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Editoriale

La conta dei Tory sul party gate: oggi si vota per decidere se BoJo andrà sotto inchiesta

Redazione

Ma i conservatori britannici sono indecisi: gli occhi di tutti sono alle elezioni locali di maggio

Oggi alla Camera dei comuni inglese ci sarà un voto sul partygate, lo scandalo che dalla fine del 2021 rosicchia la credibilità di Boris Johnson: si decide se si aprirà un’inchiesta parlamentare sul premier accusato di aver mentito ai Comuni. Johnson si è di nuovo scusato per aver organizzato feste a Downing Street durante il lockdown, ha ribadito che non pensava di aver violato delle regole (regole fatte da lui) e poi ha detto che vuole mettersi lo scandalo alle spalle, c’è una guerra contro la Russia da combattere (e il Regno Unito è forse il paese più impegnato a farlo) e c’è l’inflazione in grande aumento che sta surriscaldando l’economia. I conservatori, che hanno la maggioranza ai Comuni e quindi la possibilità di decidere quanto e come far pagare al premier il partygate, sono indecisi. Negli incontri privati, raccontano i retroscenisti, sono durissimi con Johnson: gli dicono in faccia che ha mentito, che ha gestito male tutta la questione, che sembra abbia perso il controllo del palazzo e che è diventato un problema per tutto il partito.

 

Poi però non sanno ancora bene che fare perché non hanno un’alternativa a lui (o almeno nessuna alternativa condivisa) e perché il 5 maggio ci sono le elezioni locali e vogliono aspettare l’esito per capire se è il caso di affondare il colpo o trattenerlo. Come si capisce, nessuno è particolarmente irritato dalle menzogne per se stesse: è tutto un calcolo. Il 5 maggio si vota in circa mille seggi, molti in aree in cui i Tory non sono favoriti, come tutta Londra, la Scozia e il Galles. I sondaggi stanno premiando il Labour, che chiede le dimissioni immediate di Johnson, ma i riflettori si stanno dirigendo sull’elezione suppletiva di Wakefield, nel West Yorkshire: era una roccaforte laburista passata nel 2019 ai Tory, in quella grande elezione vinta da Johnson con la promessa della Brexit portata a termine e dei progetti a favore delle aree più disagiate. Questo voto ha molto l’aria di un referendum su Johnson.

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