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I tedeschi fanno tutto meglio

Paola Peduzzi

Un libro che fa infuriare molti antieuropeisti fa l’elogio di un amore adulto, pardon, di un paese adulto: la Germania

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La scriveresti tu, una lettera d’amore a Berlino, alla Germania, ai tedeschi? Mezza Europa risponde di sì, l’altra risponde: nemmeno per sogno (agli americani in questo momento è meglio non chiedere). John Kampfner, uno dei giornalisti più famosi del Regno Unito, ha deciso di scriverla e le ha dato un titolo provocatorio, cui molti inglesi si appigliano per sfogare la propria ostilità nei confronti della Germania: “Why Germans Do It Better”, perché i tedeschi fanno tutto meglio. Kampfner è innamorato ma non è melenso né cieco, anzi a volte sembra che questo suo viaggio fatto di tantissime chiacchiere, facce e storie sia ispirato dalla necessità di recuperare tutte le prove del suo amore: è consapevole del fatto che il fascino per i tedeschi deve essere giustificato, nel suo paese di certo ma non solo. Il tic automatico va in senso contrario, è più facile essere sospettosi con la Germania, al limite è concesso qualche cauto entusiasmo, ma poco più. Quel che riesce a fare Kampfner è trasformare l’amore in qualcosa di molto diverso, nell’elogio di una maturità, di una trasformazione che ha pochi confronti al mondo. E’ così che tira fuori la ragione della forza dei tedeschi: “Metà della vita moderna della Germania è stata una storia di orrore, guerra, dittatura. L’altra metà è una storia straordinaria di redenzione, stabilità e maturità. Nessun paese ha raggiunto tanto in così poco tempo”.

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La scriveresti tu, una lettera d’amore a Berlino, alla Germania, ai tedeschi? Mezza Europa risponde di sì, l’altra risponde: nemmeno per sogno (agli americani in questo momento è meglio non chiedere). John Kampfner, uno dei giornalisti più famosi del Regno Unito, ha deciso di scriverla e le ha dato un titolo provocatorio, cui molti inglesi si appigliano per sfogare la propria ostilità nei confronti della Germania: “Why Germans Do It Better”, perché i tedeschi fanno tutto meglio. Kampfner è innamorato ma non è melenso né cieco, anzi a volte sembra che questo suo viaggio fatto di tantissime chiacchiere, facce e storie sia ispirato dalla necessità di recuperare tutte le prove del suo amore: è consapevole del fatto che il fascino per i tedeschi deve essere giustificato, nel suo paese di certo ma non solo. Il tic automatico va in senso contrario, è più facile essere sospettosi con la Germania, al limite è concesso qualche cauto entusiasmo, ma poco più. Quel che riesce a fare Kampfner è trasformare l’amore in qualcosa di molto diverso, nell’elogio di una maturità, di una trasformazione che ha pochi confronti al mondo. E’ così che tira fuori la ragione della forza dei tedeschi: “Metà della vita moderna della Germania è stata una storia di orrore, guerra, dittatura. L’altra metà è una storia straordinaria di redenzione, stabilità e maturità. Nessun paese ha raggiunto tanto in così poco tempo”.

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Quando in questi ultimi mesi ci è capitato di invidiare come la Germania ha gestito la pandemia, con le conferenze stampa di Angela Merkel tecniche, precise ma anche piene di rassicurazioni credibili, quel che invidiavamo era proprio questo: la maturità. Quando in questi ultimi mesi ci è capitato di misurare la grandezza della Merkel nei confronti dell’infantilismo di Donald Trump o dell’aggressività di Vladimir Putin o dell’elusività di Xi Jinping, stavamo dando un peso proprio a questa maturità.

 

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Gli altri paesi, scrive Kampfner, sarebbero “pazzi” a “ignorare la maturità emotiva e la solidità” della Germania, perché questo approccio adulto è il segreto della capacità di leadership del paese. Naturalmente conta anche la presenza di una cancelliera calma e solida, cui Kampfner dedica molto spazio, ma in questo ritratto corale è consolante il fatto che la Merkel sia il frutto della maturità e della solidità, non soltanto una sua rappresentante. A un certo punto, l’autore parla con uno dei massimi esperti dello studio comparato dei sistemi educativi globali, Andreas Schleicher. Lui gli racconta che spesso le persone che lavorano negli esercizi commerciali sono invitati a fare corsi di matematica o di letteratura alla sera all’interno di programmi di formazione che spesso durano anche anni. “Imparare un mestiere mentre lo si fa - – spiega Schleicher – è soltanto una parte delle proprie mansioni. L’approccio tedesco ti mette all’interno di un percorso, guarda alla traiettoria di lungo periodo della tua carriera”. Tutto il sistema tedesco è costruito sul raggiungimento della maturità, personale e collettiva, ed è questo che lo rende così solido.

 

Ci sono poi le ombre e le debolezze, quelle esistenti e quelle che verranno, ma il confronto con gli altri paesi è spesso spietato. Kampfner lo fa con il suo, ed è per questo che il Regno Unito si è rimesso a discutere del suo cosiddetto “complesso teutonico”, ma pure con molti altri il risultato non sarebbe meno impietoso. Perché se è vero che questo libro calma un pochino le ansie del dopo Merkel, fa anche capire che il modello tedesco è difficilmente esportabile, perché è frutto di una crescita collettiva e condivisa: tutti diventiamo grandi, ma non tutti diventiamo adulti, a volte si invecchia e basta.

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