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Editoriali

L’ipocrisia dell’Ue sui migranti a Lipa

Redazione

In cambio di spiccioli, la Bosnia viene usata come muro nella rotta dei Balcani

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L’Unione europea ha accusato le autorità della Bosnia-Erzegovina di “disastro umanitario” di fronte alla tragedia di circa 1.500 migranti rimasti al freddo dell’inverno dopo la distruzione del campo di Lipa avvenuta alla vigilia di Natale a causa di un incendio. L’espressione è stata utilizzata dall’Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, e dal commissario per gli Aiuti umanitari, Janez Lenarcic. Secondo Borrell, questa crisi “è ampiamente dovuta alle disfunzioni nel paese”.

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L’Unione europea ha accusato le autorità della Bosnia-Erzegovina di “disastro umanitario” di fronte alla tragedia di circa 1.500 migranti rimasti al freddo dell’inverno dopo la distruzione del campo di Lipa avvenuta alla vigilia di Natale a causa di un incendio. L’espressione è stata utilizzata dall’Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, e dal commissario per gli Aiuti umanitari, Janez Lenarcic. Secondo Borrell, questa crisi “è ampiamente dovuta alle disfunzioni nel paese”.

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Nella città vicina di Bihac c’è un centro di accoglienza che è stato finanziato dall’Ue, ma che rimane chiuso “a causa dell’opposizione delle autorità locali e della popolazione all’apertura”, ha accusato l’Alto rappresentante. Per Lenarcic, la crisi “poteva essere evitata” se la Bosnia avesse accettato di utilizzare “le strutture esistenti”. L’Ue ha stanziato 88 milioni di euro dal 2018 per aiutare la Bosnia a ospitare migranti e rifugiati. A inizio anno ha annunciato altri 3,5 milioni per ricostruire Lipa.

 

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La Bosnia ha delle responsabilità per le condizioni in cui si trovano i migranti di Lipa e gli altri 1.500 vicino al confine con la Croazia. Ma questo improvviso afflato umanitario dell’Ue in realtà nasconde grande ipocrisia. Contrariamente a quanto avvenuto con la Grecia dopo la distruzione del campo di Moria, nessuno dei 27 si è offerto per accogliere migranti o rifugiati. Peggio: la Croazia, che è uno stato membro, è accusata di aver praticato respingimenti brutali alla frontiera con la Bosnia, violando le regole del diritto internazionale ed europeo, mentre la Commissione chiudeva gli occhi. In termini di responsabilità, l’Ue potrebbe essere classificata come complice, se non mandante, della tragedia umanitaria. In cambio di spiccioli, la Bosnia viene usata come muro nella rotta dei Balcani. I richiami moralistici ai bosniaci servono solo a nascondere il fatto che, come con la Turchia, l’Ue preferisce subappaltare ad altri la gestione della sua politica migratoria.

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