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GranMilano

Quanto servirebbe il super bonus, ma la burocrazia tiene tutto fermo

Giovanni Seu

A Milano almeno la metà dei circa 26 mila condomini presenti potrebbero accedere alla misura. Ma c'è più di un limite che frena la partenza. Parlano le associazioni del settore edile 

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A cinque mesi dal via, il super bonus 110 per cento che dovrebbe fare da volano alla ripresa economica non è ancora decollato. E stavolta il Covid c’entra poco, o quantomeno non è determinante in questa impasse di cui il settore edilizio non ha proprio bisogno. Il provvedimento che, lo ricordiamo, prevede la detrazione fiscale del 110 per cento delle spese sostenute per gli interventi che migliorano l’efficienza energetica degli edifici e che riducono il rischio sismico è frenato dai limiti della normativa che, spiegano le associazioni del settore, presenta non pochi punti migliorabili: “C’è un buco normativo ad esempio su box e villette – afferma il segretario generale di Assoedilizia Cesare Rosselli – cui si aggiunge una questione di carattere finanziario, ovvero occorre un interlocutore che anticipi o produca il finanziamento. Faccio un esempio, per una casa anni 50, di 5 o 6 piani, che deve recuperare due classi energetiche attraverso due interventi al cappotto e alla caldaia, occorre una spesa di 4-500 mila euro: se prendo un finanziamento ho un interesse da pagare del 6,2 per cento che fa venire meno il vantaggio del bonus”.

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A cinque mesi dal via, il super bonus 110 per cento che dovrebbe fare da volano alla ripresa economica non è ancora decollato. E stavolta il Covid c’entra poco, o quantomeno non è determinante in questa impasse di cui il settore edilizio non ha proprio bisogno. Il provvedimento che, lo ricordiamo, prevede la detrazione fiscale del 110 per cento delle spese sostenute per gli interventi che migliorano l’efficienza energetica degli edifici e che riducono il rischio sismico è frenato dai limiti della normativa che, spiegano le associazioni del settore, presenta non pochi punti migliorabili: “C’è un buco normativo ad esempio su box e villette – afferma il segretario generale di Assoedilizia Cesare Rosselli – cui si aggiunge una questione di carattere finanziario, ovvero occorre un interlocutore che anticipi o produca il finanziamento. Faccio un esempio, per una casa anni 50, di 5 o 6 piani, che deve recuperare due classi energetiche attraverso due interventi al cappotto e alla caldaia, occorre una spesa di 4-500 mila euro: se prendo un finanziamento ho un interesse da pagare del 6,2 per cento che fa venire meno il vantaggio del bonus”.

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Ma non è tutto, secondo l’avvocato altri intoppi possono presentarsi sulla strada: “Se la qualità dei lavori non è soddisfacente il condominio non paga, si avvia un contenzioso e si rischia di perdere i crediti. Quanto al bonus esteso agli interventi antisismici è poco appetibile, a Milano l’ultimo terremoto risale a 400 anni fa”. La platea per il bonus sarebbe enorme. Secondo Assoedilizia la gran parte degli edifici, in particolare quelli nella fascia intorno alla circonvallazione esterna (la linea 90-91, per i milanesi) risalgono gli anni 50 e 60 e in massima parte rientrano nelle classi energetiche più basse. Dei circa 26 mila condomini presenti in città almeno la metà sono interessati al cosiddetto super bonus: una realtà che potrebbe agire come moltiplicare sul mercato edilizio. Ne è ben consapevole Marco Dettori, presidente di Assimpredil Ance, che giudica positivo il provvedimento che porta la firma del ministro per lo Sviluppo economico Patuanelli: “E’ molto buono, risponde in modo adeguato a un tessuto delle proprietà che ormai è polverizzato e a una realtà industriale di piccole e medie imprese che possono realizzare opere specialistiche ma non complesse”.

 

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La sua applicazione è però minata da due criticità: “Il termine per le opere è fissato al 31 dicembre del 2021, è molto difficile da rispettare per i condomini che sono tenuti ad approvare un testo dai contenuti complessi, inoltre in tempi così stretti ci sarebbe la difficoltà del tessuto industriale di reggere un numero iperbolico di ordini: c’è il rischio che si ripeta quanto successo con i serramenti dove gli ordini sono saltati per la grande domanda stimolata proprio dal bonus”.

 

L’altro problema riguarda le tempistiche della burocrazia che forse anche in questo caso sta scontando la riorganizzazione dovuta all’emergenza coronavirus: “Solo lo scorso 18 novembre l’Agenzia delle entrate ha precisato che la detrazione non spetta in presenza di un unico proprietario – aggiunge Dettori – considerando che la domanda presentata era datata 1 luglio significa che abbiamo perso cinque mesi. Molto grave anche la situazione al Comune dove il rilascio degli atti di fabbrica, necessari per certificare la regolarità urbanistica di un edificio, richiede tempi che vanno dai sei ai nove mesi: questo passaggio rischia essere l’anello debole della catena, abbiamo anche chiesto di potere ovviare tramite l’autocertificazione”. Con questo quadro precario per Assimpredil la priorità è un intervento che modifichi i termini degli interventi: “La transizione energetica passa per l’edilizia – afferma il presidente – nel 2030 abbiamo l’obiettivo di riduzione dei consumi energetici, nel 2050 l’azzeramento: un passo importante per avvicinarci a questi traguardi è la proroga del termine del 31 dicembre 2021, mi risulta che a Roma parlamentari di maggioranza e di opposizione stanno lavorando assieme in questa direzione”.

 

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