PUBBLICITÁ

editoriali

Il Patto sui migranti e i sovranisti

redazione

Per Meloni l’Ue non fa abbastanza, per Orbán l’Ue fa troppo per l’Italia

PUBBLICITÁ

Per Giorgia Meloni l’Unione europea non fa abbastanza per aiutare l’Italia con il Patto su migrazione e asilo, mentre Viktor Orbán e Mateusz Morawiecki hanno detto “no” alla proposta presentata ieri dalla Commissione per eccesso di solidarietà verso l’Italia. “Il tono della proposta in sé suona meglio”, ma “l’approccio di base resta lo stesso: l’Ue vorrebbe gestire le migrazioni, non fermare i migranti”, ha detto il premier ungherese. Secondo Orbán, “una quota sotto un altro nome è sempre una quota”. E’ il contrario di quanto sostenuto da Giorgia Meloni sulla “doccia gelata” di von der Leyen all’Italia: l’Ue non fa mai abbastanza (quindi ci vorrebbe più Europa?). In ogni caso la verità sta altrove.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Per Giorgia Meloni l’Unione europea non fa abbastanza per aiutare l’Italia con il Patto su migrazione e asilo, mentre Viktor Orbán e Mateusz Morawiecki hanno detto “no” alla proposta presentata ieri dalla Commissione per eccesso di solidarietà verso l’Italia. “Il tono della proposta in sé suona meglio”, ma “l’approccio di base resta lo stesso: l’Ue vorrebbe gestire le migrazioni, non fermare i migranti”, ha detto il premier ungherese. Secondo Orbán, “una quota sotto un altro nome è sempre una quota”. E’ il contrario di quanto sostenuto da Giorgia Meloni sulla “doccia gelata” di von der Leyen all’Italia: l’Ue non fa mai abbastanza (quindi ci vorrebbe più Europa?). In ogni caso la verità sta altrove.

 

Il Patto proposto dalla Commissione è un tentativo di riconciliare gli stati membri dopo cinque anni di scontri virulenti sui migranti. Le quote di ripartizione sono volontarie, ma la solidarietà è obbligatoria. In caso di crisi – e in parte per i salvataggi in mare – gli altri stati membri saranno chiamati a scegliere: accogliere migranti da Italia, Malta e Grecia, oppure farsi carico del rimpatrio di chi non può restare. Questo non significa che il Patto sia perfetto. I dettagli del meccanismo di solidarietà sono insidiosi, perché i migranti eleggibili potrebbero essere molti meno di quelli che sbarcano nei porti italiani. Nelle trattative delle prossime settimane, poi, il governo Conte dovrà decidere se accettare cose che l’Italia aveva rifiutato in passato, come la stretta sui movimenti secondari attraverso un aggravamento delle condizioni della responsabilità del paese di primo ingresso. Nonostante il rischio trappole, un governo serio si siede al tavolo e negozia. Ma questa è un’altra storia rispetto agli europeisti involontari che chiedono di fare tutto a quella stessa Europa che dicono voler abbandonare.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