
L'intervista
La ricostruzione dell'Ucraina porterà crescita all'Ue e al mondo, ci dice il ministro Chernyshov
L’adesione all’Ue è “una prospettiva inevitabile” e l’Ucraina darà un valore aggiunto a tutti gli europei. Tutti i progetti per ricostruire il paese, ancora sotto le bombe, e una promessa: rimetteremo tutto in piedi
Arrivato in Ucraina, il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, ha spostato l’attenzione dalla distruzione alla ricostruzione. Perché uno dei modi migliori per vincere la guerra è dimostrare a Vladimir Putin e agli autocrati come lui che non si può attaccare un paese e pretendere che tutti rimangano immobili. Il capo del Cremlino e i suoi falchi dicono: l’Ucraina non esiste. Gli ucraini e gli alleati occidentali rispondono: non soltanto esiste, ma ha un futuro e sarà molto meglio di quanto pensiate. Questo futuro va costruito e l’occasione, come ha detto anche Draghi, non va sprecata. Come lui, prima di lui, la pensano così anche gli ucraini, il popolo e i suoi leader che combattono da oltre cento giorni e provano, nonostante tutto, a immaginarsi un domani. La ricostruzione ha molti volti in Ucraina e uno è quello di Oleksiy Chernyshov, ministro per lo Sviluppo delle comunità e dei Territori, che, prima di entrare in politica, era un imprenditore ed è approdato al governo assieme alla squadra di Volodymyr Zelensky, il presidente che ha dosato bene speranze, parole, visioni e populismo e oggi è il leader di guerra coraggioso e determinato che ha stupito il mondo intero. Chernyshov è nato a Kharkiv, la seconda città più grande dell’Ucraina e una delle più colpite dalla guerra, ma, per fornire un’idea della distruzione, Chernyshov cita un’altra città: Severodonetsk, dove “il 90 per cento del patrimonio abitativo è distrutto”. E Severodonetsk, che si trova nel Donbas, non è la sola, altre città ucraine sono state devastate dall’esercito russo con la stessa potenza. “Dall’inizio dell’invasione su vasta scala, la Russia ha lanciato più di 2.500 missili in tutta l’Ucraina”, dice al Foglio Chernyshov.
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- Micol Flammini
Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Sul Foglio cura con Paola Peduzzi l’inserto EuPorn in cui racconta il lato sexy dell’Europa, ed è anche un podcast.