Foto di National Cancer Institute, via Unsplash 

Interrogativi

Le derive di una legge. L'eutanasia in Belgio anche per disturbi mentali

Giulio Meotti

I casi di iniezione letale per malattie psichiatriche dividono i medici. "Molti avrebbero obiezioni da fare, ma non osano parlarne", dice il filosofo e specialista in etica, Willem Lemmens   

“Eutanasia: viaggio nella terra della morte annunciata”. In Belgio, dove è legale da vent’anni, l’eutanasia è stata ampiamente accettata. A rischio di essere troppo ampiamente applicata? Se lo domanda il Point in un’inchiesta da brivido. Oltre il 17 per cento delle schede d’eutanasia registrate nel 2020 e nel 2021 riguardava “polipatologie”: combinazioni di condizioni non fatali, spesso legate all’età, come la vista, il cuore o i reni, artrosi…”. “Non è molto diverso dal premere il grilletto di una pistola: carichiamo la siringa, iniettiamo, in cinque minuti è finita”, dice Corinne Van Oost, che pratica l’eutanasia ed è una delle pioniere in Belgio delle cure palliative.

Questi casi di demenza però dividono i medici. “La legge è chiara: affinché l’eutanasia sia possibile, la sofferenza deve essere insopportabile e la situazione clinicamente senza speranza”, afferma la psicologa Ariane Bazan, docente all’Università della Lorena e alla Libera Università di Bruxelles. Come può valere nel caso delle patologie psichiche? Ogni giorno in Belgio otto persone in media muoiono con l’eutanasia. Come si legge nell’ultimo rapporto della Commissione federale di controllo e valutazione dell’eutanasia, nel 2022 sono state uccise nel paese con l’iniezione letale 2.966 persone, il 2,5 per cento dei decessi totali, il dato più alto dalla depenalizzazione della “buona morte” avvenuta nel 2002. Ben 513 persone (17,3 per cento) sono state uccise nonostante la loro morte non fosse prevedibile nel breve o medio termine.

Nel 2021, Abe Geldhof, un professore di Psicologia clinica all’Università di Gand, ha pubblicato un libro-manifesto, “Dood op verzoek” (Morte su richiesta). Con questo esplicito sottotitolo: “La psichiatria esiste ancora se ammette l’eutanasia per sofferenza psicologica?”. Chi non è favorevole all’eutanasia di un malato terminale? Così era iniziata… Poi Shanti De Corte, una ragazza sopravvissuta agli attentati di Bruxelles nel 2016, ha presentato una richiesta di eutanasia per “sofferenze psichiatriche” e due psichiatri hanno accolto la sua richiesta. Quindi due gemelli, Marc ed Eddy Verbessem, sul punto di diventare ciechi, sono stati soppressi insieme. Poi è stata la volta di Nathan Verhelst, dopo un intervento chirurgico fallito per il cambio di sesso, e di Tine Nys, cui era stato diagnosticato l’autismo. Adesso è la volta di Geneviève Lhermitte, che ha ucciso i suoi cinque figli ed era stata condannata all’ergastolo e che ha ottenuto l’eutanasia “per sofferenza psicologica irreversibile”. Nei giorni precedenti c’era stata Nathalie Huigens, vittima di stupro, anche lei ha avuto accesso al programma eutanasia.

“Essere soppressi per disturbi mentali, anche giovani e sani” commenta persino un giornale ateo e libertino come Charlie Hebdo. “Certo, si tratta di casi relativamente rari, ma testimoniano una concezione schizofrenica della morte specifica del Belgio. Guai a chi osa opporsi al ‘progresso’: è maleducazione in Belgio criticare l’eutanasia. Willem Lemmens, dottore in Filosofia e specialista in etica all’Università di Anversa, deplora il tabù attorno alla questione, o meglio il ‘non tabù’ eretto a principio immutabile. ‘Molti psichiatri avrebbero obiezioni da fare ma non osano parlarne. La mancanza di un dibattito aperto sulla stampa è notevole: alcuni ideologi che si credono progressisti plaudono alla legge come ideale etico’”.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.