Europa Ore 7

Sanzioni e sanzionette, tranne per la Turchia

L'Ue dura con il regime bielorusso, meno sul caso Navalny e sulla Turchia. Emergono sempre più "le questioni legate alla regione indo-pacifica"

David Carretta

Dopo oltre un mese di negoziati, il Consiglio Affari generali oggi adotterà una Raccomandazioni sulle restrizioni alla libera circolazione delle persone nell'ambito della crisi Covid-19 per cercare di uniformare codice colore delle zone a rischio e mettere un po' di ordine su obblighi di tampone e quarantene nell'Ue

Sanzioni contro Alexander Lukashenka per le elezioni rubate e la repressione in Bielorussia, sanzionette contro la Russia di Vladimir Putin per l'avvelenamento di Alexei Navalny e nessuna sanzione contro la Turchia di Recep Tayyip Erdogan per le nuove provocazioni nel Mediterraneo orientale. I ministri degli Esteri dell'Unione Europea ieri hanno confermato le anticipazioni sulle misure restrittive contro il dittatore bielorusso che rifiuta il dialogo e i funzionari russi coinvolti nell'uso del Novichok. Ma, nel momento in cui cerca di diventare una potenza geopolitica, l'Ue sembra essere forte con i deboli e debole con i forti nella sua politica di sanzioni. L'Alto rappresentante Josep Borrell ha definito l'avvelenamento di Navalny come un “infelice evento” che non può compromettere il dialogo con Mosca. Quanto a Erdogan, le relazioni con la Turchia saranno rivalutate dai capi di stato e di governo nel Consiglio europeo di... dicembre. Niente fretta.

A proposito di Bielorussia, l'opposizione è favoritissima per vincere il premio Sakharov del Parlamento europeo di quest'anno, dopo che la commissione Esteri l'ha selezionata nella lista dei tre candidati. Il Consiglio di coordinamento dell'opposizione è sostenuto dai principali gruppi (Ppe, S&D e Renew). Gli altri finalisti sono i militanti di Guapino e Berta Caceres in Honduras (candidato dai Verdi e dall'estrema sinistra della Gue) e l'arcivescovo di Mosul Najeeb Moussa Michaeel (candidato dall'estrema destra di Id). Il vincitore sarà scelto dalla Conferenza dei presidenti il 22 ottobre, mentre il premio sarà consegnato nella plenaria del Parlamento europeo il 16 dicembre. Qui Micol Flammini racconta come è cambiata la protesta bielorussa, dalle ragazze vestite di bianco, gli slogan ammiccanti, le immagine che invece arrivano adesso sono di una repressione spietata.

A proposito di Turchia, il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, volerà a Atene e Nicosia per cercare di calmare la rabbia greca e cipriota per le nuove provocazioni. Dieci giorni fa il Consiglio europeo aveva scelto di offrire a Erdogan una “carota” in cambio di una de-escalation: migliorare l'unione doganale e più soldi per i rifugiati siriani. La minaccia di sanzioni era stata nascosta nel linguaggio tecnocratico delle conclusioni del Consiglio europeo. La Germania vuole a ogni costo evitare una rottura con Erdogan.

La discussione a 27 tra ministri degli Esteri su Bielorussia, Russia e Turchia - ma anche dialogo Belgrado-Pristina e relazioni con l'America Latina (tema caro allo spagnolo Borrell) - ha preso troppo tempo per poter affrontare altri temi. Ma c'è un tema che inizia a comparire sempre più spesso nell'agenda del Consiglio Affari esteri, anche se come punto "informazione": "le questioni legate alla regione indo-pacifica". E' il sintomo che l'Ue vuole fare il suo piccolo pivot verso l'Asia in chiave anti-Cina.

Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di martedì 13 ottobre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

 

L'Ue ha la sua mappa di zone rosse Covid - Dopo oltre un mese di negoziati, il Consiglio Affari generali oggi adotterà una Raccomandazione sulle restrizioni alla libera circolazione delle persone nell'ambito della crisi Covid-19 per cercare di uniformare codice colore delle zone a rischio e mettere un po' di ordine su obblighi di tampone e quarantene nell'Ue. "Questo nuovo sistema renderà le cose più facili per i cittadini", ha detto von der Leyen. In realtà, la situazione alle frontiere rischia di complicarsi. La Raccomandazione crea quattro zone (verde, arancione, rossa e grigia) sulla base di numeri di positivi ogni 100.000 abitanti e tasso di positività. Solo chi arriva da una zona verde sarà sicuro di non essere soggetto a obblighi. Ogni paese sarà libero di scegliere tra tampone e quarantena (o entrambi). Nei corridoi Ue si inizia a temere anche un ritorno delle frontiere, esattamente l'opposto di quanto doveva garantire la Raccomandazione. “La Commissione non suggerirà mai di chiudere le frontiere, ma il numero di casi sta aumentando ovunque”, ci ha detto una fonte comunitaria.

