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editoriali

Trump in tribunale a New York per il caso Stormy Daniels

Redazione

L’ex presidente è comparso in un'aula di giustizia per rispondere di reati penali, se l’è presa con il giudice e si è dichiarato vittima. Tra i quattro processi che pendono su di lui, questo è quello che pone le questioni più rilevanti

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Per la prima volta nella storia degli Stati Uniti, oggi un ex presidente è comparso in un’aula di giustizia per rispondere di reati penali. Donald Trump deve fare i conti con 34 capi d’imputazione per aver falsificato documenti contabili, secondo l’accusa, in modo da nascondere un passaggio di soldi durante la campagna elettorale del 2016. Il denaro sarebbe servito a comprare il silenzio di un’attrice porno, Stormy Daniels, con la quale avrebbe avuto una relazione extramatrimoniale. Trump rischia fino a quattro anni di carcere.

In due secoli e mezzo l’America pensava di aver visto un po’ di tutto e di aver previsto antidoti a quasi tutto, ma Trump continua a sfidare precedenti, legge e tradizioni. La Costituzione e i suoi emendamenti non prevedono un “caso Trump” ed è questo che occorrerà tenere a mente nei due o tre mesi in cui questo processo ci farà compagnia. Il rischio è che a prevalere sia il caos che circonda sempre l’ex presidente, che oggi se l’è presa con il giudice, si è dichiarato vittima di una persecuzione e ha tentato di nuovo di far rinviare il processo, cominciato invece con la selezione dei giurati.

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L’interrogativo che conta è un altro: se Trump viene condannato prima delle elezioni e diventa un felon, un criminale pregiudicato, che succede? Ancora peggio, che accade se prima di novembre viene mandato in carcere? Come reagiranno gli elettori?

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Il processo di New York è in un certo senso il meno grave dei quattro che pendono su Trump, ma ha due caratteristiche importanti: è quasi sicuramente l’unico che verrà celebrato prima del voto ed è un processo penale locale, che Trump non potrà annullare se diventasse presidente, come invece può fare con i processi federali. La Costituzione e le leggi lasciano libero Trump di restare candidato ed essere eletto anche se condannato e in cella, ma cresce l’inquietudine di fronte al possibile scenario di un’America che elegge un pregiudicato e galeotto.  

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