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le dichiarazioni

Il caso Cospito in Cdm. "Le violenze confermano che il 41 bis è giusto", dice Delmastro

Chi ha deciso di infliggere il carcere duro all'anarchico aveva visto giusto nel ritenerlo ancora un leader, sostiene il sottosegretario alla Giustizia. Il Garante Mauro Palma invita a "valutare con serenità" la posizione del detenuto

"La serie di violenze di queste ore, così come già la busta con proiettile al Pg di Torino, confermano che c'era un fondamento nell'adozione del 41 bis su Alfredo Cospito". Per il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro è la cronaca delle ultime ore a spiegare perché l'isolamento dell'anarchico detenuto a Sassari in regime di carcere duro ha un fondamento e non può essere revocato. Prima gli attacchi alle ambasciate italiane di Berlino e Barcellona, poi la molotov contro il distretto di polizia Prenestino a Roma e i tafferugli a Trastevere tra la polizia e alcuni manifestanti che solidarizzano con Cospito. Infine la lettera recapitata alla redazione livornese del quotidiano Il Tirreno, con minacce ai giudici e un proiettile. Segnali degli anarchici che chiedono un allentamento delle misure detentive di Afredo Cospito, in sciopero della fame dallo scorso ottobre. 

 

 

Chi lo ha incontrato, come il garante dei detenuti Mauro Palma, si dice "molto preoccupato". Palma è stato in carcere da Cospito tre volte. "Da giorni dico che Cospito deve andare in un carcere dove sia possibile un immediato intervento ospedaliero qualora fosse disgraziatamente necessario", ha raccontato a Repubblica. "Per un Garante dei diritti il primo punto è la salute", ha aggiunto Palma, sottolinenado che "è ovvio che uno stato non può cedere" ma che si deve "valutare con serenità la posizione di Cospito". Il dato di partenza è che il 41 bis può essere revocato e la scelta va presa sulla base di un quadro giuridico che non ha a che fare con gli attentati del fine settimana: "Per gli atti amministrativi la possibilità esiste sempre, al di là della legge sul 41 bis", ha spiegato il Garante. La valutazione spetterebbe al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che oggi in Consiglio dei ministri terrà un'informativa ai colleghi sul caso. Ma intanto il suo sottosegrario non ha dubbi. "Chi ha deciso di infliggere il carcere duro a Cospito aveva visto giusto nel ritenerlo ancora un leader, un riferimento forte per una vasta compagine anarchica ritenuta pericolosa", dice Delmastro in un'intervista allo stesso giornale. Il 41 bis "non è stato applicato subito per i delitti commessi, ma dopo la verifica del fatto che lanciava segnali esterni e chiedeva azioni rivoluzionarie e distruttive, criticando persino gli anarchici che non sposavano la linea del terrore".  Poi parlando con il Messaggero, Delmastro precisa: “Lo stato non arretra, non può farlo”. “Evidentemente il comportamento di Cospito in carcere riesce a influenzare una rete di terroristi violenti. E questo è uno dei presupposti per il 41-bis”.

La linea del governo è ferma. "Azioni del genere non intimidiranno le istituzioni", ha detto ieri con una nota stampa Giorgia Meloni. "Tanto meno se l'obiettivo è quello di far allentare il regime detentivo più duro per i responsabili di atti terroristici. Lo Stato non scende a patti con chi minaccia". Oggi il caso sarà affrontato in Consiglio dei ministri, convocato per le 18,30. 

 

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