L'Ue incrocia le dita su Draghi

L'arrivo di Draghi al Consiglio europeo (in realtà il ritorno visto che vi sedeva come presidente della Bce) potrebbe modificare i rapporti di forza tra i 27

David Carretta

L'Italia “diventerebbe fortissima sul piano europeo”, ci ha confermato un diplomatico bruxellese, ricordando anche il ruolo sempre più forte che sta giocando Paolo Gentiloni dentro la Commissione

L'arrivo di Mario Draghi alla testa di un governo in Italia sarebbe per l'Unione Europea la migliore notizia dall'inizio del 2021. Anche se non è mai stato detto apertamente, l'Italia è la ragione che ha portato al Recovery fund, il suo principale beneficiario e il paese chiave in termini di successo o fallimento del primo esperimento di mutualizzazione del debito. Se i 209 miliardi di euro che le sono stati attribuiti saranno investiti bene, in particolare per accompagnare riforme strutturali dolorose e impopolari, l'Italia potrà ritrovare una crescita economica analoga a quella del resto d'Europa e ripagare lentamente il suo enorme debito. Altrimenti c'è un doppio rischio: il default di un paese della zona euro troppo grande per essere salvato e le recriminazioni degli altri stati membri per aver sprecato i fondi dei contribuenti europei che metterebbero fine ai sogni di un balzo federale. Chi meglio di Draghi per gestire la scommessa del Recovery fund?

“Grazie presidente Mattarella!”, ha scritto su Twitter il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni, martedì sera. Ieri il vicepresidente della Commissione, Margaritis Schinas, ha usato una formula di rito: “Tocca all'Italia e alle sue istituzioni democratiche decidere”. Poi Schinas ha aggiunto: “Non sorprenderà nessuno se dico che Mario Draghi è rispettato e ammirato in questa città e aldilà”. Le congratulazioni di Ursula von der Leyen arriveranno solo quando (e se) ci sarà la fiducia. Per ora dentro l'esecutivo comunitario prevale la prudenza sull'esito della crisi. Chi è incaricato di seguire la politica italiana ai piani alti della Commissione sa che “i numeri” in Parlamento “contano più di ogni altra cosa e non sono ancora assicurati”, ci ha spiegato una fonte interna. E che continueranno a contare nei prossimi mesi. E qui sta il problema. L'Ue tiene le dita incrociate. Nel frattempo, ieri la Commissione ha avuto una lunga discussione sulle bozze dei piani nazionali legati al Recovery fund. La preoccupazione che è emersa per gran parte dei piani non contengano sufficienti riforme.

Oggi è giovedì e sul Foglio c'è la rubrica “EuPorn - il lato sexy dell'Europa”, che è la sorella maggiore di questa newsletter. Paola Peduzzi e Micol Flammini spiegano cosa succede se Mr Europe ce l'abbiamo noi. Quando si incontrarono per salutarsi, negli ultimi giorni di ottobre del 2019, Angela Merkel ringraziò Mario Draghi per il suo contributo a salvaguardare la stabilità dell’Unione europea. La cancelliera tedesca usò un'espressione precisa per dare il senso del lavoro fatto insieme: grazie per il ruolo che hai avuto e hai voluto interpretare nel “concerto europeo”. Nel concerto europeo, Draghi è quello che salva, il crisis manager più efficiente che c'è, poche parole ma che restano perché  pronunciate da lui. Le stelle dell'ordine liberale occidentale si riallineano e una forse splenderà sopra l’Italia.

L'arrivo di Draghi al Consiglio europeo (in realtà il ritorno visto che vi sedeva come presidente della Bce) potrebbe modificare i rapporti di forza tra i 27. Nel consesso dei capi di stato e di governo i due pesi massimi  sono Angela Merkel e Emmanuel Macron. La cancelliera tedesca è la decana ed è la più rispettata. Il presidente francese si agita costantemente per dimostrare di non essere da meno. Dentro il Consiglio europeo quel che conta di più è l'autorevolezza. Battere rumorosamente i pugni sul tavolo non serve a nulla perché, alla fine della discussione, è il più autorevole che si impone. Merkel ne è maestra. In passato solo Mario Monti – nel 2012 sull'unione bancaria – aveva tenuto davvero testa alla cancelliera. Draghi sarebbe la voce più autorevole sui temi economici, e non solo. L'Italia “diventerebbe fortissima sul piano europeo”, ci ha confermato un diplomatico bruxellese, ricordando anche il ruolo sempre più forte che sta giocando Paolo Gentiloni dentro la Commissione.

