Denifl di apnea, Contador di cuore, Nibali di tigna staccano Froome. La Vuelta è un caos
Sulla rampa di garage di Los Machucos (Monumento Vaca Pasiega) l'austriaco vince dopo una fuga lunga un giorno. Il Pistolero attacca, lo Squalo stacca la maglia rossa. E ora?
Là dove si muovono i fachiri, perché su pendenze da rampa di garage il ciclismo diventa misticismo, una prova dedicata a poveri grandi uomini, va in scena una danza di pistole, un caos rivoluzionario di armi sguainate e imboscate tremende. Là dove si muovono i fachiri, Stefan Denifl, stambecco austriaco da fuga e coraggio, che bagna con la vittoria l'ennesimo tentativo di avanguardia mattutina di polmoni e polpacci corrosi dalla fatica; Alberto Contador si inventa un balletto leggero sulle pendenze del Los Machucos (Monumento Vaca Pasiega) che superano il 26 per cento e volgono al quasi inumano; Vincenzo Nibali di legna e di determinazione recupera e mette pressione (e forse paura) a un Chris Froome che fenomeno è apparso finora, ma non oggi, non in Cantabria.
La carta buona oggi invece ce l'aveva Alberto Contador. E che carta. Asso di cuori, perché altro non può essere il Pistolero che alla sua ultima grande corsa a tappe della carriera scatta e soffre e insegue e raggiunge tutti, a parte Denifl. Contador secondo, ma Contador meraviglioso, perché è lui il motore di tutto, è lui la variabile impazzita di questo gioco che ora è di minuti, ma che probabilmente diventerà di secondi tra il britannico e lo Squalo. E intanto Alberto continua a salire, quinto a 3' 34", cioè abbastanza per maledire la prima tappa di montagna della Vuelta, quella del "Contador non ce la fa". Contador è ancora lì, a un minuto e venti dal podio e spettacolo sia.
Contador ha scelto il momento giusto per ritirarsi, perché a tutti rimarrà questa Vuelta in mente. E la certezza di aver visto l'ultima grande interpretazione di un magnifico corridore.