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Processare Bonafede

Redazione

Se non ora, quando? Il Pd ora può disinnescare lo scempio della prescrizione

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Se davvero il Pd volesse sfruttare la vittoria elettorale in Emilia e sterilizzare almeno in parte le peggiori derive di un M5s ormai allo sbando, oggi avrebbe una prima, ottima possibilità. Perché nel pomeriggio l’Aula di Montecitorio sarà chiamata a esprimersi sulla proposta di legge del forzista Enrico Costa, quella che di fatto sterilizzerebbe lo scriteriato blocco della prescrizione previsto dalla riforma Bonafede.

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Se davvero il Pd volesse sfruttare la vittoria elettorale in Emilia e sterilizzare almeno in parte le peggiori derive di un M5s ormai allo sbando, oggi avrebbe una prima, ottima possibilità. Perché nel pomeriggio l’Aula di Montecitorio sarà chiamata a esprimersi sulla proposta di legge del forzista Enrico Costa, quella che di fatto sterilizzerebbe lo scriteriato blocco della prescrizione previsto dalla riforma Bonafede.

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Sarebbe un segnale importante, che darebbe il senso del cambio di rotta del governo sul tema della giustizia. Che è poi quello che ha sentenziato Andrea Orlando commentando le elezioni di domenica. Solo che mentre il vice segretario abbaiava, nessuno nel Pd si sognava di mordere davvero. E anzi sia il responsabile Giustizia Walter Verini, sia il sottosegretario a Via Arenula Andrea Giorgis, predicavano cautela, ribadivano, ancora una volta, la necessità di arrivare a una soluzione di compromesso. E insomma, oggi il Pd voterà per il ritorno in commissione della proposta Costa: un modo assai pilatesco per prendere tempo, lasciando magari al M5s il tempo di ringalluzzirsi. Gli unici nella maggioranza ad opporsi a questo ennesimo atto di ignavia saranno i renziani di Italia viva, additati come i guastafeste del caso.

 

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Eppure lo stop alla prescrizione è uno degli obbrobri peggiori che il grillismo ha partorito, prima con la connivenza della Lega, ora con l’accondiscendenza del Pd. E sarebbe il caso di ricordarlo a Bonafede, che proprio oggi con ogni probabilità verrà eletto capo-delegazione del M5s nel governo e si presenterà sia alla Camera sia al Senato per illustrare le sue linee programmatiche sull’amministrazione della giustizia.

 

La tanta auspicata mediazione di Giuseppe Conte, sulla riforma della prescrizione, non sembra affatto produrre i risultati sperati: e anzi viene il sospetto che il problema non siano gli equilibri politici, ma l’effettiva condivisione di certi eccessi di giustizialismo da parte del M5s, del premier stesso (quello che “Non possiamo attendere i tempi della giustizia penale”) e di un bel pezzo della sinistra.

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