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La smentita del Fatto

Redazione

Dopo quattro anni di indegna gogna, l’assoluzione di papà Boschi è a pagina 10

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Il procedimento contro Pier Luigi Boschi è stato archiviato dal giudice delle indagini preliminari su richiesta della procura. La notizia era particolarmente rilevante, perché conclude una vicenda che era stata ampiamente pubblicizzata a causa dei ruoli politici ricoperti dalla figlia Maria Elena. La notizia avrebbe dovuto interessare più di tutti i lettori del Fatto quotidiano, che per anni sono stati “informati” dei sospetti e delle ricostruzioni che hanno alimentato lo scandalo, poi rivelatosi in una bolla di sapone. Però se ieri i lettori di Travaglio avessero voluto saperne qualcosa, dal giornale che si vanta di essere un paladino della correttezza e della trasparenza, avrebbero dovuto scovare la notizia a pagina 10 in un trafiletto di diciotto righe. Un po’ poco, per stare sull’eufemismo, se confrontato con i titoli di testa in cui per tempo infinito quel giornale ha illustrato in modo assai fazioso, spesso volgare, e soprattutto tendenzioso – il Giglio magico familista e affarista – quell’inchiesta.

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Il procedimento contro Pier Luigi Boschi è stato archiviato dal giudice delle indagini preliminari su richiesta della procura. La notizia era particolarmente rilevante, perché conclude una vicenda che era stata ampiamente pubblicizzata a causa dei ruoli politici ricoperti dalla figlia Maria Elena. La notizia avrebbe dovuto interessare più di tutti i lettori del Fatto quotidiano, che per anni sono stati “informati” dei sospetti e delle ricostruzioni che hanno alimentato lo scandalo, poi rivelatosi in una bolla di sapone. Però se ieri i lettori di Travaglio avessero voluto saperne qualcosa, dal giornale che si vanta di essere un paladino della correttezza e della trasparenza, avrebbero dovuto scovare la notizia a pagina 10 in un trafiletto di diciotto righe. Un po’ poco, per stare sull’eufemismo, se confrontato con i titoli di testa in cui per tempo infinito quel giornale ha illustrato in modo assai fazioso, spesso volgare, e soprattutto tendenzioso – il Giglio magico familista e affarista – quell’inchiesta.

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Per esempio: nel numero del 16 gennaio 2016 campeggiava in prima pagina un titolo in cui Flavio Carboni parlava di incontri con “papà Boschi”, e un fotomontaggio in cui Carboni, in grembiulino massonico, appariva con Boschi e Tiziano Renzi. Didascalia: “Strani incroci”. Nella stessa pagina, una vignetta in cui una giuliva Maria Elena diceva: “Per crescere sani e belli bisogna avere un papà e una banca”.

  

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La campagna è andata avanti per più di quattro anni, con perle di indecenza come il 1° dicembre 2017, “Assassinio sull’Etruria Express”, ma ora che la vicenda è conclusa se ne dà conto in modo quasi introvabile, non senza alludere a altre indagini ancora in corso, come a dire che non è detta l’ultima parola.

  

Ogni giornale decide sul rilievo delle notizie, ma il criterio del Fatto – tutte le accuse sono sacrosante, le assoluzioni possono esser errori giudiziari – appartiene a un giustizialismo che non ha neppure il coraggio di riconoscere gli errori. Anche i lettori, però, hanno il diritto di valutare le scelte editoriali. Non sono obbligati a comportarsi come il popolino sotto la ghigliottina. Poi quello stesso popolino applaudì quella che giustiziò l’Incorruttibile, ma questa notizia Travaglio l’avrebbe data a pagina 12.

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