Foto di John Thys, Pool via LaPresse 

vertici e definizioni 

I paragoni tra la Russia e il bullismo. Le mosse della Nato al confine ucraino

L'alleanza Atlantica è tornata a essere il pilastro della sicurezza europea sotto la protezione americana

David Carretta

Il Consiglio Affari esteri ha adottato una dichiarazione per ribadire il “fermo sostegno” dell’Ue all’integrità territoriale dell’Ucraina. Ma la retorica su sovranità europea e autonomia strategica viene smentita dalle esitazioni di Germania e Francia. Le esitazioni di molti spingono l’est Europa verso l’America

Bruxelles. La Nato ha annunciato l’invio di aerei e navi nei paesi alla sua frontiera orientale per rafforzare la deterrenza nei confronti della Russia, ma l’Unione europea fatica a dimostrare la sua credibilità di fronte alla sfida lanciata da Vladimir Putin all’architettura di sicurezza dell’Europa. “La Nato continuerà a prendere tutte le misure necessarie a proteggere e difendere tutti gli Alleati”, ha detto il segretario generale, Jens Stoltenberg: “Risponderemo sempre a qualsiasi deterioramento del nostro ambiente di sicurezza”. Intanto i ministri degli Esteri dell’Ue discutevano con Antony Blinken. Ma tra i 27 non c’è ancora consenso su cosa vogliano dire “sanzioni massicce” e quando farle scattare. Dopo il Consiglio Affari esteri dell’Ue, Joe Biden ha convocato una riunione in teleconferenza con i leader europei.

 

Le difficoltà dell’Ue nel trovare un accordo su quali sanzioni imporre alla Russia in caso di aggressione all’Ucraina sono state riassunte da Gabrielius Landsbergis, il ministro degli Esteri della Lituania. Il Consiglio Affari esteri ha adottato una dichiarazione per ribadire il “fermo sostegno” dell’Ue all’integrità territoriale dell’Ucraina, che “non c’è spazio per le sfere di influenza nel XXI secolo” e che la Russia subirà “conseguenze massicce e costi severi” in caso di aggressione. “Dobbiamo essere coerenti con le nostre parole. Quando diciamo che le sanzioni saranno impossibili da sopportare, devono essere impossibili da sopportare perché questo è il solo deterrente. Se sono sopportabili allora non è un deterrenza”, ha detto Landsbergis. I paesi dell’est e quelli nordici spingono per misure economiche durissime, che potrebbero avere un impatto sugli interessi dei paesi europei. Ma la Germania frena: il governo di Olaf Scholz non ha ancora detto chiaramente cosa intende fare con Nord Stream 2, si oppone all’esclusione della Russia dal sistema di pagamenti internazionali Swift e vuole eccezioni per le sanzioni contro le banche russe. La Francia ha espresso dei dubbi sugli allarmi lanciati da Stati Uniti e Regno Unito sull’invasione e i complotti per cambiare regime a Kiev. La frase con cui l’Alto rappresentante, Josep Borell, ha commentato la decisione americana di evacuare le famiglie dei diplomatici in Ucraina è rivelatrice dello stato d’animo di alcuni dentro l’Ue. “Non penso che dobbiamo drammatizzare. Fino a quando i negoziati sono in corso – e sono in corso – non vedo perché dobbiamo lasciare l’Ucraina”, ha detto Borrell. Secondo l’Alto rappresentante, sulle sanzioni non c’è “nessun problema con nessuno stato membro”, il processo è “complesso”, ma in caso di necessità saranno adottate “rapidamente”.

 

Le divergenze interne all’Ue sulla risposta alla Russia stanno spingendo i paesi dell’est nelle braccia di Stati Uniti e Nato. “La più grande deterrenza è avere grandi amici. Se sei bullizzato a scuola, il bullo non ti bullizza se hai amici grandi e grossi. E vale lo stesso per la deterrenza. La più grande deterrenza nei confronti della Russia è una bandiera americana”, ha detto al Financial Times il premier dell’Estonia, Kaja Kallas. L’Amministrazione Biden fa pressioni sugli europei per dispiegare sanzioni sufficientemente forti da convincere Putin a desistere. Secondo il Washington Post, gli Stati Uniti vogliono un embargo su materiali chiave per le industrie strategiche russe (semiconduttori, intelligenza artificiale, informatica quantistica, spaziale). Borrell ha invece rifiutato di dire quali misure punitive l’Ue prenderà. Così la retorica su sovranità europea e autonomia strategica viene smentita dalle esitazioni di Germania e Francia.  La Nato è tornata a essere il pilastro della sicurezza europea sotto la protezione americana. Prima della riunione dell’Ue, il ministro degli Esteri della Lettonia, Edgars Rinkevics, ha chiesto della sua presenza sul fianco orientale. La Nato ha elencato i primi impegni dei suoi membri: la Danimarca sta per inviare una fregata nel Mar Baltico e quattro caccia F-16 in Lituania; la Spagna dispiegherà navi e caccia in Bulgaria; la Francia è pronta a mandare truppe in Romania sotto comando Nato; i Paesi Bassi da aprile stazioneranno due caccia F-35 in Bulgaria. “Anche gli Stati Uniti stanno considerando di aumentare la loro presenza militare”, ha detto la Nato. Rimane il problema Ucraina. Il Regno Unito invia missili anticarro a Kiev e i Baltici vogliono fornire munizioni e armi. Ma la Germania ha vietato all’Estonia di esportare armi di produzione tedesca. Il ministro degli Esteri, Annalena Baerbock, ha spiegato di voler sostenere l’Ucraina “economicamente e finanziariamente”. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha annunciato un pacchetto di aiuti e prestiti da 1,2 miliardi. E’ un segnale politico, che non servirà a nulla in caso di invasione russa.

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