Josep Borrell (foto LaPresse)

Editoriali

L'Ue detta cinque condizioni ai talebani

Redazione

La paura dei rifugiati rende gli europei più deboli nei confronti del regime in Afghanistan. Le illusioni sul dialogo al termine della riunione dei ministri degli Esteri

L’Unione europea ha fissato oggi cinque condizioni per il dialogo con il nuovo regime dei talebani a Kabul, ma rischia di rimanere intrappolata nelle loro contraddizioni nel momento in cui teme più di ogni altra cosa l’arrivo di un’ondata di profughi dall’Afghanistan. Generalmente, alla fine di una guerra, sono i vincitori a imporre le condizioni. E invece l’Ue, che condivide la disfatta con gli Stati Uniti, sembra convinta di poter negoziare in posizione di forza. L’assunto è che i talebani vogliano un riconoscimento internazionale e abbiano bisogno dei soldi europei per non fare implodere il loro regime. L’Ue ha promesso aiuti umanitari e potrebbe sbloccare quelli allo sviluppo. A quali condizioni?

 

Primo, i talebani non devono permettere che l’Afghanistan diventi una base per esportare il terrorismo. Secondo, devono rispettare i diritti umani (in particolare delle donne), lo stato di diritto e la libertà dei media. Terzo, devono istituire un governo inclusivo e rappresentativo negoziando con altre forze politiche. Quarto, devono concedere libero accesso agli aiuti umanitari. Quinto, devono consentire la partenza di stranieri e afghani a rischio.

 

“Il nostro dialogo dipenderà dal rispetto di queste condizioni”, ha detto l’Alto rappresentante, Josep Borrell, al termine di una riunione dei ministri degli Esteri dell’Ue, sottolineando che si tratta di “dialogo operativo” e “non significa riconoscimento”. L’Ue intende tornare a Kabul con una presenza per coordinare i contatti con i talebani, in particolare per proseguire l’evacuazione. Ma il desiderio europeo di influenzare gli eventi in Afghanistan si scontra già con la realtà di un regime unico dei talebani, che conduce massacri, bombarda il Panshir e impedisce agli afghani ordinari di fuggire. Se la priorità dell’Ue è prevenire una crisi umanitaria che alimenti il flusso di profughi, buona parte delle cinque condizioni dovranno essere abbandonate. La grande paura dei rifugiati rende un’Ue sconfitta ancora più debole.

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