Europa Ore 7

L'Ue in stallo sull'aumento dei prezzi dell'energia

La crisi governativa in Portogallo e la risposta della Commissione a Morawiecki. La Polonia invia 10 mila soldati per bloccare i migranti e Le Pen bussa alla porta di Orbán. Le dimissioni di Laschet; la condanna dell'Ue del colpo di stato in Sudan

David Carretta

La "toolbox" presentata dalla Commissione il 13 ottobre e le quattro ore di dibattito tra i capi di stato e di governo al Consiglio europeo il 21 ottobre non hanno permesso di arrivare a una sintesi europea su come far fronte all'impennata dei costi 

I ministri dell'Energia dell'Unione europea oggi terranno una riunione straordinaria a Lussemburgo per discutere di cosa fare di fronte all'impennata dei prezzi. Ma la riunione si annuncia esplosiva, dopo che ieri un gruppo di nove paesi - tra cui la Germania - ha pubblicato un documento per respingere il tentativo di Francia e Spagna di modificare le regole del mercato dell'energia nell'Ue e disaccoppiare i prezzi dell'elettricità da quelli del gas o quello di alcuni paesi dell'est di far saltare il sistema Ets. "Dobbiamo stare molto attenti prima di interferire nel disegno dei mercati interni dell'energia. Questo non sarà un rimedio per mitigare l'attuale aumento dei prezzi legato ai mercati dei combustibili fossili", si legge nel documento sottoscritto da Austria, Germania, Danimarca, Estonia, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Lettonia e Paesi Bassi. I nove paesi ritengono che le misure nel breve periodo debbano limitarsi ad "azioni nazionali temporanee e mirate" per proteggere i consumatori e le imprese vulnerabili. Nel medio periodo, "una parte centrale della soluzione sta nelle misure di efficienza energetica e nel dispiegamento accelerato di fondi di energia rinnovabili".

 

La "toolbox" presentata dalla Commissione il 13 ottobre e le quattro ore di dibattito tra i capi di stato e di governo al Consiglio europeo il 21 ottobre non hanno permesso di arrivare a una sintesi europea su come far fronte all'aumento del prezzo dell'energia. La presidenza slovena dell'Ue ha strutturato il dibattito al Consiglio straordinario energia attorno a due domande. Primo, come l'azione a livello di Ue  può sostenere e complementare le misure immediate prese dagli stati membri per mitigare l'impatto dell'aumento dei prezzi dell'energia su cittadini e imprese? Secondo, ci sono misure di medio termine proposte dalla Commissione sufficienti a affrontare la sfida delle future fluttuazione dei prezzi dell'energia? Le risposte dei ventisette divergono. Il gruppo dei nove privilegia lo status quo sul mercato interno dell'energia per proseguire sull'attuale strade del Green deal. "Non possiamo sostenere (...) una riforma ad hoc del mercato dell'elettricità all'ingrosso", si legge nel documento. Per il medio periodo, oltre ad accelerare sul pacchetto "Fit for 55", il gruppo dei nove si limita a proporre di migliorare l'interconnessione elettrica.

 

Le posizioni di Francia, Spagna e paesi dell'est - seppur differenziate - sono molto diverse da quelle del gruppo dei nove. Parigi e Madrid spingono per una riforma profonda del mercato dell'energia, in particolare per disaccoppiare il prezzo dell'elettricità da quello del gas. Alcuni ministri diranno che serve “avere di più a livello europeo” rispetto alla “Toolbox” presentata dalla Commissione e chiederanno “ulteriori discussioni” sul mercato interno dell'energia, ci ha spiegato una fonte dell'Ue.

 

Diversi paesi dell'est, particolarmente dipendenti dal carbone, puntano il dito sull'attuale sistema dello scambio di quote di emissioni Ets. Il premier ceco, Andrej Babis, ha tenuto in ostaggio le conclusioni del Consiglio europeo per alcune ore per cercare di modificare gli Ets, ma invano. Nel dibattito a Lussemburgo, la battaglia contro gli Ets potrebbero rientrare dalla finestra per l'opposizione di un numero sempre più grande di paesi a una delle proposte faro del pacchetto “Fit for 55”: allargare il sistema a carburante per i trasporti su strada e riscaldamento degli immobili. Ci aspettiamo che le discussioni sul clima rientrino nelle discussioni sui prezzi dell'energia”, ci ha detto la fonte dell'Ue: “Alcuni stati membri vedono la politica climatica come una risposta giusta all'aumento dei prezzi, altri sottolineano alcuni disfunzionamenti sugli Ets. Su questo ci sono divergenze”.

