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Altagamma dà numeri ottimistici per il lusso. E un po’ ci riesce

Fabiana Giacomotti

Dopo il calo (-20 per cento) e l'incertezza, il mercato dell’alto di gamma si prepara a tornare ai livelli del 2013. Il Covid ha accelerato di cinque anni il processo di digitalizzazione delle imprese e del singolo

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Teniamoci buoni i cinesi, i ragazzini della generazione Z che sono stati i primi ad affollare nuovamente i negozi nello iato glorioso fra un lockdown e l’altro e in generale chiunque mostri un pur vago interesse per i beni di lusso che sappiamo produrre, perché il mercato dell’alto di gamma, cioè il made in Italy della moda, del design, del food, del turismo, si prepara a tornare ai livelli del 2013. La consueta analisi annuale Market Monitor sviluppata con Bain Worldwide e l’Altagamma Consensus, presentati online a una platea di oltre duemila persone di sette paesi che voleva solo sentirsi rincuorare, ha in effetti cercato di tenere alto il morale di tutti, preconizzando una ripresa già nell’anno a venire.

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Teniamoci buoni i cinesi, i ragazzini della generazione Z che sono stati i primi ad affollare nuovamente i negozi nello iato glorioso fra un lockdown e l’altro e in generale chiunque mostri un pur vago interesse per i beni di lusso che sappiamo produrre, perché il mercato dell’alto di gamma, cioè il made in Italy della moda, del design, del food, del turismo, si prepara a tornare ai livelli del 2013. La consueta analisi annuale Market Monitor sviluppata con Bain Worldwide e l’Altagamma Consensus, presentati online a una platea di oltre duemila persone di sette paesi che voleva solo sentirsi rincuorare, ha in effetti cercato di tenere alto il morale di tutti, preconizzando una ripresa già nell’anno a venire.

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Ma i dati di chiusura del 2020 evidenziano un calo del 20-21 per cento che anche l’atteso rimbalzo del 14 per cento nel prossimo semestre e l’auspicato boom cinese (+18 per cento) non basterà a colmare: resta infatti ancora da verificare appieno l’impatto delle mutazioni in corso nei comportamenti di massa e, va detto, della sua reattività e disponibilità alla spesa. L’emergenza coronavirus ha sicuramente accelerato di circa cinque anni il processo di digitalizzazione delle imprese e del singolo, come ha osservato il presidente di Altagamma, Matteo Lunelli, favorendo almeno in apparenza una diversa e più attenta percezione della qualità.

 

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Però il momento attuale è difficile per tutti i comparti, a partire dai beni di lusso personali come moda, gioielleria, accessori, cosmetica (-23 per cento previsto nello scenario base). Crescerà ancora, e non potrebbe essere altrimenti, il retail digitale, in aumento del 22 per cento. La differenza però, e come sempre, la darà la reattività delle imprese e la loro capacità di guidare i cambiamenti, senza farsene travolgere.

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