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editoriali

“Non vi lasceremo soli”

redazione

La lettera degli intellettuali francesi in difesa di Charlie Hebdo e del suo coraggio

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Serviva un sussulto della Francia intellettuale per rispondere alle minacce contro Charlie Hebdo provenienti dalle frange radicali del mondo islamico, in seguito alla ripubblicazione delle vignette di Maometto nel giorno dell’apertura del processo sugli attentati del 7 gennaio 2015. E domenica questo sussulto tanto atteso ha preso la forma di una lettera aperta pubblicata sul Monde e firmata da una sessantina di intellettuali, per dire a Charlie, al direttore Riss e ai suoi vignettisti che non saranno “mai soli” nella loro battaglia per la laicità e la libertà d’espressione. “Ripubblicando le vignette, Charlie Hebdo dà a tutti noi una sublime lezione di coraggio”, scrivono i firmatari, tra cui i filosofi francesi Elisabeth Badinter e Marcel Gauchet, lo storico italiano Carlo Ginzburg e il poeta siriano Adonis. “Con queste righe, diciamo a Charlie: grazie per il vostro coraggio, che ci nobilita tutti. Per il coraggio, dopo il crimine, di non rinunciare, ossia di non lasciare che la fiamma della libertà di coscienza, di creazione e di dissenso venga assassinata. Per il coraggio altamente civilizzato della satira”, si legge in questa difesa appassionata della libertà di cui il settimanale satirico è sempre stato un punto di riferimento.

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Serviva un sussulto della Francia intellettuale per rispondere alle minacce contro Charlie Hebdo provenienti dalle frange radicali del mondo islamico, in seguito alla ripubblicazione delle vignette di Maometto nel giorno dell’apertura del processo sugli attentati del 7 gennaio 2015. E domenica questo sussulto tanto atteso ha preso la forma di una lettera aperta pubblicata sul Monde e firmata da una sessantina di intellettuali, per dire a Charlie, al direttore Riss e ai suoi vignettisti che non saranno “mai soli” nella loro battaglia per la laicità e la libertà d’espressione. “Ripubblicando le vignette, Charlie Hebdo dà a tutti noi una sublime lezione di coraggio”, scrivono i firmatari, tra cui i filosofi francesi Elisabeth Badinter e Marcel Gauchet, lo storico italiano Carlo Ginzburg e il poeta siriano Adonis. “Con queste righe, diciamo a Charlie: grazie per il vostro coraggio, che ci nobilita tutti. Per il coraggio, dopo il crimine, di non rinunciare, ossia di non lasciare che la fiamma della libertà di coscienza, di creazione e di dissenso venga assassinata. Per il coraggio altamente civilizzato della satira”, si legge in questa difesa appassionata della libertà di cui il settimanale satirico è sempre stato un punto di riferimento.

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Nei giorni scorsi, l’Università di al Azhar, la più alta autorità dell’islam sunnita, ha bollato come “atto criminale” la scelta di ripubblicare le vignette del profeta, e al Qaida ha lanciato nuovi messaggi minatori contro i vignettisti parigini: “Pagherete il prezzo un’altra volta”. Patrick Pelloux, storico collaboratore di Charlie, ha risposto che “le democrazie saranno sempre più forti del terrore”. Ma la sua voce, quella di Riss e dell’ex giornalista di Charlie Hebdo Zineb El Rhazoui, oggi costretta a vivere sotto scorta per le minacce di morte, sembravano isolate: c’era bisogno di una presa di posizione forte, per spezzare il “silenzio colpevole” (Céline Pina) che regnava nel mondo intellettuale francese.

 

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