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Rimpasto in Commissione Ue. L'irlandese McGuinness sostituisce Hogan

David Carretta

A Dombrovskis il commercio, ma Gentiloni non avrà mani totalmente libere. Anche se nessun paese rimane senza posto, la decisione di von der Leyen ha un significato politico

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Bruxelles. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha annunciato a sorpresa un mini-rimpasto del suo collegio, dopo le dimissioni del commissario al Commercio Phil Hogan per aver violato le misure sanitarie anti-Covid durante le sue vacanze estive in Irlanda. Tra i due candidati proposti dal governo di Dublino, von der Leyen ha scelto una donna: la prossima commissaria irlandese sarà Mairead McGuinness, attuale vicepresidente del Parlamento europeo e voce autorevole dentro il Ppe. Ma l'Irlanda perde il portafoglio strategico del Commercio internazionale, che von der Leyen ha affidato al vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis. Le competenze sui servizi finanziari del lettone, che conserva il titolo di vicepresidente esecutivo, saranno trasferite a McGuinnes. Se come prevedibile supererà il test dell'audizione al Parlamento europeo, la commissaria irlandese "sarà incaricata dei servizi finanziari, della stabilità finanziaria e dell'unione dei mercati dei capitali", ha annunciato von der Leyen: “McGuinness ha esperienza politica significativa su questioni Ue. Questa esperienza è cruciale per portare avanti l'agenda dell'UE sul settore finanziario” e “assicurare il rafforzamento delle priorità politiche chiave, in particolare transizione verde e digitale”.

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Bruxelles. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha annunciato a sorpresa un mini-rimpasto del suo collegio, dopo le dimissioni del commissario al Commercio Phil Hogan per aver violato le misure sanitarie anti-Covid durante le sue vacanze estive in Irlanda. Tra i due candidati proposti dal governo di Dublino, von der Leyen ha scelto una donna: la prossima commissaria irlandese sarà Mairead McGuinness, attuale vicepresidente del Parlamento europeo e voce autorevole dentro il Ppe. Ma l'Irlanda perde il portafoglio strategico del Commercio internazionale, che von der Leyen ha affidato al vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis. Le competenze sui servizi finanziari del lettone, che conserva il titolo di vicepresidente esecutivo, saranno trasferite a McGuinnes. Se come prevedibile supererà il test dell'audizione al Parlamento europeo, la commissaria irlandese "sarà incaricata dei servizi finanziari, della stabilità finanziaria e dell'unione dei mercati dei capitali", ha annunciato von der Leyen: “McGuinness ha esperienza politica significativa su questioni Ue. Questa esperienza è cruciale per portare avanti l'agenda dell'UE sul settore finanziario” e “assicurare il rafforzamento delle priorità politiche chiave, in particolare transizione verde e digitale”.

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Nel gioco delle sedie musicali Ue nessuno rimane senza posto, ma la decisione di von der Leyen di procedere a un rimpasto ha un significato politico. Il governo di Dublino aveva fatto enormi pressioni sulla Commissione per provocare le dimissioni di Hogan. Privando l'Irlanda del portafoglio del Commercio, fondamentale per la Brexit, von der Leyen invia un messaggio alle capitali: non cercate di far fuori commissari a voi sgraditi, perché altrimenti sarete puniti. Inoltre, con il rimpasto, von der Leyen segnala la volontà di un “reset” organizzativo interno alla Commissione. La formazione dell'esecutivo comunitario lo scorso anno era stata caotica. Priva di esperienza europea, von der Leyen aveva seguito il modello organizzativo del suo predecessore, Jean-Claude Juncker, optando per un organigramma piramidale: tre vicepresidenti esecutivi, cinque vicepresidenti di grado inferiore, alcuni commissari con enorme potere (Thierry Breton e Paolo Gentiloni), e il resto dei membri del collegio con competenze spesso confuse e sovrapposte. La presidente della Commissione era stata anche costretta a cambiare tre candidati commissari bocciati dall'Europarlamento. Ma negli ultimi dodici mesi, von der Leyen ha guardato, imparato e imposto il suo marchio alla Commissione. Dopo aver cambiato una serie di direttori generali – pensionando o declassando quelli ereditati dall'era Juncker – ora procede a un aggiustamento politico che dovrebbe permettere di far funzionare meglio la macchina.

     

Le sfide non mancano, a partire dal Recovery Fund e dal Commercio. Dombrovskis ora dovrà occuparsi dei dazi di Donald Trump, della riforma delle regole commerciali Ue in chiave anti-Cina, della crisi del Wto e dei rapporti con il Regno Unito nel post-Brexit. Il lettone – che è considerato un “falco” del rigore – avrà meno tempo per occuparsi di Recovery Fund e riforma del Patto di Stabilità e Crescita. Il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni, sarà un po' più libero di muoversi sia sulle condizioni per accedere alle risorse del Recovery Fund, sia sui tempi per scongelare le regole del Patto. Ma il commissario all'Economia non avrà le mani completamente libere. In un esercizio di equilibrismo per tenere conto della volontà del Ppe di tenere d'occhio quel che fanno i socialisti sulla politica economica, von der Leyen ha annunciato che Dombrovskis “rimarrà il rappresentante della Commissione all'Eurogruppo al fianco del commissario Gentiloni”.

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