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Contro Mastro Ciliegia

Il disastro Rai è che è diventata “La Bustarella”

Maurizio Crippa

La vicenda di Detto Fatto fa venire in mente i peggiori programmi trash di cinquant'anni fa. Ma questa è la televisione pubblica. Nel 2020 

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Il 25 novembre, okay. Tutti con la virgola di rossa persino sui giornali, okay. Tutti ad agitarsi per bloccare l’intervista della Leosini a quel delinquente, proprio in vista del 25 novembre, okay. Non è per ripetersi e tanto meno per vantarsi, però vi avevamo avvertiti: il vero problema della Rai, tv del canone, non è tanto il tasso di correttezza su questo o quel grave tema. E’ che non ha più un’idea o una linea editoriale. E forse nemmeno un funzionario che sbirci, con l’occhio a mezz’asta, quel che va in onda.

 

Altrimenti non avrebbe potuto accadere quel disastro totale del buon senso, e solo in subordine del buon gusto, ovvero il “tutorial” che il programma “Detto Fatto” di Rai Due ha mandato in onda. Quello per spiegare come si fa la spesa “sexy” al supermercato. Ci diranno la conduttrice e gli autori, se non lo hanno già fatto, che era ironico e autoironico. E questo è anche peggio, significa la totale incapacità di fare ironia e autoironia. Essendo nato prima delle tv di Berlusconi, mi sono tornati in mente mitici antesignani del trash che si chiamavano “la Bustarella” o “Il pomofiore”. Ma quella era la tv degli uomini primitivi di cinquant’anni fa. Questa è la televisione pubblica, il 25 novembre 2020.

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