PUBBLICITÁ

GranMilano

Tra lockdown e tavoli politici. L’occasione per parlarsi. E decidere

Fabio Massa

La proposta di tregua, con sguardo al Recovery Fund, da parte del leghista Alessandro Morelli e l'apertura di Beppe Sala "è il momento della collaborazione". Il Pd non ci crede, ma la politica non dovrebbe giocare d'azzardo in questa fase 

PUBBLICITÁ

La politica non dovrebbe essere un gioco d’azzardo, mai. Tanto più in giorni come questi, vissuti sul filo della paura, della curva che sale, degli allarmi dei Pronto soccorso pieni. E dall’altra parte sul baratro di un’altra angoscia, quella delle attività che chiudono, del lavoro che soffoca. Il braccio di ferro, e peggio ancora se fosse uno scarica barile, tra il sindaco (e il presidente della Regione, appena un passo indietro), e il ministro della Salute (e il consigliere speciale del premier) sul possibile lockdown della città (che è una cosa diversa anche dalla “zona rossa”: Walter Ruggeri dovrebbe stare attento alle parole che usa) è un rischio che si dovrebbe evitare di correre. La politica non dovrebbe essere un gioco d’azzardo, anche se inevitabilmente in situazioni e decisioni come queste entrano anche la misura del consenso, i cittadini e gli elettorati a cui rispondere, le critiche da schivare. La politica non dovrebbe essere un gioco d’azzardo, eppure a volte si trasforma in un susseguirsi di posizioni, e dichiarazioni, di bicchieri che sembrano pieni e invece sono mezzi vuoti.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


La politica non dovrebbe essere un gioco d’azzardo, mai. Tanto più in giorni come questi, vissuti sul filo della paura, della curva che sale, degli allarmi dei Pronto soccorso pieni. E dall’altra parte sul baratro di un’altra angoscia, quella delle attività che chiudono, del lavoro che soffoca. Il braccio di ferro, e peggio ancora se fosse uno scarica barile, tra il sindaco (e il presidente della Regione, appena un passo indietro), e il ministro della Salute (e il consigliere speciale del premier) sul possibile lockdown della città (che è una cosa diversa anche dalla “zona rossa”: Walter Ruggeri dovrebbe stare attento alle parole che usa) è un rischio che si dovrebbe evitare di correre. La politica non dovrebbe essere un gioco d’azzardo, anche se inevitabilmente in situazioni e decisioni come queste entrano anche la misura del consenso, i cittadini e gli elettorati a cui rispondere, le critiche da schivare. La politica non dovrebbe essere un gioco d’azzardo, eppure a volte si trasforma in un susseguirsi di posizioni, e dichiarazioni, di bicchieri che sembrano pieni e invece sono mezzi vuoti.

PUBBLICITÁ

 

Così, accanto al virus, scivolano sulla città altre cose segrete, da tracciare con attenzione. Occorre ad esempio verificare la bontà della proposta del “Tavolo Milano” da parte della Lega. Che cos’è il Tavolo Milano? Una sorta di pax ambrosiana, volta a dichiarare il cessate il fuoco tra Regione e Comune, tra centrosinistra e centrodestra, e a cascata anche tra Regione e governo e via discorrendo. Il Tavolo Milano pare essere la logica conseguenza delle parole pronunciate da Silvio Berlusconi qualche giorno fa: “Oggi non è il momento delle divisioni e delle rivalse, è quello della solidarietà e del lavoro concorde, della coesione sociale e della condivisione delle scelte”. Insomma, seppellite le asce di guerra, ma a portata di mano.

 

PUBBLICITÁ

E dunque, a proporre il Tavolo Milano, con un po’ di sorpresa, è stato Alessandro Morelli, uomo vicinissimo a Salvini, consigliere comunale e responsabile per la Lega delle questioni inerenti alla Rai. Inoltre, uno dei peggiori nemici di Beppe Sala, che ebbe anche a querelarlo nel marzo 2019. “Io sono uno dei più forti oppositori di Beppe Sala, ma non è il tempo delle liti – spiega al Foglio Morelli – Il tema è molto semplice. Vivendo da parlamentare la vita politica a Roma ho capito perfettamente quanto siano fondamentali i passaggi pre-natalizi: il mille proroghe e la legge di bilancio. In più quest’anno si prevede il Recovery fund, che potrà vedere per le proprie caratteristiche Milano protagonista”.