Ci sono due discorsi di Draghi che andrebbero riletti in vista di un eventuale suo governo. Il primo, che circolava ieri a Bruxelles, è stato l'ultimo da presidente della Banca centrale europea, all'Università Cattolica del 11 ottobre 2019, su "policy making, responsabilità e incertezza" e tutto incentrato su "conoscenza, coraggio e umiltà". Dice molto su come Draghi potrebbe governare in Italia. Nel secondo, all'Università di Bologna del 22 febbraio 2019, Draghi ha sintetizzato la sua visione sul futuro della zona euro, che dovrebbe passare da sistema basato sulle regole a un sistema di ulteriore condivisione di sovranità all'interno di istituzioni comuni. Dice molto sulla posizione che Draghi potrebbe assumere nei dibattiti sulla direzione che l'Ue deve imboccare.

Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di giovedì 4 febbraio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

Germania e Francia (per ora) contro le sanzioni per Navalny - L'Alto rappresentante, Josep Borrell, ieri ha pubblicato una dichiarazione a nome dei 27 sulla condanna di Alexei Navalny in Russia, che tuttavia non contiene alcuna minaccia di nuove sanzioni. Nei negoziati tra governi, è stata la Germania a guidare il fronte dei paesi contrari a inserire una menzione su possibili “misure restrittive”. Secondo Berlino, sarebbe prematuro minacciare sanzioni, anche se non vengono escluse. La Germania si è trascinata dietro Francia, Spagna, Austria e Cipro. “Sembra che alcuni stati membri (indovinate quali) siano spaventati perfino di usare le parole “misure restrittive per il caso di Navalny. Vergognatevi!”, ha scritto su Twitter il presidente del Partito Popolare Europeo, Donald Tusk. “Questa non è Ostpolitik. Questo è appeasement”, ci ha detto un diplomatico europeo. “Se non ora (con la condanna di Navalny), quando?”.

Renew chiede a Borrell di ripensare la visita a Mosca - Josep Borrell questa sera volerà a Mosca, dove domani avrà un colloquio con il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov. Il presidente del gruppo Renew al Parlamento europeo, Dacian Ciolos, ha chiesto all'Alto rappresentante di usare le sue leve “per far uscire Alexei Navalny dal carcere”. Altrimenti Borrell “dovrebbe rinviare la sua visita diplomatica”, ha detto Ciolos in un comunicato. La visita a Mosca per ora è confermata. L'obiettivo è avere una discussione con Lavrov prima del Consiglio europeo di marzo, quando i capi di stato e di governo ripenseranno le relazioni dell'Ue con la Russia. E' in quell'occasione che, salvo novità sul fronte Navalny, potrebbero essere adottate sanzioni.

Nuovo Vertice in videoconferenza sul Covid - Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha convocato un nuovo vertice dei capi di stato e di governo in videoconferenza il 25 e 26 febbraio. Nella prima giornata i leader discuteranno di coordinamento sul Covid-19: la priorità è aumentare la produzione di vaccini destinati all'Ue e accelerare la loro distribuzione. Il giorno dopo, secondo l'agenda ufficiale, i capi di stato e di governo parleranno di sicurezza e difesa e del vicinato meridionale.

Il Parlamento europeo avrà presto i suoi vaccini - Deputati europei, assistenti e funzionari del Parlamento potranno farsi vaccinare, probabilmente già da fine febbraio. L'amministrazione del Parlamento europeo sta mettendo in piedi un centro di vaccinazione che dovrebbe essere operativo dal 22 febbraio, secondo una mail interna di cui siamo entrati in possesso. Per quella data il Parlamento europeo dovrebbe ricevere vaccini sufficienti per i deputati e il personale. La decisione era stata presa dall'Ufficio di presidenza nel mese di dicembre.

Sputnik V "a rischio e pericolo" dell'Ungheria - Gli stati membri possono autorizzare l'uso sul loro territorio del vaccino russo Sputnik V ma “a loro rischio e pericolo”, ha detto il vicepresidente della Commissione, Margaritis Schinas, ricordando che per l'utilizzo nell'Ue serve l'autorizzazione dell'Autorità europea dei medicinali (Ema). Senza quel via libera, sono i governi nazionali e non le case farmaceutiche a assumersi la responsabilità degli indennizzi in caso di problemi con i vaccini. Il premier ceco, Andrej Babis, ieri ha annunciato una missione a Budapest per verificare la possibilità di usare Sputnik V. Nel frattempo, l'Ema ha annunciato l'avvio dell'analisi costante dei dati – la cosiddetta “rolling review” - sul vaccino Novavax.

