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Gran Milano

Ferma la band

Paola Bulbarelli

Qualcuno, come De Gregori, ci prova ma per la grande musica dal vivo il 2021 sarà ancora muto e triste: "E’ evidente, e s’era capito, che avremmo dovuto ragionare su una distanza più lunga"

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Chi si e chi no. Chi tornerà sul palco nel 2021 e chi preferisce non rischiare e sceglie le date dei concerti ma le fissa nel 2022. Non c’è pace per la musica dal vivo e tanto meno per i concerti da stadio. Il 2020 è stato un anno nero, senza concerti live, senza musica all’aperto se non cantata dai balconi. Tutti i tour sono stati rinviati o cancellati, e non sono mancate le polemiche. Un disastro per una piazza decisiva come Milano, abituata ai grandi eventi. Ma ora tutto sta per rimettersi in moto e i grandi organizzatori sono pronti a riprogrammare i concerti annullati nel 2021, nella speranza di riuscire a mantenere le date, visto che per molti spettacoli si è dovuto posticipare nuovamente a fine anno. Già si sa che alcuni concerti sono stati spostati allo stesso giorno del 2022, in particolare quelli programmati per i primi mesi del 2021. Persino un guerriero come il Boss Springsteen, uno che ha sempre detto di amare tantissimo San Siro, ha dovuto cedere: il suo storico organizzatore italiano, Claudio Trotta, pare abbia “bloccato” tre date a Milano: ma per il 20202. Ma c’è pure chi ci tenta, come Francesco De Gregori che dopo i concerti cancellati nel 2020, ha ora deciso di arrivare a Milano, con  una data all’Alcatraz per recuperare il concerto già annullato tre volte.

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Chi si e chi no. Chi tornerà sul palco nel 2021 e chi preferisce non rischiare e sceglie le date dei concerti ma le fissa nel 2022. Non c’è pace per la musica dal vivo e tanto meno per i concerti da stadio. Il 2020 è stato un anno nero, senza concerti live, senza musica all’aperto se non cantata dai balconi. Tutti i tour sono stati rinviati o cancellati, e non sono mancate le polemiche. Un disastro per una piazza decisiva come Milano, abituata ai grandi eventi. Ma ora tutto sta per rimettersi in moto e i grandi organizzatori sono pronti a riprogrammare i concerti annullati nel 2021, nella speranza di riuscire a mantenere le date, visto che per molti spettacoli si è dovuto posticipare nuovamente a fine anno. Già si sa che alcuni concerti sono stati spostati allo stesso giorno del 2022, in particolare quelli programmati per i primi mesi del 2021. Persino un guerriero come il Boss Springsteen, uno che ha sempre detto di amare tantissimo San Siro, ha dovuto cedere: il suo storico organizzatore italiano, Claudio Trotta, pare abbia “bloccato” tre date a Milano: ma per il 20202. Ma c’è pure chi ci tenta, come Francesco De Gregori che dopo i concerti cancellati nel 2020, ha ora deciso di arrivare a Milano, con  una data all’Alcatraz per recuperare il concerto già annullato tre volte.

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“Il bilancio del 2020 è tragico – spiega Vincenzo Spera, presidente di Assomusica – Siamo il settore che non ha potuto aprire nemmeno un giorno e il calo del fatturato è intorno al 97 per cento, minimo minimo un miliardo e mezzo sia come fatturazione da biglietteria sia come influsso nei territori a livello turistico. L’anno si presenta, almeno nella prima metà, ancora come un fermo biologico, non ci sono molti spiragli da qui fino alla primavera o forse all’estate. La speranza è che si possa riaprire in maniera un po’ più ampia rispetto all’estate scorsa e se prosegue la somministrazione dei vaccini e questa va a buon fine, entro l’autunno poter ripartire. Queste, ribadisco, sono le speranze più che le possibilità concrete. All’estero sono stati fatti esperimenti confortanti su test portati avanti in alcune nazioni a cominciare dalla Spagna dove non si sono registrati casi di infezioni in occasioni di concerti fatti apposta per testare la metodologia, e questo ci fa sperare. E’ evidente, e s’era capito, che avremmo dovuto ragionare su una distanza più lunga, tanto è vero che molti dei tour mondiali, quelli che partono dall’America o dall’Inghilterra, hanno già deciso che li effettueranno nel 2022. Il nostro lavoro è quello di cercare di aprire il prima possibile e in tutto questo bisogna innescare una serie di meccanismi che consentano una vera ripresa. In Germania il governo ha stanziato 2 miliardi di euro; da settembre si può tornare ad organizzare concerti, ma nel caso in cui la situazione non lo consentisse è già pronto il fondo per i ristori” conclude Spera.

 

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E’ chiaro che di concerti non se ne parla.  “C’è stata una prima fase in cui si facevano dal salotto di casa con l’artista che con la sua chitarra suonava per il mondo – racconta Paolo Giordano, giornalista super esperto del settore – Hanno fatto anche eventi mondiali via streaming, via zoom giusto all’inizio, a botta calda ma adesso sono anche finiti i concerti dal tinello e tutto è fermo. Soprattutto bisogna pensare che se Renga deve fare un tour in Italia ci mette due mesi per organizzarlo  ma se fossero i Rolling Stone, per un tour mondiale, servono tre anni. I posti negli stadi vengono venduti e affittati due anni prima. Un settore che se domani tolgono il lockdown e il virus sparisce, prima che tutto riparta come prima ci vorrà parecchio tempo. E gli aiuti non ci sono stati. Ogni tanto Franceschini dice di dare 10-20 milioni ma non sono niente. Anche perché il settore è fatto da una montagna di gente con contratti a termine. Il facchino di Vasco che lo segue in tournée, una volta finita è finito pure il suo lavoro. Sono tanti gli artisti che hanno devoluto in modo privato, silenzioso, qualche volta pubblico a quella che è la quantità di gente che li segue costituita dai tecnici, dai fonici e via dicendo“. A proposito di streaming, la situazione è ben diversa. “Dal nostro punto di vista i concerti e i grandi eventi nel 2021 sarà molto difficile che si potranno fare. Forse eventi più contenuti con un numero ridotto di pubblico in presenza – precisa Enzo Mazza, presidente Fimi che si occupa delle major discografiche e  di musica registrata. I grandi tour internazionali non avverranno prima del 2022. Tanti, invece, i concerti in streaming e questo è un fenomeno che si sta sviluppando tantissimo che sicuramente rimarrà nel futuro. Ma in questa fase non è in grado di coprire i costi e di dare sostegno al settore che è fermo per i concerti dal vivo. Ma grazie alle più innovative tecnologie immersive, ci sono eventi virtuali vissuti come eventi dal vivo mentre sono stati realizzati in studio.  Sviluppi molto interessanti sono anche nel mondo della classica dove molte esperienze, come a Milano la Scala o il Donizzetti a Bergamo, hanno visto un forte incremento del pubblico a pagamento e che significa attirare altro pubblico per il futuro. Quando riprenderà la musica dal vivo gli eventi digitali e in streaming non verranno a cessare, anzi, ci si aspetta anche qui un’integrazione importante”. 

 

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