 

Nel dibattito di oggi diversi ministri interverranno anche sulla tassonomia. Venerdì, dopo il Consiglio europeo, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha lasciato intendere che il nucleare (oltre al gas) potrebbe rientrare nella classificazione degli investimenti verdi. E' quello che chiedono la Francia e altri dieci paesi. Ma Germania, Austria, Lussemburgo, Danimarca e Spagna sono contrari. Anche sul gas ci sono divisioni. Tutto il pranzo dei ministri dell'Energia sarà dedicato al tema del gas. Nessuno ha sollevato obiezioni alla prospettiva di acquisti comuni per creare una riserva strategica come chiesto da Spagna e Italia. Ma la Germania e altri hanno insistito affinché lo schema sia volontario semplicemente perché non intendono partecipare. La Polonia insiste affinché la Commissione apra un'indagine sul comportamento del gigante russo Gazprom. Il consigliere di Joe Biden per la sicurezza energetica globale, Amos Hochstein, ieri ha lasciato intendere che la Russia sta usando il gas come arma politica. "Ci stiamo avvicinando a quella linea se la Russia  ha davvero il gas da fornire e sceglie di non farlo, e lo farà solo se l'Europa accetterà altre richieste che sono totalmente estranee", ha detto Hochstein.

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di martedì 26 ottobre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

In Portogallo il governo Costa sull'orlo della crisi - Domani potrebbe essere il giorno della verità per il primo ministro portoghese, Antonio Costa, alla testa di un governo socialista minoritario sostenuto da partiti di estrema sinistra. Il Blocco di Sinistra e il Partito Comunista hanno annunciato che voteranno contro il progetto di bilancio. Il voto in Parlamento è calendarizzato per domani. In caso di bocciatura il presidente, Marcelo Rebelo de Sousa, sarà costretto a convocare elezioni anticipate. Ieri Rebelo de Sousa ha lanciato un appello al "buon senso" perché non ci sarebbero alternative allo scioglimento del Parlamento e alle elezioni anticipate. Costa deve trovare almeno nove parlamentari che si astengano. Il Blocco di sinistra e il Partito comunista chiedono più benefici per i lavoratori e investimenti pubblici nel settore della sanità. Costa ha detto che non intende accettare le loro richieste per non mettere a repentaglio la credibilità esterna del paese.

 

Il Mes propone di alzare il tetto del debito al 100 per cento - Il Meccanismo europeo di stabilità ieri ha pubblicato un documento sulla revisione del quadro di regole fiscali dell'Unione europea che propone di alzare il valore di riferimento del debito dal 60 al 100 per cento del pil. Il direttore esecutivo, Klaus Regling, aveva già detto che l'attuale regola che prevede di ridurre il debito di un ventesimo l'anno per la quota sopra il 60 per cento del Pil "non è fattibile e non ha alcun senso". Se c'era bisogno di un'ulteriore prova del fatto che l'Ue del dopo pandemia non sarà più quella di prima, eccola: secondo gli esperti del Mes (il fondo salva-stati che spesso è stato accusato di essere un tempio dell'ortodossia) occorre prendere atto della "nuova realtà economica" e della "maggiore capacità di indebitamento" grazie ai bassi tassi di interesse. Come? Tutti i paesi sarebbero chiamati a rispettare una regola della spesa che limita quella primaria ai trend di crescita del pil. I paesi con un debito sopra il 100 per cento del Pil dovrebbero realizzare un avanzo primario coerente con un percorso di riduzione predeterminata. Il tetto del deficit al 3 per cento sarebbe fisso, ma potrebbe essere superato in caso di grave recessione o mancanza di investimenti. In un editoriale il Foglio spiega che chi grida contro il ritorno all'austerità si sbaglia: il Patto di stabilità post pandemia sarà molto più accomodante.