Brexit non è finita, Boris vuole riaprire il Protocollo irlandese - Il governo di Boris Johnson sta cercando di usare il fiasco di Ursula von der Leyen sul divieto di esportazioni sui vaccini per riaprire il Protocollo su Irlanda e Irlanda del nord dell'accordo Brexit e rinviare la creazione di una frontiera nel Canale di San Giorgio interna al Regno Unito. Il fatto è che Johnson si trova di fronte a una rivolta del Partito democratico unionista dell'Irlanda del nord sui controlli alle merci da e per la Gran Bretagna. In una lettera alla Commissione, Michael Gove ha chiesto di prolungare di due anni il periodo transitorio sui controlli sulle forniture alimentari per i supermercati, contro i tre mesi attualmente previsti. Nella lettera Gove chiede altre eccezioni al Protocollo per pacchi postali, animali, forniture mediche, acciaio. “Ciò che è richiesto sono soluzioni politiche, non tecniche”, ha scritto Gove, minacciando implicitamente di violare l'accordo Brexit. Il paradosso è che il Protocollo irlandese è stato voluto (e firmato) da Johnson.

Un nuovo piano dell'Ue contro il cancro (e tabacco e alcol) - La Commissione europea ieri ha presentato il suo nuovo piano per battere il cancro, che potrebbe portare all'introduzione di una serie di ulteriori norme per cercare di limitare l'uso di tabacco e alcol. Il piano della Commissione prevede quattro aree di intervento fondamentali, 10 iniziative faro e numerose azioni di supporto. Lo stanziamento complessivo è di 4 miliardi di euro spalmati su diversi programmi. Diverse lobby sono già sul piede di guerra per la parte che riguarda la prevenzione. La Commissione vuole limitare diversi fattori di rischio. Il principale è il tabagismo con l'obiettivo di ridurre i fumatori dal 25 al 5 per cento della popolazione europea entro il 2040. Nel mirino - in vista ci sono restrizioni e aumenti delle accise - ci saranno anche nuovi prodotti come sigarette elettroniche e tabacco riscaldato.

Per l'Ue è cancerogeno l'abuso e non l'uso di alcol - Un altro elemento che fa discutere del piano della Commissione contro il cancro riguarda il trattamento che viene riservato all'alcol. L'esecutivo comunitario ha usato l'espressione “uso nocivo di alcol” per giustificare alcune misure che dovrebbero essere adottate nei prossimi mesi, come l'aumento della tassazione per scoraggiare il consumo o l'etichettatura. Ma non sembra intenzionato ad andarci con la mano pesante come con il tabacco. “Non metteremo un'etichetta al vino come sostanza tossica”, ha assicurato il vicepresidente della Commissione, Margaritis Schinas, ricordando che il vino fa parte dello “stile di vita europeo”. Anche su questo le lobby sono sul piede di guerra. La Coldiretti, per esempio, ha accusato l'Ue di “voler cancellare i fondi per la promozione di carne, salumi e vino, prevedendo su questi prodotti etichette come per i pacchetti di sigarette”.

La Figc deve fare appalti pubblici - A certe condizioni una federazione sportiva nazionale, come la Federazione Italiana Giuoco Calcio, può essere assoggettata alle norme in materia di affidamento degli appalti pubblici se esercita attività di interesse generale a carattere non industriale o commerciale. Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell'Unione europea su un caso legato alla decisione della Figc di organizzare una procedura negoziata per l'affidamento dei servizi di facchinaggio per le squadre nazionali e presso il magazzino della federazione per tre anni. Spetta ai giudici nazionali stabilire se la Figc sia sottoposta al controllo di un'autorità pubblica, come il Coni.

EuroNomine - Il collegio dei commissari ieri ha nominato la tedesca Alexandra Jour-Schroeder vice direttore generale della Direzione generale per la Stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l'unione dei mercati dei capitali (Fisma) della Commissione.

Accade oggi in Europa

- Commissione: discorso della presidente von der Leyen al "Masters Digital 2021" di DigitalEurope

- Commissione: discorsi dei vicepresidenti Vestager e Timmermans alla conferenza "Una politica di concorrenza per contribuire all'European Green Deal"

- Parlamento europeo: conferenza dei Presidenti

- Parlamento europeo: dibattito delle commissioni Esteri e Commercio sull'accordo di libero scambio tra Ue e Regno Unito

- Parlamento europeo: dibattito pubblico sull'attuazione dell'articolo 50 del trattato Ue

- Parlamento europeo: audizione alla commissione Sviluppo della commissaria Urpilainen sull'accesso ai vaccini contro il Covid-19 per i paesi in via di sviluppo

- Comitato delle regioni: sessione plenaria

- Bce: pubblicazione del bollettino economico mensile

- Eurostat: dati sul commercio al dettaglio di dicembre 2020; dati sui combustibili fossili