L'Ue raccomanda all'Italia di modificare le restrizioni di viaggio - Meno di una settimana dopo aver imposto test a chi rientra da Francia, Belgio, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna e Repubblica ceca, l'Italia potrebbe essere costretta a cambiare l'ordinanza firmata dal ministro Roberto Speranza il 7 ottobre. E' la conseguenza della Raccomandazione sulle restrizioni alla libera circolazione delle persone. La normativa italiana non è perfettamente in linea con la Raccomandazione, per esempio sulle categorie escluse dall'obbligo di tampone, le persone in transito o l'individuazione delle zone a rischio. “Ci aspettiamo che gli stati membri implementino la raccomandazione”, anche se “ci vorranno alcuni giorni per adattarsi alle nuove misure”, ci ha detto la fonte comunitaria.

Obbligo di tampone da tutte le zone rosse, o da nessuna - L'Italia dovrà fare in modo che l'obbligo di tampone si applichi a tutti i cittadini Ue che provengono da una zona rossa o arancione, senza discriminare tra paese e paese. “Non deve esserci una discriminazione tra i diversi stati membri”, ci ha detto la fonte comunitaria. Il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie pubblicherà nelle prossime ore una mappa di zone rosse, arancioni e verdi sulla base dei criteri previsti dalla Raccomandazione. Sulla base dei dati di ieri tutte le regioni dell'Ue, con una manciata di eccezioni, sarebbero considerate come rosse o arancioni.

Tutti tranne Guy per il futuro dell'Europa - L'agenda del Consiglio Affari generali dell'Ue di oggi a Lussemburgo è piuttosto carica: Brexit, dialogo annuale sullo stato di diritto, preparazione del prossimo Consiglio europeo, negoziati sul bilancio 2021-27 e sul Recovery fund. Ma i ministri per gli Affari europei troveranno anche il tempo di discutere della Conferenza sul futuro dell'Europa, che dovrebbe essere lanciata “appena le condizioni epidemiologiche lo permetteranno”, ci ha spiegato un diplomatico Ue. Il messaggio? Tutti tranne Guy Verhofstadt come presidente. “La presidenza è l'ultima questione aperta sulla Conferenza”, ha confermato il diplomatico.

Gli altri candidati a presiedere la Conferenza - La presidenza Verhofstadt della Conferenza sul futuro dell'Europa era stata promessa a Emmanuel Macron durante le nomine dei vertici delle istituzioni Ue nel luglio del 2019. Ma l'opposizione a Guy ormai è troppo forte. Il liberale belga Verhofstadt è considerato dai governi troppo federalista: affidare a lui la Conferenza sul futuro dell'Europa significherebbe correre il rischio di trascinarla verso una riforma dei trattati che nessuno vuole tra i 27. Alla ricerca di un altro/a presidente abbiamo scovato questi nomi: l'ex premier finlandese Alexander Stubb, l'ex presidente lituana Dalia Grybauskaite e l'eurodeputata social-democratica tedesca Gabriele Bischoff. Anche David Sassoli potrebbe essere tentato come posto dove farsi paracadutare in vista della scadenza del suo mandato come presidente del Parlamento europeo nel gennaio del 2022.

Un passo (non sufficiente) sullo stato di diritto per il Recovery - Il primo negoziato tra la presidenza tedesca dell'Ue e il Parlamento europeo sul meccanismo sullo stato di diritto è andato meno peggio del previsto. “Tutte le parti ora hanno una migliore comprensione delle differenti posizioni”, ha detto il portavoce della presidenza tedesca. “Alcune divergenze, ma anche alcuni punti in cui le posizioni sono vicine”. Stessi toni dai negoziatori del Parlamento europeo, Petri Sarvamaa e Gardiazabal Rubial: “convergenza su alcune questioni, ma le posizioni di Consiglio e Parlamento sono ancora lontane le une dalle altre. I cittadini e contribuenti europei meritano un meccanismo sullo stato di diritto che funzioni propriamente e che possa essere applicato nella pratica”. La condizionalità sullo stato di diritto fa parte del pacchetto di bilancio. Senza un accordo, il Recovery fund rischia di non partire.

L'Ocse e i 100 Mld di tasse dalle multinazionali (digitali e non) - L'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha presentato ieri i dettagli tecnici per introdurre a livello globale nuovi principi di tassazione per le multinazionali. In caso di accordo - possibile già nel 2021, secondo l'Ocse - le entrate fiscali aggiuntive a livello mondiale potrebbero arrivare a 100 miliardi di dollari. La proposta si basa su due pilastri: limitare lo spostamento dei profitti tra giurisdizioni fiscali e creare una base imponibile minima per le multinazionali. L'Ue potrebbe cantare vittoria nella sua battaglia contro i giganti del digitale americani. Ma attenzione: secondo alcune stime, alcuni paesi europei rischiano di rimetterci. Il nuovo schema costringerebbe i giganti del lusso o le case automobilistiche, come LVMH e Mercedes-Benz, a pagare più tasse negli Usa.