 

Gentiloni propone di andare oltre il pil con il “pil+” - Il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni, ieri ha lanciato la proposta di trasformare il pil in “pil+” per “renderlo una metrica migliore per approssimare le dimensioni effettive dell'economia” e integrarlo con indicatori che possano influenzare il dibattito su come allocare le risorse in modo sostenibile ed equo”. Il pil non tiene conto di disuguaglianze o povertà, della sostenibilità ambientale o dell'importanza dei dati, ha spiegato Gentiloni in un discorso a una conferenza dal titolo “Oltre il pil” organizzata dal governo spagnolo: “Abbiamo visto una crescente sconnessione tra la storia raccontata dai dati del pil e la percezione delle persone della situazione economica. Se i due sono fuori sincrono, può alimentare la sfiducia nelle istituzioni politiche, il populismo e il sentimento anti-Ue”, ha spiegato Gentiloni. Secondo il commissario, l'Ue potrebbe riflettere a come adattare le regole fiscali per “riflettere questo ampio dibattito su andare oltre il pil”. Inoltre, nella valutazione dell'impatto del piano di Recovery, “non dovremmo guardare solo all'impulso del pil, perché l'obiettivo non è solo quello di stimolare la crescita ma anche la resilienza, con un occhio al sociale e agli effetti sul benessere ambientale", ha detto Gentiloni.

 

La Commissione risponde alla retorica di guerra di Morawiecki - Il portavoce della Commissione, Eric Mamer, ieri si è lasciato sfuggire una risposta all'intervista del primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, al Financial Times, nella quale ha accusato l'Ue di lanciare una terza guerra mondiale e puntare la pistola alla testa della Polonia. La politica della Commissione, in generale, è di non commentare le dichiarazioni altrui. Ma Mamer ha voluto ricordare che “l'Ue è un progetto che ha contribuito a stabilire una pace durevole tra i suoi membri e continua a farlo. Non c'è posto per la retorica di guerra nelle relazioni tra stati membri e tra stati membri e istituzioni europee che sono istituzioni comuni”, ha detto Mamer. Il portavoce della Commissione ha anche fatto un accenno a tweet con cui il ministro ungherese della giustizia, Judit Varga, ha paragonato l'Ue all'Urss. “Non commentiamo mai dichiarazioni”, ma “permettetemi di ricordare che l'Ungheria è entrata nell'Ue liberamente di sua volontà dopo un referendum. Ovviamente il suo posto è nell'Ue”, ha detto Mamer.

 

La Polonia si nasconde dietro le iperboli - Le espressioni utilizzate da Morawiecki nell'intervista al Financial Times sono "un'iperbole, una figura retorica che viene utilizzata in varie situazioni e non va presa alla lettera", ha detto ieri il portavoce del premier polacco, Piotr Muller. E' "improprio utilizzare queste parole facendo credere che siamo a rischio di una guerra", ha aggiunto Muller, riferendosi alle critiche venute dall'opposizione. Il leader di Piattaforma civica, Donald Tusk, aveva commentato così l'intervista di Morawiecki al Financial Times: "Il mondo è rimasto sbalordito dopo l'intervista del primo ministro polacco, in cui preannuncia la terza guerra mondiale causata dal conflitto tra la Polonia e l'Unione europea. In politica la stupidità è la causa delle più gravi disgrazie".

 

La Polonia manda 10 mila soldati per bloccare i migranti - Il ministro polacco della Difesa, Mariuz Blaszczak, ieri ha annunciato l'invio di circa 10 mila soldati per garantire "l'impermeabilità della frontiera" con la Bielorussia, nel momento in cui il regime di Alexander Lukashenka continua a inviare migranti come arma politica contro l'Ue. "Aumenteremo il numero di soldati che aiutano i guardia-frontiera", ha scritto Blaszczak su Twitter: "Preso circa 10 mila soldati sorveglieranno l'impermeabilità della frontiera". Sul Foglio Micol Flammini spiega che i migranti dalla Bielorussia stanno diventando un problema anche per la Germania. Il ministro tedesco dell'Interno, Horst Seehofer, ha detto che dall'inizio dell'anno ci sono stati oltre 6 mila ingressi di migranti dalla Polonia alla Germania. In un'intervista alla Bild am Sonntag, Seehofer ha spiegato di aver già rafforzato la frontiera con 800 poliziotti, ma "se necessario sono pronto a aumentare ulteriormente il numero".

