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Denis ha ragione: famiglie e parcheggi non si toccano. Papa dixit

Simonetta Sciandivasci
Il giocatore dell'Atalanta alla fine della partita contro l'Empoli ha assestato un cazzotto in piena faccia a Tonelli, che in campo ha minacciato di uccidergli la famiglia.
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A parte il cognome, che ci ricorda un concorrente di Amici e il senatore Verdini, che a sua volta ci ricorda De Laurentiis, di German Denis amiamo tutto. Riguardiamo avidamente le sue foto (difficile trovarne qualcuna in cui non spalanchi, giubilante, le fauci) e, ultras dell’apparenza come siamo, ci rendiamo conto che la sua bellezza lo monderebbe da ogni peccato. Tuttavia, non ricorreremo a questo per difenderlo dalle accuse di “ignominioso atto di violenza” che gli stanno piovendo addosso dopo che, alla fine di Empoli – Atalanta, ha assestato un cazzotto in piena faccia a Tonelli, che in campo ha minacciato di uccidergli la famiglia. Poiché nessuno meglio di noi sa che i calciatori non sono divinità, ma umani troppo umani al pari di quelli che, se non ci fossero le telecamere in ogni angolo di strada, sarebbero disposti a eviscerare i figli e i figli dei figli di chi ruba loro un parcheggio, riteniamo che Tonelli abbia avuto quel che si meritava. Famiglie e parcheggi non si toccano (speriamo che ci sia più affezione per le prime che per i secondi, ma noi non siamo architette morali: non costruiamo scale di valori). Quando qualcuno “dice una parolaccia contro la mia mamma, gli spetta un pugno”: Papa Francesco dixit. Papista o no che sia, Denis ha difeso la sua famiglia: è padre di quattro figli, ha una moglie e nessuna di noi si aspettava che, una volta incontrato Tonelli negli spogliatoi, gliela porgesse, insieme alla guancia: sogniamo un marito cui vada il sangue al cervello, se uno sbarbino osa anche solo pensare di alzare su di noi qualcosa che non sia una rosa o un rubino.
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