(foto Ap)

"No Mila, non sei sola". Parla l'unica femminista che ha difeso la ragazza francese

Mauro Zanon

Nessuno prende le parti della liceale, che ha ricevuto più di centomila minacce islamiste, per paura di offendere “non si sa quale minoranza”. Intervista a Tatiana F-Salomon

Nel muro di mutismo della galassia femminista francese in merito all’affaire Mila, la studentessa minacciata di morte dagli islamisti per aver mosso una critica alla religione musulmana in una story su Instagram nel gennaio 2020, è stata aperta una breccia pochi giorni fa: una lettera aperta pubblicata sulle pagine web del settimanale Le Point. “No Mila, non sei sola, anche se, certamente, la paura esiste. Non si tratta di negarla. Paura per noi, paura per i nostri cari, paura per tutto. Ma c’è una paura che dovrebbe terrorizzarci ancora di più: è la paura di tradire se stessi, la paura di tradire i nostri valori, i nostri ideali, la nostra umanità”, scrive la fondatrice dell’associazione femminista #JamaisSansElles Tatiana F-Salomon, promotrice di questa iniziativa in difesa di Mila assieme a una ventina di personalità, tra cui lo scrittore Alexandre Jardin e l’eurodeputata macronista Irène Tolleret. 

 

Cos’ha spinto Tatiana F-Salomon ad alzare la voce sul caso Mila? “L’umanità, molto semplicemente. E anche l’indignazione. La sorte riservata a questa giovane ragazza è indegna della nostra Repubblica”, dice al Foglio, e aggiunge: “Poco importa ciò che si pensa delle sue affermazioni (sull’islam, ndr) e del modo in cui le ha esternate. Le libertà che la legge riconosce ai cittadini devono essere rispettate. Mila non ha infranto alcuna legge. E aggiungo: anche se l’avesse infranta, non è compito del branco sui social farla applicare. Che un cittadino, chiunque esso sia, non possa più esercitare le proprie libertà fondamentali senza rischiare letteralmente la morte in ogni angolo della strada è qualcosa che nessuno dovrebbe accettare. Se non sosteniamo Mila, se non ci opponiamo a questa situazione, se accettiamo l’intimidazione di massa, e di conseguenza la sottomissione, è la fine del nostro contratto sociale. La nostra Repubblica è fondata su valori umanistici”.  

 

 

Quando le chiediamo perché l’iniziativa di #JamaisSansElles è pressoché isolata nel mondo del femminismo francese, risponde: “A dire il vero, faccio fatica a capirlo. Certo, c’è la paura, come scrivo nella lettera aperta. Ma questo spiega tutto? Non credo. C’è anche, ed è questo il vero pericolo, una certa compiacenza verso le rivendicazioni politiche e comunitariste che sono all’opposto di tutti i valori costitutivi della Repubblica francese”, dice la presidente di #JamaisSansElles. “L’universalismo non è più ritenuto essenziale, e da alcuni è giudicato persino come qualcosa di oppressivo, non di liberatorio. E’ il colmo! Perché ciò non fa altro che aggravare il ripiegamento su di sé e rinchiudere ogni cittadino in una presunta identità, dalla quale gli viene intimato di non uscire mai. Ognuno difende la propria causa, generalmente minuscola, perdendo di vista l’universale e i valori comuni. Mila non rientra in nessuna casella, dunque nessuno si arrischia a difenderla per paura di offendere non si sa quale ‘minoranza’ che sarebbe improvvisamente diventata ipersensibile a qualsiasi critica, ma anche per paura di perdere una parte dei propri sostenitori”, spiega Tatiana F-Salomon. Secondo la femminista francese, il caso Mila “è un esempio tragico di frammentazione della nostra società e di abbandono dell’universale” ed “è evidente che in Francia ci sia un problema particolare con l’islam, legato in parte al nostro passato coloniale, ma non solo. L’universalismo mal interpretato può rapidamente fuorviarsi nel relativismo radicale. Ma non tutto si equivale. Altrimenti nulla ha più valore”. 

 

 

Per Tatiana F-Salomon, i valori che un tempo erano considerati fondamentali oggi sono messi in discussione da “un certo femminismo che difende e persino promuove elementi culturali (o pseudo-culturali) profondamente sessisti e oppressivi per le donne come dimostrato da una segregazione di genere sempre più marcata, per non parlare della questione del velo, della poligamia e dell’infibulazione. E’ assolutamente insopportabile”.

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