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Editoriali

E allora le email?

Redazione

Melania usava due indirizzi privati di posta elettronica, che nemesi

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“E allora le email di Hillary?” fu il tormentone della campagna elettorale americana di quattro anni fa. Tormentone equivalente, da noi, a “parlateci di Bibbiano!”; però come tutti i tormentoni quasi sempre epurano i puri che li strombazzano. Se la Clinton infatti era accusata da Trump di aver utilizzato dei server “civili” per comunicazioni di stato, adesso la stessa accusa ricade su Melania Trump. Come ha scritto il Washington Post, infatti, Melania Trump da quando è entrata alla Casa Bianca ha usato regolarmente almeno due indirizzi privati di posta elettronica. Lo svela naturalmente la sua ex amica e collaboratrice Stephanie Wolkoff, nel libro “Melania and Me”, quello delle gravi rivelazioni anche sulle toilette (la first lady attuale si sarebbe rifiutata di utilizzare i bagni già calcati dalla sua predecessora Michelle Obama). Ma più che un’efferata conferma del razzismo degli attuali inquilini la questione dei bagni pare svelare piuttosto la volontà di Melania di rimandare il più possibile la convivenza col marito; si sa infatti che lei volle restare fino all’ultimo a New York, con conseguenti micidiali costi di sicurezza.

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“E allora le email di Hillary?” fu il tormentone della campagna elettorale americana di quattro anni fa. Tormentone equivalente, da noi, a “parlateci di Bibbiano!”; però come tutti i tormentoni quasi sempre epurano i puri che li strombazzano. Se la Clinton infatti era accusata da Trump di aver utilizzato dei server “civili” per comunicazioni di stato, adesso la stessa accusa ricade su Melania Trump. Come ha scritto il Washington Post, infatti, Melania Trump da quando è entrata alla Casa Bianca ha usato regolarmente almeno due indirizzi privati di posta elettronica. Lo svela naturalmente la sua ex amica e collaboratrice Stephanie Wolkoff, nel libro “Melania and Me”, quello delle gravi rivelazioni anche sulle toilette (la first lady attuale si sarebbe rifiutata di utilizzare i bagni già calcati dalla sua predecessora Michelle Obama). Ma più che un’efferata conferma del razzismo degli attuali inquilini la questione dei bagni pare svelare piuttosto la volontà di Melania di rimandare il più possibile la convivenza col marito; si sa infatti che lei volle restare fino all’ultimo a New York, con conseguenti micidiali costi di sicurezza.

    

Adesso questa storia delle email, che secondo la sua accusatrice verterebbero su questioni governative, il che pare un po’ improbabile visto che il ruolo di Melania è soprattutto decorativo, essendo la Casa Bianca in mano soprattutto ai vispi Ivanka e Jared. Quattro anni fa Trump arrivò a chiedere il carcere per la “bugiarda” Hillary, che utilizzava il suo BlackBerry per le conversazioni segrete, ma almeno lei era segretario di stato. Melania invece non si sa davvero con chi e di cosa dovrebbe conversare per mettere a rischio la nazione: forse con piastrellisti e idraulici per rinnovare le suddette toilette, o al massimo con divorzisti di grido, per rinegoziare gli accordi in vista di un nuovo mandato (ma invece un giorno si scoprirà che discettava di politica estera ad altissimo livello, o magari tramava addirittura nell’ombra per rovesciare il marito, chissà).

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