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Editoriali

Aggrapparsi alla Germania

Redazione

I dati positivi del pil tedesco ci ricordano da dove passa il nostro rimbalzo

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Le aziende italiane stanno assecondando il rimbalzo europeo e mondiale. Il ritmo di crescita della produzione, l’ultimo dato è il +8 per cento in luglio rispetto al mese precedente, non è fortissimo (su base annua resta un calo notevole) ma è ben inserito nella fase generale di recupero della capacità produttiva e di posizionamento in attesa di un più consistente ritorno della domanda. E tra luglio e questi giorni di settembre qualcosa potrebbe essere cambiato nella direzione di un’accelerazione della ripresa. In Germania le stime sono migliorate, con uno dei tre principali centri di ricerca economica a dire che “le imprese e i privati hanno affrontato la crisi meglio di quanto si temeva e il recupero tedesco sarà più veloce di quanto si prevedeva in estate”. Significa non solo che per i tedeschi il 10 settembre è già autunno ma anche che la risposta del sistema produttivo si deve rapidamente intonare alle tendenze tedesche. Per l’Italia la Germania non è solo il principale partner commerciale ma è anche parte di una integrazione operativa in cui le aziende italiane lavorano al fianco di quelle tedesche, spesso nella realizzazione di un comune prodotto finale. Se in Germania si accelera lo stesso deve accadere da queste parti. Il pil tedesco ora è visto in contrazione di un pesante ma non terribile 6 per cento (previsione precedente: - 9,4) e già dal 2021 l’indicazione è per un +4,1 per cento. Quindi recupero di quanto perso nel giro di due anni, ma con una trasformazione del sistema produttivo, perché tutta l’industria approfitta della frenata per ripensare i suoi processi e la faccia dell’Europa industriale tra due anni sarà diversa da oggi. Una ragione in più per adattare il passo della ripresa produttiva italiana a quello tedesco. La domanda dall’estero sta tornando dopo lo choc sanitario e per la Sace l’export tornerà a salire con una ripresa rapida già nel 2021. Il ministro Gualtieri punta sui dati di produzione industriale e previsioni per l’export per consolidare la sua attesa di un pil capace di un rimbalzo a due cifre nel terzo trimestre. Significherebbe avvicinarsi all’obiettivo di un calo nell’intero orribile 2020 intorno al -8 per cento. Ragione in più per restare agganciati all’Europa e alla Germania.

 

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