PUBBLICITÁ

Editoriali

Il patto sui migranti è bloccato

Redazione

Nord e sud dell’Ue possono trovare un compromesso tra loro. Ma con l’est no

PUBBLICITÁ

Ottenuta l’intesa sul bilancio e sul Recovery fund, in attesa di sapere se ci sarà un deal sul post Brexit, la presidenza tedesca dell’Unione europea non è riuscita a fare il miracolo di trovare un accordo sul nuovo Patto su migrazione e asilo. I ministri dell’Interno dei 27 ieri hanno avuto il secondo dibattito sulla proposta avanzata dalla Commissione in settembre per cercare di superare lo stallo che si è venuto a creare dal 2015 sulle politiche migratorie. Ma le posizioni non sono cambiate. I paesi dell’est sono contrari a forme di solidarietà obbligatoria che portino alla redistribuzione di richiedenti asilo. I paesi del nord insistono per misure volte a bloccare i movimenti secondari di migranti dai paesi di primo ingresso. Italia, Spagna, Grecia e Malta rifiutano di farsi imporre “procedure obbligatorie di frontiera” che li costringerebbe a creare grandi campi dove rinchiudere i migranti in attesa di un teorico rimpatrio, come accade oggi nelle isole greche. La presidenza tedesca dell’Ue ha presentato un rapporto sui progressi realizzati in questi tre mesi.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Ottenuta l’intesa sul bilancio e sul Recovery fund, in attesa di sapere se ci sarà un deal sul post Brexit, la presidenza tedesca dell’Unione europea non è riuscita a fare il miracolo di trovare un accordo sul nuovo Patto su migrazione e asilo. I ministri dell’Interno dei 27 ieri hanno avuto il secondo dibattito sulla proposta avanzata dalla Commissione in settembre per cercare di superare lo stallo che si è venuto a creare dal 2015 sulle politiche migratorie. Ma le posizioni non sono cambiate. I paesi dell’est sono contrari a forme di solidarietà obbligatoria che portino alla redistribuzione di richiedenti asilo. I paesi del nord insistono per misure volte a bloccare i movimenti secondari di migranti dai paesi di primo ingresso. Italia, Spagna, Grecia e Malta rifiutano di farsi imporre “procedure obbligatorie di frontiera” che li costringerebbe a creare grandi campi dove rinchiudere i migranti in attesa di un teorico rimpatrio, come accade oggi nelle isole greche. La presidenza tedesca dell’Ue ha presentato un rapporto sui progressi realizzati in questi tre mesi.

 

Ma gli unici progressi sono quelli sulle questioni non controverse, come la volontà di rafforzare la sicurezza delle frontiere esterne, la necessità di rimpatri gestiti in comune o l’intenzione di fare accordi con i paesi d’origine. La manifestazione più evidente del fallimento è stata l’assenza di Horst Seehofer alla riunione di ieri. Il ministro dell’Interno tedesco aveva promesso un “accordo politico” sul Patto su migrazione e asilo. Ieri il suo sottosegretario Stephan Mayer e la commissaria europea Ylva Johansson hanno dato la colpa al Covid-19 per lo stallo. La realtà è un’altra. All’interno dell’Ue ci sono almeno due visioni inconciliabili su come gestire migrazioni e asilo. Nord e sud possono trovare un compromesso tra loro. Ma è impossibile andare avanti con l’est. A meno di non fare quello che dicono i trattati: procedere con il voto a maggioranza e imporre a tutti solidarietà e responsabilità.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