’Europa e la sua capacità di realizzare una spesa efficace messa a confronto con altri paesi”.

 

Spesa europea, spesa statale, spesa dei comuni, delle province, delle Asl: come si fa a monitorare tutto questo? “Le banche dati su tutti questi ambiti ci sono ma spesso non parlano tra loro. Noi faremo dei report periodici con l’ambizione di offrire un quadro esaustivo, ma posso dire che non è lontano il momento in cui pubblicheremo la prima analisi per fare il punto sullo stato dell’arte dei conti della pandemia”. Ma il Commissario straordinario ha goduto, almeno fino ad oggi, di una specie di scudo nelle spese per gli acquisti di materiali legati alla sicurezza sanitaria degli italiani. “Al di là delle coperture che ci possono essere in questo senso, nulla impedisce di monitorare e analizzare i dati”.

 

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