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Una quarantena politica per Orbán

Redazione

L’Ungheria richiude le frontiere per il virus e causa all’Ue un doppio problema

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Per la seconda volta dall’inizio della pandemia di Covid-19, Viktor Orbán se ne infischia dell’Unione europea e chiude unilateralmente le frontiere mettendo in pericolo la libera circolazione di persone e merci. Ieri il suo governo ha annunciato la chiusura dei confini dal primo settembre: agli stranieri sarà vietato l’ingresso, mentre gli ungheresi che tornano dall’estero dovranno sottoporsi a una quarantena di 14 giorni o fornire due test negativi.

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Per la seconda volta dall’inizio della pandemia di Covid-19, Viktor Orbán se ne infischia dell’Unione europea e chiude unilateralmente le frontiere mettendo in pericolo la libera circolazione di persone e merci. Ieri il suo governo ha annunciato la chiusura dei confini dal primo settembre: agli stranieri sarà vietato l’ingresso, mentre gli ungheresi che tornano dall’estero dovranno sottoporsi a una quarantena di 14 giorni o fornire due test negativi.

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La motivazione è la paura del virus: “Il numero di infezioni è aumentato e gran parte dei contagiati arriva dall’estero”, ha detto il capo-gabinetto di Orbán, Gergely Gulyás. Se le misure di isolamento e i test fanno parte dell’arsenale legittimo dei governi – altri stati membri li impongono a chi arriva dall’estero – la chiusura unilaterale delle frontiere va contro l’approccio coordinato che era stato concordato dai 27 in primavera e lo spirito di Schengen.

 

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I numeri non sono più quelli di marzo e aprile. Ieri l’Ungheria ha registrato 132 nuovi casi. Le ragioni del premier ungherese sono soprattutto politiche. Con un’economia che perde il 13,6 per cento di pil, il regno di Orbán potrebbe traballare. La paura degli stranieri e il decisionismo ai confini funzionano bene con una base elettorale composta prevalentemente da elettori anziani e rurali.

 

Il problema per l’Ue è doppio. In marzo, malgrado l’appello di Ursula von der Leyen a non chiudere perché il virus non si ferma alle frontiere, Orbán aveva sigillato i confini innescando l’effetto domino che ha portato alla chiusura di Schengen e compromesso la circolazione delle merci per diverse settimane. Lo stesso potrebbe accadere oggi, in particolare nei paesi dell’est. Ma la questione Orbán è più grave: il suo nazionalismo opportunista e la deriva autoritaria sono un virus incompatibile con l’Ue. È giunto il momento che von der Leyen e gli altri leader europei impongano una quarantena politica a Orbán.

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