 

L'estrema destra francese fa la coda da Orbán - Dopo Eric Zemmour, oggi toccherà a Marine Le Pen bussare alla porta di Viktor Orbán. Il primo ministro ungherese ha previsto un'accoglienza con tutti gli onori per la candidata del Rassemblement National alle prossime presidenziali in Francia: faccia a faccia nel suo ufficio, pranzo e conferenza stampa congiunta. Il trattamento è pari a quello riservato a Matteo Salvini e di gran lunga inferiore agli onori concessi a Zemmour. Il giornalista che ambisce a candidarsi alle presidenziali era stato a Budapest a fine settembre insieme a Marion Maréchal (la nipote di Marine Le Pen) per partecipare al vertice della demografia organizzato da Orban e pranzare con il ministro della Famiglia, Katalin Novak. Il Monde racconta il pellegrinaggio continuo dei leader dell'estrema destra da Orban, che fa anche il gioco del premier ungherese.
 

Perché Le Pen è più importante di Zemmour per Orbán - Il colloquio con Marine Le Pen potrebbe rivelarsi strategico per Viktor Orbán, che sta cercando di costruire un gruppo unico delle destre sovraniste e nazionaliste al Parlamento europeo. Le Pen è considerata un ostacolo a un'adesione al progetto del partito polacco Legge e Giustizia (PiS), a causa del suo sostegno esplicito a Vladimir Putin. La Lega di Matteo Salvini da quasi un anno ha abbandonato le posizioni filo-russe, votando risoluzioni di condanna a Putin e la richiesta di nuove sanzioni. Non è escluso che le trattative con Le Pen si sblocchino dopo l'incontro di venerdì scorso tra la stessa Le Pen e il premier polacco, Mateusz Morawiecki. Uno dei temi discussi – a quanto ci è stato riferito – è stato proprio quello del gruppo unico al Parlamento europeo. Il PiS attualmente è parte del gruppo dei Conservatori e riformatori europei. Il Fidesz di Orbán è nei non-iscritti. Il Rassemblement National e la Lega sono nel gruppo Identità e democrazia.

 

Laschet si dimette da premier del Nord reno-Westfalia - Armin Laschet, il leader uscente della Cdu e candidato sconfitto alla successione di Angela Merkel alla cancelleria, ieri si è dimesso da primo ministro del lande del Nord Reno-Westfalia, dopo la disfatta senza precedenti del suo partito alle elezioni del 26 settembre. Laschet aveva già annunciato che si sarebbe dimesso anche se non fosse riuscito a succedere a Merkel come cancelliere e ha indicato il ministro regionale dei Trasporti Hendrik Wüst come suo successore al premierato del Land. Domani il parlamento locale dovrebbe confermare Wüst, considerato come un esponente dell'ala più conservatrice della Cdu.

 

L'Ue condanna il colpo di stato in Sudan - “Condanniamo con fermezza il tentativo di colpo di stato in Sudan e riaffermiamo il nostro forte sostegno al processo di transizione”, ha detto ieri il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. dopo che i militari hanno sciolto il governo civile, arrestato leader politici e dichiarato lo stato di emergenza. L'esercito e i paramilitari sono stati dispiegati nella capitale Khartoum, dove sono scoppiate manifestazioni di protesta. L'aeroporto è chiuso e i voli internazionali sono stati sospesi. “Chiediamo a tutte le parti di garantire l'integrità del primo ministro e dei leader civile”, ha aggiunto Michel.

 

Michel chiede al G20 di spingere sul trattato sulle pandemie - Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ieri ha annunciato che chiederà al vertice del G20 di spingere per l'adozione di un trattato internazionale sulle pandemie. "Questa idea è sostenuta da capi di stato e di governo di molti paesi attorno al globo, ma so che ci sono ancora dei riluttanti", ha detto Michel in un discorso ieri al World Health Summit. "Questo trattato creerebbe regole chiare e un quadro chiaro per tutti, garantirebbe equità e inclusività e assicurerebbe anche accesso all'informazione, ai finanziamenti ai vaccini e alle contromisure. Aumenterebbe capacità e resilienza a tutti i livelli", ha detto Michel. Secondo il presidente del Consiglio europeo, uno strumento legalmente vincolante sarebbe "la base più efficace per un sistema internazionale di prevenzione, sorveglianza e raccolta e scambio di dati scientifici".

