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L’ultimo Natale di San Siro (forse). I tempi di Scaroni e gli stop politici

Giovanni Seu

Per il presidente del Milan i lavori del nuovo stadio partiranno per metà 2021, ma dal Comune frenano. La ricandidatura di Sala e il puzzle dei comitati

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Al momento l’unica certezza è lo studio di fattibilità e il nuovo piano economico finanziario che Inter e Milan hanno consegnato al Comune lo scorso 6 novembre per conquistarne il favore. Il dossier, a conoscenza soltanto dell’assessore Pierfrancesco Maran e dei tecnici dell’assessorato all’Urbanistica, secondo quanto annunciato dalle due società contiene la ridefinizione del progetto di San Siro in linea con i 16 punti approvati dal Consiglio comunale un anno fa. In particolare prevede “un’area pedonale pari a circa 220 mila mq, con verde pubblico raddoppiato da 56 mila a 106 mila mq” e soprattutto “una significativa riduzione delle volumetrie accessorie rispetto alla proposta iniziale, equivalenti a un indice edificatorio di 0,51 mq/mq”.

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Al momento l’unica certezza è lo studio di fattibilità e il nuovo piano economico finanziario che Inter e Milan hanno consegnato al Comune lo scorso 6 novembre per conquistarne il favore. Il dossier, a conoscenza soltanto dell’assessore Pierfrancesco Maran e dei tecnici dell’assessorato all’Urbanistica, secondo quanto annunciato dalle due società contiene la ridefinizione del progetto di San Siro in linea con i 16 punti approvati dal Consiglio comunale un anno fa. In particolare prevede “un’area pedonale pari a circa 220 mila mq, con verde pubblico raddoppiato da 56 mila a 106 mila mq” e soprattutto “una significativa riduzione delle volumetrie accessorie rispetto alla proposta iniziale, equivalenti a un indice edificatorio di 0,51 mq/mq”.

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Nell’attesa, è stato il presidente del Milan Paolo Scaroni a dare un’accelerata affermando che dopo l’approvazione del progetto da parte della Giunta arriverà quello nel dettaglio e che per metà 2021 partiranno i lavori del nuovo stadio. Per Bruno Ceccarelli, presidente della commissione Urbanistica di Palazzo Marino, si tratta solo di “una dichiarazione di marketing. Questo progetto dev’essere esaminato dalla Giunta, poi dev’essere fissata una conferenza dei servizi con Regione, Mm, Arpa, società delle reti elettriche, vigili del fuoco. Dopo la verifica della normativa nazionale sugli stadi ci sarà il passaggio in Consiglio, io non escludo anche una consultazione popolare con forme da stabilire”.

 

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Che questo iter si concluda entro il termine annunciato da Scaroni è piuttosto dubbio: “Tutto è possibile – aggiunge l’esponente Pd – ma non credo che sarà questo Consiglio a votare sul nuovo stadio, è più probabile che diventi un tema da campagna elettorale”. Posizione condivisa da Alessandro De Chirico, consigliere di FI tra i più convinti dell’operazione nuovo stadio: “Non credo che voteremo in questo mandato salvo due condizioni: la proroga della consiliatura sino all’autunno 2021 oppure la decisione di Sala di non ricandidarsi, che gli lascerebbe maggiore libertà. Si si dovesse votare oggi i numeri sarebbero incerti”. Musica per le orecchie del fronte avverso al nuovo Meazza raggruppato in diversi comitati, tra questi uno dei più agguerriti è lo storico Gruppo Verde San Siro.

 

La strategia dei comitati si articola in due mosse: è stato inoltrato un ricorso ai Comitati tecnico scientifici dei Beni culturali. Se poi dovesse arrivare il via libera del Comune è pronto un ricorso al Tar. A dargli man forte, sul piano politico, ci sono i Verdi e un’area che va dal Pd all’estrema sinistra passando per i 5s. Sul versante opposto si aggiunge la posizione di Marco Bestetti, presidente del Municipio 7, che si smarca da FI: “Prima di decidere affidiamoci alla valutazione di un soggetto di natura terza, quella effettuata dal Politecnico, seppure autorevole, non lo è in quanto l’ateneo è consulente delle due società.

 

Solo dopo saremo sicuri che non è realizzabile una ristrutturazione dello stadio”. Il quadro è reso ancora più composito dalla presenza di cittadini organizzati a favore: è il caso del comitato Progetto San Siro, il cui presidente Nicola Pelosi sostiene la necessità di un intervento: “Pensiamo a uno stadio sul modello di quelli di Chelsea o Tottenham, quest’ultimo costruito proprio da Populus, ben integrati e funzionali”. Per l’edificazione servono tre anni, anche iniziando nel 2021 ci sarebbe la possibilità di effettuarvi l’inaugurazione delle Olimpiadi del 2026.

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