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Lezioni di giustizia sulla vicenda Carminati

Redazione

“Er Cecato” torna libero dopo la sentenza della Cassazione che ha smontato Mafia Capitale (e ridimensionato i termini massimi di custodia cautelare). Ma per molti, Bonafede in testa, la legge per lui non vale

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Dopo quasi sei anni di carcerazione preventiva (per la precisione cinque anni e sette mesi), torna in libertà Massimo Carminati, uno dei principali protagonisti dell’inchiesta “Mondo di Mezzo”, per lungo tempo ribattezzata “Mafia Capitale” (anche se poi, alla fine, si è scoperto che la mafia non c’era). 

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Dopo quasi sei anni di carcerazione preventiva (per la precisione cinque anni e sette mesi), torna in libertà Massimo Carminati, uno dei principali protagonisti dell’inchiesta “Mondo di Mezzo”, per lungo tempo ribattezzata “Mafia Capitale” (anche se poi, alla fine, si è scoperto che la mafia non c’era). 

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Il tribunale del Riesame di Roma ha accolto l’istanza di scarcerazione presentata dai suoi difensori, gli avvocati Cesare Placanica e Francesco Tagliaferri. L’ex terrorista dei Nar, chiamato anche “Er Cecato” per via dell’occhio sinistro perso durante un conflitto a fuoco, potrà attendere da uomo libero la ridefinizione della pena nei suoi confronti da parte della Corte d’appello e poi la sentenza definitiva. A determinare l’uscita dal carcere di Carminati è stata proprio la pronuncia dello scorso ottobre con cui la Cassazione ha escluso l’associazione mafiosa, demolendo l’impianto accusatorio costruito dalla procura di Roma, all’epoca guidata da Giuseppe Pignatone. 

 

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La bocciatura dell’accusa di mafia e il riconoscimento dell’esistenza di due associazioni a delinquere semplici hanno portato alla revoca del regime di carcere duro (41 bis) nei confronti di Carminati e anche a un ridimensionamento dei termini massimi di custodia cautelare. Avendo scontato il tetto massimo dei due terzi del reato più grave che gli è stato contestato, cioè la corruzione, Carminati può tornare in libertà. 

 

In linea con la retorica giustizialista che ha accompagnato in tutti questi anni la vicenda “Mafia Capitale” (contribuendo allo sputtanamento del nostro Paese sul piano internazionale), la notizia della scarcerazione di Carminati sembra essere stata accolta quasi con un certo fastidio dai sostenitori della grande Balla Capitale. Come, cioè, se in un Paese civile fosse normale che un imputato trascorra dietro le sbarre sei anni (di cui diversi mesi in regime di 41 bis per un’accusa di mafia poi ritenuta infondata) in via preventiva, vale a dire in attesa di una sentenza definitiva. 

Il fatto che il Guardasigilli Alfonso Bonafede, appresa la notizia, abbia delegato l'ispettorato generale del ministero a “svolgere i necessari accertamenti preliminari” in merito alla scarcerazione di Carminati fa capire come lo Stato di diritto sia una creatura sconosciuta persino a chi dovrebbe amministrare la giustizia. 

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