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editoriali

E’ dura cambiare il Patto di stabilità

Redazione

Serve responsabilità per convincere i frugali. La qualità contro la rapidità

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La revisione delle regole fiscali della zona euro non sarà una passeggiata, come dimostra il primo dibattito avvenuto ieri durante l’Eurogruppo e l’Ecofin. Ancor prima della proposta della Commissione sul Patto di stabilità e crescita, otto paesi frugali hanno rialzato la testa e lanciato un avvertimento: “Finanze pubbliche sane sono un pilastro centrale dell’appartenenza dell’Ue e fondamenta per l’unione economica e monetaria”. Secondo il documento sottoscritto da Austria, Danimarca, Lettonia, Slovacchia, Repubblica ceca, Finlandia, Paesi Bassi e Svezia, “ridurre le ratio di debito eccessivo deve rimanere un obiettivo comune”. Gli otto frugali sono disposti a discutere di “semplificazioni e adattamenti” del Patto, ma solo se le proposte non metteranno in dubbio “la sostenibilità fiscale”. Il documento non è un altolà definitivo, ma rappresenta comunque un segnale di quanto saranno lunghi e difficili i negoziati quando la Commissione farà la sua proposta.

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La revisione delle regole fiscali della zona euro non sarà una passeggiata, come dimostra il primo dibattito avvenuto ieri durante l’Eurogruppo e l’Ecofin. Ancor prima della proposta della Commissione sul Patto di stabilità e crescita, otto paesi frugali hanno rialzato la testa e lanciato un avvertimento: “Finanze pubbliche sane sono un pilastro centrale dell’appartenenza dell’Ue e fondamenta per l’unione economica e monetaria”. Secondo il documento sottoscritto da Austria, Danimarca, Lettonia, Slovacchia, Repubblica ceca, Finlandia, Paesi Bassi e Svezia, “ridurre le ratio di debito eccessivo deve rimanere un obiettivo comune”. Gli otto frugali sono disposti a discutere di “semplificazioni e adattamenti” del Patto, ma solo se le proposte non metteranno in dubbio “la sostenibilità fiscale”. Il documento non è un altolà definitivo, ma rappresenta comunque un segnale di quanto saranno lunghi e difficili i negoziati quando la Commissione farà la sua proposta.

 

La crisi del Covid-19 e le misure adottate dai governi per preservare l’economia hanno reso alcune regole inapplicabili. Non sono solo i soliti sospetti Italia e Grecia a trovarsi con enormi debiti, ma anche la Francia. Ridurre il debito di un ventesimo l’anno per la quota superiore al 60 per cento del pil non è possibile, a meno di non volersi autocondannare. Non ci sono le condizioni politiche per cambiare i parametri del Patto (nemmeno Olaf Scholz in Germania è pronto a farlo) e i rischi di ritrovarsi in una crisi del debito sono troppo alti. L’approccio giusto sono la pazienza e il realismo adottati da Paolo Gentiloni. “La qualità è più importante della rapidità”, ha spiegato il commissario all’Economia, sottolineando la necessità di trovare “un consenso” attorno a regole che preservino la crescita e consentano gli investimenti massicci necessari alla transizione verde. Dimostrare responsabilità è il modo migliore per convincere i frugali.

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