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Editoriali

Brivido “hard Brexit”

Redazione

Boris Johnson deve decidere se bluffare in una partita in cui perde comunque di più. Londra si troverebbe fuori dal mercato interno e dall’unione doganale senza un accordo di libero scambio per cancellare dazi e quote. Oggi la decisione

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I capi di stato e di governo hanno rilanciato la palla dei negoziati Brexit nel campo di Boris Johnson ieri, annunciando la loro intenzione di continuare a negoziare ma chiedendo al Regno Unito di “fare i movimenti necessari a rendere un accordo possibile”. Il primo ministro britannico aveva cercato di alzare la posta, prima fissando l’ultimatum del 15 ottobre per raggiungere un’intesa e poi presentando una legge sul mercato interno che vìola il Protocollo irlandese dell’accordo di recesso.

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I capi di stato e di governo hanno rilanciato la palla dei negoziati Brexit nel campo di Boris Johnson ieri, annunciando la loro intenzione di continuare a negoziare ma chiedendo al Regno Unito di “fare i movimenti necessari a rendere un accordo possibile”. Il primo ministro britannico aveva cercato di alzare la posta, prima fissando l’ultimatum del 15 ottobre per raggiungere un’intesa e poi presentando una legge sul mercato interno che vìola il Protocollo irlandese dell’accordo di recesso.

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I 27 hanno deciso di andare a vedere il bluff di Johnson: il messaggio delle conclusioni del vertice ieri è che occorre accelerare i preparativi di un “no deal”. La mossa è a alto rischio, ma calcolato. Londra ha molto più da rimetterci perché con una “hard Brexit” si troverebbe fuori dal mercato interno e dall’unione doganale senza un accordo di libero scambio per cancellare dazi e quote.

 

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“Il Regno Unito ha un enorme interesse a assicurarsi un accordo dal punto di vista sia economico sia geopolitico”, ha spiegato il premier olandese, Mark Rutte, appellandosi alla razionalità. Il problema è che, in un contesto di impopolarità e recessione, Johnson potrebbe essere tentato dall’opzione “the worse, the better”: tanto peggio tanto meglio. Le conseguenze di una “hard Brexit” potrebbero essere nascoste dietro la devastazione economica provocata dal Covid-19. Il negoziatore britannico David Frost ha detto di essere “deluso” dalle conclusioni del vertice. In realtà Michel Barnier avrà le mani più libere, a condizione che “ci sia una prospettiva di accordo” che oggi non c’è. L’Ue non può sacrificare il mercato interno, concedendo al Regno Unito libero accesso senza rispettare un minimo di regole. “Vogliamo un accordo, ma non a qualsiasi costo”, ha detto Angela Merkel. Johnson darà una risposta oggi: deve decidere se bluffare fino in fondo in una partita in cui il Regno Unito perde comunque di più.

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