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Editoriali

Tutti pazzi per Jacinda

Redazione

La Nuova Zelanda al voto. La Ardern è un manuale di crisis management

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Oggi si vota in Nuova Zelanda e l’Economist ha già detto tutto in un titolo, come spesso gli succede: “Jacindarella”. Jacinda Ardern è il premier della Nuova Zelanda che cerca la riconferma, ma la sua leadership è anche una favola che moltissimi in tutto il mondo amano raccontare. La Ardern è arrivata alla guida del paese quasi per caso, nel 2017 il leader del Labour si dimise a poche settimane dal voto, la Ardern prese il suo posto che allora non era affatto una cosa invitante: il partito era dato in caduta libera.

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Oggi si vota in Nuova Zelanda e l’Economist ha già detto tutto in un titolo, come spesso gli succede: “Jacindarella”. Jacinda Ardern è il premier della Nuova Zelanda che cerca la riconferma, ma la sua leadership è anche una favola che moltissimi in tutto il mondo amano raccontare. La Ardern è arrivata alla guida del paese quasi per caso, nel 2017 il leader del Labour si dimise a poche settimane dal voto, la Ardern prese il suo posto che allora non era affatto una cosa invitante: il partito era dato in caduta libera.

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Invece con questa nuova leader giovane e spontanea recuperò consensi, ma a vincere fu il centrodestra. Che però non riuscì a formare il governo: il partito nazionalista New Zealand First disse che avrebbe governato con il Labour e con i Verdi. Così Jacinda divenne primo ministro, in coalizione con i populisti. In questi tre anni, è accaduto di tutto: c’è stato il gravissimo attentato suprematista a Christchurch, ha eruttato il vulcano dormiente tra i più pericolosi dell’arcipelago, è arrivato il coronavirus.

 

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Jacinda è diventata il caso-studio dei corsi di crisis management. Pragmatica, chiara, sicura, empatica, capace di mantenere la calma anche in mezzo a un terremoto – è successo anche questo: una scossa mentre lei era in diretta tv – Jacinda ha gestito il dolore, la paura, l’incertezza (e il coronavirus) dei neozelandesi con una leadership che è ora ammirata e invidiata in tutto il mondo. I sondaggi dicono che la sua sfidante, Judith Collins, ha davvero poche chance di battere la Ardern: anzi molti si aspettano che la riconferma sia con un consenso oltre il 50 per cento, una valanga.

 

Semmai la sfida per la Ardern è quella dei paesi e delle leadership mature: non perdere la forza e lo slancio riformatore promesso nel 2017 e, secondo molti, mai davvero concretizzatosi. Ma una campagna elettorale tutto sommato composta e la battaglia per i voti moderati e centristi sembrano ambientate su un altro pianeta. Ma Jacindarella non è solo una favola.

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