 

L'Ema annuncia la revisione rapida del molnupiravir di Merck - L'Agenzia europea dei medicinali (Ema) ha lanciato la revisione continua del medicinale antivirale contro il Covid-19 molnupiravir sviluppato da Merck Shrap & Dohme. La decisione è stata presa sulla base di risultati preliminari di studi di laboratori e studi clinici, secondo i quali il medicinale potrebbe ridurre la capacità del virus che causa il Covid-19 di moltiplicarsi nel corpo, prevedendo ricoveri e decessi dei pazienti. L'Ema non ha specificato i tempi entro cui potrà completare la valutazione. In ogni caso Merck dovrà presentare una domanda di autorizzazione all'immissione sul mercato. Ieri l'Ema ha anche dato il via libera al richiamo con il vaccino Moderna.

 

Belgio e Paesi Bassi valutano restrizioni - A sorpresa il governo in Belgio ha deciso di anticipare da venerdì a oggi una riunione del comitato di concertazione incaricato di adottare le misure per contenere la pandemia di Covid-19. Il numero di contagi e ricoveri ha subìto un forte aumento nelle ultime settimane, malgrado il tasso di vaccinazione della popolazione adulta in Belgio sia più alto della media dell'Ue. La discussione potrebbe incentrarsi sull'estensione dell'uso del Green pass, ma non si possono escludere altre restrizioni. Nel frattempo, anche il ministro olandese della Sanità, Hugo de Jonge, ha annunciato la possibilità di reintrodurre restrizioni per allentare la pressione sugli ospedali. Il governo dei Paesi Bassi ha chiesto al gruppo di esperti di consigliare possibili misure in vista di una riunione il  2 novembre. De Jonge ha attribuito la responsabilità alle persone non vaccinate, che rappresentano i quattro quinti dei pazienti Covid-19 in terapia intensiva nei Paesi Bassi. "Non è facile trovare nuove misure che funzione, perché sono principalmente le persone non vaccinate ad avere bisogno di cure, che hanno il più alto rischio di essere contagiate e di contagiare gli altri", ha detto de Jonge.

 

Euipo e Ocse contro la Cina sulla contraffazione via e-commerce - Uno studio congiunto dell'Ufficio dell'Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (Euipo) e dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) mostra che più del 75 per cento dei prodotti contraffatti scambiati online e sequestrati alle frontiere dell'Ue provengono dalla Cina. Secondo lo studio “Misuse of e-commerce for trade in counterfeits”, il 56 per cento dei sequestri doganali alle frontiere dell'Ue riguarda il commercio elettronico. Nella classifica sull'origine, la Cina è al primo posto con oltre il 75 % di sequestri di prodotti contraffatti, seguita da Hong Kong  (5,7 per cento), Turchia (5,6 per cento) e Singapore (3,3 per cento). I prodotti di profumeria ed i cosmetici (75,3 per cento), i prodotti farmaceutici (71,9 per cento) e gli occhiali da sole (71,3 per cento) presentano la percentuale più elevata di sequestri legati all'acquisto online. Lo studio evidenzia che con la pandemia di Covid-19 c'è stato un enorme spostamento verso la criminalità informatica con truffe, tentativi di furto d'identità, phishing o frodi su investimenti in criptovalute.

 


Accade oggi in Europa

– Consiglio: riunione straordinaria dei ministri dell'Energia

– Commissione: la presidente von der Leyen partecipa con il premier belga, Alexander de Croo, al lancio della Strategia biopharma del Belgio

– Commissione: il commissario Gentiloni partecipa a una colazione di lavoro organizzata da Europa Press a Madri; discorso davanti alla commissione per l'Ue del Parlamento spagnolo

– Parlamento: conferenza stampa di Tomas Tobé e Fabienne Keller, relatori sui regolamenti sul Patto su migrazione e asilo

– Parlamento europeo: audizione pubblica della commissione Commercio sulla politica internazionale degli investimenti e la riforma della protezione degli investimenti

– Parlamento europeo: audizione alla commissione Commercio dei commissari Vestager e Dombrovskis sul Consiglio commercio e tecnologia Ue-Usa

– Parlamento europeo: audizione alla commissione Cultura della commissaria Jourova sulla libertà dei media

– Parlamento europeo: audizione pubblica sulle conseguenze della pandemia sulle donne e la promozione dell'uguaglianza di genere nei piani di Recovery

– Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza

– Eurostat: dati sui prezzi dei carburanti a settembre; dati sulle forniture di gas nel 2020; dati sulle importazioni di energia nel primo semestre