 

In che senso? “Il Recovery fund va a toccare argomenti come innovazione tecnologica, la sanità, la sostenibilità, nei quali Milano eccelle. Ecco perché il mio suggerimento alle istituzioni che oggi governano Milano e la Lombardia è quello di coinvolgere tutte le istituzioni a tutti i livelli, cosa che abitualmente nelle altre città fanno, anche in maniera non organizzata”. Insomma, per Morelli “Milano è un gigante dell’innovazione e dell’economia, ma un nano politico. Noi milanesi purtroppo abbiamo questo vulnus, sicuramente dovuto al fatto che da noi la politica è vissuta come battaglie di bandiera”. Il virus obbliga ad andare oltre: “E quindi questa è la mia proposta. Un tavolo aperto dai consiglieri comunali fino all’Europarlamento”.

 

Paura che sia pletorico? “E’ evidente che poi un tavolo di questo genere si dovrebbe allargare alle parti sociali, però non voglio arrivare fino a tanto perché sennò al cittadino medio vengono in mente i famosi stati generali, che francamente sia a Milano che a Roma hanno portato a zero o a meno di zero”. Inoltre gli animi si stanno scaldando in tutta Italia, con manifestazioni e proteste. “Il tavolo può essere una camera di compensazione. Purtroppo a volte chi governa vive in una propria bolla, nella quale non solo si pensa di avere sempre ragione ma anche di avere la verità in tasca. A volte un bagno di umiltà e confronto sarebbe utile. Ieri Sala diceva: ognuno tira un po’ dalla propria parte. E’ vero. Ed è comprensibile. Ma in questa fase dobbiamo essere diversi, io sono il più forte oppositore a Beppe Sala, e vorrei che facessimo un passo indietro tutti quanti, purché nessuno pensi di saperne un po’ più degli altri”.

PUBBLICITÁ

 

PUBBLICITÁ

E tutto questo, mentre qualche giorno fa Beppe Sala, in Consiglio comunale, ha fatto una apertura da tempi di crisi grave e responsabilità: “La pandemia non accetta la logica della contrapposizione a tutti i costi, né la ricerca ‘ante litteram’ del colpevole di turno. Gli italiani, e i milanesi prima di tutti, non capiscono né apprezzano questo spettacolo di continua contrapposizione: questo è il momento dell’unità, della ricerca di soluzioni utili e praticabili, della collaborazione tra istituzioni, anche e soprattutto di colore politico diverso”. Parole obbligate o la strada per una gestione della nuova crisi meno litigiosa, assurdamente litigiosa, di quanto fu in primavera? Certo, sullo sfondo ci sono le elezioni e la candidatura di Paolo Veronesi, che però non scalda Morelli: “Per come si è espresso sul fronte dell’impegno del lavoro del sindaco, forse non ha ben capito quali sono gli impegni del sindaco di Milano”.

 

PUBBLICITÁ

E la sinistra che cosa risponde a Morelli? Pierfrancesco Majorino provoca: “L’idea di Morelli è molto buona, ma solo se sul Tavolo Milano arriva la promessa di dimissioni di Fontana nel 2021. Va bene il tavolo, ma solo se ha una logica di cambiamento, che passa ovviamente dalle dimissioni di Fontana”. Un modo non particolarmente originale di dire di no. Più sfumata Silvia Roggiani, segretaria milanese dei Dem: “Diciamo a Morelli che il tavolo c’è già, da marzo. Sono certa che verrà riconvocato: l’importante è che ciascuno lavori anche facendo pressione su Regione su alcuni temi su cui si è fatto fatica, in modo non ideologico, perché in ballo c’è la salute dei cittadini”. Insomma, che cosa si diceva del parlarsi a cuore aperto? Forse #nonandràtuttobene.

 

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