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Milan no, nazionale neppure, Roma ni: tutti i messaggi di Capello

Simonetta Sciandivasci
Non ci risulta che a Fabio Capello, uno dei pochi a essere sopravvissuti alla Russia, sia stato proposto di allenare il Milan o la Roma o la Nazionale. Eppure, lui ha tenuto a sottolineare che non tornerebbe al Milan.
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Non ci risulta che a Fabio Capello, uno dei pochi a essere sopravvissuti alla Russia, sia stato proposto di allenare il Milan o la Roma o la Nazionale. Eppure, lui ha tenuto a sottolineare che non tornerebbe al Milan (“sono troppo amico di Berlusconi”, ha detto. Ci spieghi chi ne capisce: ripudia la cooptazione o teme il coinvolgimento emotivo?) né ad allenare la patria. Sulla Roma, però, apre uno spiraglio, sebbene ricordi vividamente la fatica che fece a spiegare alla squadra che, a sei mesi dallo scudetto, fosse il caso di concentrarsi per vincere anche altre partite, ma dopotutto a Roma c’è ancora chi festeggia la Prima guerra punica. Noi, comunque, capiamo Capello: quando le nostre vite procedono in direzione ostinatamente contraria a quelle dei fidanzati deposti, ovvero quando loro si sposano e noi, invece, stringiamo amicizie virtuali con bagnini di Ibiza, ripetiamo un alto numero di volte che con loro non ci torneremmo mai e poi mai. Trattasi di esercizio sentimentale atto a dimenticare che, di tornare insieme, quel fidanzato deposto altrimenti detto ex, non ce l’ha chiesto e, probabilmente, mai lo farà.
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