Gentiloni e la regola del debito desueta - Il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni, ieri ha evocato la possibilità di riformare il Patto di Stabilità e Crescita, modificare la cosiddetta “regola del debito” che perseguita l'Italia dal 2011. La regola, che di fatto non è mai stata applicata, prevede la riduzione del debito pubblico di un ventesimo l'anno per la parte eccedente il 60 per cento del Pil. “E' chiaro che le misure fiscali necessarie adottate dagli stati membri per fronteggiare la crisi (del coronavirus) faranno aumentare molto di più i livelli di debito in Europa: sopra il 100 per cento nell'area euro quest'anno”, ha spiegato Gentiloni durante una conferenza interparlamentare: “Come minimo dobbiamo riflettere sul ruolo che una regola del debito deve giocare”. Gentiloni si è anche detto favorevole alla creazione di “una capacità di stabilizzazione fiscale permanente” per l'Ue.

Regling e il debito che frena la crescita - Il direttore del Mes, Klaus Regling, ha offerto una visione meno neokeynesiana di Gentiloni sul debito pubblico. “Deficit e debito pubblici più alti sono necessari e legittimi in risposta alla crisi, ma un debito più alto più alto può deprimere la crescita futura”, ha detto Regling. Secondo il direttore del Mes, la priorità ora non è la riforma del Patto, ma fare “chiarezza sul percorso fiscale per gli stati membri nei prossimi due o tre anni”.

Ursula lancia l'ondata di riqualificazione energetica - Dopo aver promesso un Bauhaus europeo nel suo discorso sullo stato dell'Unione, Ursula von der Leyen domani presenterà la strategia sull'ondata di ristrutturazioni (per le riqualificazioni) energetiche degli immobili nell'ambito del Green deal e finanziata dal Recovery fund. “Vogliamo rendere i palazzi pubblici e le case private più efficienti dal punto di vista energetico e più confortevoli in tutta Europa”, ha detto ieri von der Leyen in un discorso davanti al Comitato delle Regioni dell'Ue. “I nostri palazzi sono responsabili per il 40 per cento del nostro consumo energetico” e senza un cambio di passo “ci vorrebbe più di un secolo per portare le emissioni dei nostri palazzi a zero”. L'ondata di riqualificazione energetica si concentrerà su scuole, ospedali e alloggi sociali.

La Commissione Ursula ora è “gender balanced” - Con l'ingresso di Mairead McGuinness come commissaria europea irlandese al posto di Phil Hogan, “abbiamo un equilibrio di genere nel nostro collegio”, ha detto ieri il portavoce della Commissione, Eric Mamer. “Questo era il mio obiettivo dal primo giorno e  sono orgogliosa che ci siamo riusciti”, ha twittato von der Leyen, dopo la conferma della nomina di McGuinness da parte del Consiglio Ue. Su 27 commissari, ora 13 sono donne.

Sassoli il deputato europeo più influente - Il deputato europeo più influente è il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, secondo la classifica di VoteWatch Europe che verrà pubblicata oggi. Al secondo posto c'è Manfred Weber, il capogruppo del Ppe, seguito da Antonio Tajani,, che ha la presidenza della commissione Affari costituzionali e della conferenza dei presidenti di commissione. La donna più influente del Parlamento europeo è la presidente del gruppo dei Socialisti&Democratici, Iratxe Garcia Perez.

La sinizzazione della mostra francese su Gengis Khan - Il Museo di storia di Nantes ha annunciato di aver annullato una mostra su Gengis Khan dopo che il governo cinese ha cercato di imporre la cancellazione di tutti i riferimenti all'identità mongola (compreso il nome di Gengis Khan e le parole “impero” e “mongolo”) e la censura preventiva del materiale divulgativo (testi, carine, catalogo e comunicazione). Il direttore del Museo ha denunciato una censura” da parte di Pechino, in particolare attraverso “elementi di riscrittura tendenziosi volti a far scomparire totalmente la storia e la cultura mongola a beneficio di una nuova narrazione nazionale”. Di qui la decisione di cancellare la mostra “in nome dei valori umani, scientifici e deontologici che difendiamo nella nostra istituzione”, ha detto Bertrand Guillet.

Accade oggi in Europa

- Consiglio Affari generali a Lussemburgo

- Consiglio: riunione in teleconferenza dei ministri dell'Occupazione e degli affari sociali

- Comitato delle regioni: intervento della cancelliera Angela Merkel

- Commissione: von der Leyen partecipa a una videoconferenza sul digitale con Macron, Merkel e i rappresentanti dell'industria europea

- Commissione: i commissari Timmermans, Dombrovskis e Gentiloni ricevono il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.

- Parlamento europeo: conferenza stampa di Paolo de Castro sul Covid-19 e il finanziamento della ripresa per gli agricoltori Ue

- Eurostat: dati sull'impatto del Covid-19 su consumi e risparmi delle famiglie

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