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Editoriali

Lo scudo necessario

Redazione

Presidi, medici, aziende. Se servono deroghe è perché le leggi sono lacciuoli

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Non si è ancora risolta la questione della responsabilità penale dei presidi in relazione alle norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro. La loro richiesta è che non si determini responsabilità penale per chi ottempera al regolamento che sarà adottato dal governo, ed è del tutto ragionevole. E’ una delle incertezze che gravano sulla riapertura delle scuole. Si dovrebbe adottare una deroga, ampiamente giustificata dalla situazione, come la si è adottata per i medici impegnati nella lotta alla pandemia, per gli amministratori dell’Ilva che non potevano rispondere degli eventuali reati ambientali derivati dalla gestione precedente, per gli amministratori genovesi e liguri che hanno realizzato in tempi strettissimi la costruzione del nuovo ponte e la demolizione dei tronconi del Morandi crollato.

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Non si è ancora risolta la questione della responsabilità penale dei presidi in relazione alle norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro. La loro richiesta è che non si determini responsabilità penale per chi ottempera al regolamento che sarà adottato dal governo, ed è del tutto ragionevole. E’ una delle incertezze che gravano sulla riapertura delle scuole. Si dovrebbe adottare una deroga, ampiamente giustificata dalla situazione, come la si è adottata per i medici impegnati nella lotta alla pandemia, per gli amministratori dell’Ilva che non potevano rispondere degli eventuali reati ambientali derivati dalla gestione precedente, per gli amministratori genovesi e liguri che hanno realizzato in tempi strettissimi la costruzione del nuovo ponte e la demolizione dei tronconi del Morandi crollato.

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L’elenco delle deroghe alla legislazione vigente che si rendono necessari per fronteggiare situazioni straordinarie potrebbe continuare, e questo pone un interrogativo di fondo. L’Italia, e non solo l’Italia naturalmente, deve affrontare una fase eccezionale. Ma la legislazione rappresenta un freno agli sforzi necessari: per i suoi caratteri confusi e contraddittori, aggravati anche da aspetti inutilmente punitivi o “sospettosi”, a cominciare dal principio vago e pericoloso della responsabilità “oggettiva” o di funzione. Per non parlare delle tendenze giustizialiste (anche nel corpo sociale) e dell’ansia di protagonismo di settori della magistratura. Quando la necessità di deroghe diventa così estesa e impellente, bisogna domandarsi che cosa si può fare per correggere gli errori o gli eccessi della legislazione e del sistema giudiziario. Molto si potrebbe fare con la semplificazione, che invece sembra finita già su un binario morto. Bisogna poi intervenire sulle procedure e i controlli, per renderli meno asfissianti, perché il loro effetto, anche in situazioni ordinarie, spinge i responsabili a fare e decidere il meno possibile per non rischiare di finire nei gorghi della pandemia giudiziaria. Se si vogliono mobilitare tutte le risorse, le capacità, le intelligenze e le professionalità del paese per affrontare la difficile e lunga fase della ripresa bisogna liberarle da “lacci e lacciuoli”, come diceva Guido Carli, molti anni fa.

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