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editoriali

Una società di vittime

Redazione

Le dimissioni del capo di Kpmg Bill Michael e la sua lezione ai dipendenti

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"Adesso è il momento di dirlo: il pregiudizio inconscio è una stronzata assoluta. Non esiste il pregiudizio inconscio. Non puoi interpretare il ruolo di vittima a meno che tu non sia malato, e spero che tu non sia malato, e se non sei malato, prendi il controllo della tua vita e smetti di lamentarti”. Per queste parole durante una riunione virtuale con i dipendenti Bill Michael è stato costretto a lasciare la carica di presidente di Kpmg, la grande società di revisione dei Big four. Michael ha poi chiesto scusa. Non che ce ne fosse un grande bisogno. Aveva elogiato meritocrazia, duro lavoro e stroncato le reni al vittimismo imperante nelle nostre società. Soprattutto ha messo in discussione l’esistenza degli “unconscious bias”.

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"Adesso è il momento di dirlo: il pregiudizio inconscio è una stronzata assoluta. Non esiste il pregiudizio inconscio. Non puoi interpretare il ruolo di vittima a meno che tu non sia malato, e spero che tu non sia malato, e se non sei malato, prendi il controllo della tua vita e smetti di lamentarti”. Per queste parole durante una riunione virtuale con i dipendenti Bill Michael è stato costretto a lasciare la carica di presidente di Kpmg, la grande società di revisione dei Big four. Michael ha poi chiesto scusa. Non che ce ne fosse un grande bisogno. Aveva elogiato meritocrazia, duro lavoro e stroncato le reni al vittimismo imperante nelle nostre società. Soprattutto ha messo in discussione l’esistenza degli “unconscious bias”.

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Di ieri la notizia che l’Università di Oxford di routine sottopone i college a questi corsi contro gli stereotipi innati. L’ex college di Margaret Thatcher ha fatto marcia indietro sulla richiesta che tutti i suoi studenti seguano questi “corsi sui pregiudizi inconsci”, dopo che al Somerville College era intervenuta la Free Speech Union protestando con la politica universitaria. Douglas Murray ne ha provato uno di questi corsi e ieri lo ha raccontato sul Telegraph. Spiega che tutto è iniziato vent’anni fa grazie a un test di tre accademici di Harvard. Hanno cercato di vedere se fosse possibile tracciare  i pregiudizi inconsci. Oggi una azienda dopo l’altra mettono a disposizione questi test, spesso rendendoli obbligatori nella formazione. “Col tempo è diventato la base di un’industria, spinta da persone che spingevano per la politica dell’identità” scrive Murray. “Perché in tutto il paese i capi aziendali e i dipendenti pubblici, intimoriti dai loro dipendenti più giovani, hanno iniziato a decidere che dare a tutti una formazione sui pregiudizi inconsci era un modo per dimostrare che stavano ‘facendo qualcosa’. Mentre fai il test diventa sempre più chiaro che non è educazione, ma rieducazione”. 

 

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Bill Michael ha messo in discussione l’io fragile e vittimizzato dei suoi dipendenti. Aveva ragione, per questo ha pagato. 

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