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Editoriali

W Macron contro le moschee separatiste

Redazione

Il governo francese ordina un giro di vite in 76 luoghi di culto islamici

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Il governo francese giovedì ha lanciato una campagna “massiccia e senza precedenti” contro l’islam radicale, mettendo in atto misure volte a combattere “il fenomeno dell’estremismo religioso”. Il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, ha indicato ben 76 moschee sospettate di “separatismo” che potrebbero andare incontro alla chiusura. Darmanin ha usato parole chiare, parlando del “nemico interno”. A ottobre, Emmanuel Macron aveva annunciato un piano per contrastare il “separatismo islamico”, si era schierato a difesa della pubblicazione di vignette su Maometto e aveva descritto l’islam come una religione “in crisi”, provocando rivolte, boicottaggi e furore nel mondo musulmano. Il 16 ottobre, il professor Samuel Paty è stato decapitato per avere mostrato ai suoi studenti le vignette. Tredici giorni dopo c’è stato l’attacco in una cattedrale della città di Nizza, con tre morti.

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Il governo francese giovedì ha lanciato una campagna “massiccia e senza precedenti” contro l’islam radicale, mettendo in atto misure volte a combattere “il fenomeno dell’estremismo religioso”. Il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, ha indicato ben 76 moschee sospettate di “separatismo” che potrebbero andare incontro alla chiusura. Darmanin ha usato parole chiare, parlando del “nemico interno”. A ottobre, Emmanuel Macron aveva annunciato un piano per contrastare il “separatismo islamico”, si era schierato a difesa della pubblicazione di vignette su Maometto e aveva descritto l’islam come una religione “in crisi”, provocando rivolte, boicottaggi e furore nel mondo musulmano. Il 16 ottobre, il professor Samuel Paty è stato decapitato per avere mostrato ai suoi studenti le vignette. Tredici giorni dopo c’è stato l’attacco in una cattedrale della città di Nizza, con tre morti.

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La Grande moschea di Pantin, che aveva condiviso sulla sua pagina Facebook un video con la fatwa contro Paty, è stata già chiusa. Darmanin ha chiuso anche due organizzazioni islamiste, la ong BarakaCity e il Collettivo contro l’islamofobia in Francia. Siamo di fronte, molto più che dopo le grandi stragi terroristiche del 2015, al tentativo più serio da parte di un governo francese di fare fronte a questa emergenza islamista, andando anche a ledere potenzialmente il diritto di culto dell’islam francese. Sarebbe non solo illusorio, ma anche pericoloso pensare che sia un dramma endogeno alla sola società francese. Gli islamisti in questi anni hanno colpito ovunque: Spagna, Inghilterra, Austria, Germania, Svezia, Danimarca, Belgio, Olanda… Se Parigi riuscisse in questa impresa contro il separatismo diventerebbe un modello di azione per tutti i paesi europei. Per questo ha bisogno della solidarietà e del sostegno di tutti.

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